In Italia il mercato delle e-bike ha subito dei cambiamenti nell’ultimo periodo, prendendo una forma sempre più netta. Il trekking è una disciplina in forte crescita, grazie anche ai paesaggi e alla grande impronta turistica del nostro territorio. I viaggiatori che decidono di vivere una vacanza sui pedali sono sempre di più, e questo ha fatto crescere notevolmente il mercato delle e-bike in questo settore. Al contrario il commuting fa più fatica, non tanto per una mancanza di offerta ma per una difficoltà di “presa”. Il commuting è quella pratica che prevede l’utilizzo della bici per andare al lavoro o muoversi in città.
«Per come lo pensano nel Nord Europa – ci spiega Raffaele Crippa, country manager di Gazelle – è difficile vedere il commuting in Italia. Mancano le infrastrutture e quello che è il concetto di ciclo viabilità. Pensare di vedere una persona che va al lavoro in bicicletta è una cosa che potremo vedere in futuro, ma serve prima cambiare la mentalità. Al contrario il trekking prende maggiormente piede perché legato al turismo».
Esigenze e comodità
Il mercato italiano spinge verso le e-bike rivolte all’utilizzo turistico, quindi da trekking. Questo per un motivo culturale, legato sia al fatto che il turismo sia maggiormente radicato ma anche perché di questi mezzi se ne può fare un utilizzo bivalente.
«La e-bike da trekking, nel pensiero italiano – dice Crippa – sostituisce quello che è stato il crossover nell’industria dell’automobile. Noi vogliamo un mezzo comodo, sportivo e strutturato che ci permetta di viaggiare. Ma, allo stesso tempo, questo viene utilizzato anche in città per gli spostamenti di tutti i giorni. Non che il commuting in Italia non sia possibile, ma sarà uno sviluppo del concetto e non di un mercato. Lo dicono anche i numeri».
Quindi la e-trekking consente un uso più generale?
Sì. Questi modelli di e-bike hanno una seduta comoda e possono affrontare diverse tipologie di terreno: dalle ciclabili alle vie militari, passano anche per strade bianche e sterrati. A conferma di ciò Gazelle è cresciuta tanto in questo settore.
Allora è meglio fornire dei giusti consigli per scegliere la giusta e-trekking, da dove si parte?
Direi dalla posizione in bicicletta che è sempre una scelta soggettiva. Il viaggiatore, in generale, predilige una seduta comoda, che permetta di non stressare la schiena. Quindi con un angolo, rispetto al tubo orizzontale, vicino agli zero gradi.
Il secondo punto?
Capire di che motore si ha bisogno. Noi consigliamo, per una e-trekking, di scegliere un motore al di sopra dei 50 Nm di coppia. Questo perché in salita il supporto risulta costante, anche quando si superano pendenze del 8 o 10 per cento. Un motore con una coppia inferiore ai 50 Nm porta ad avere un’andatura a strappi. Cosa che aumenta il consumo della batteria.
Passiamo alla batteria.
Questa deve essere dai 500 watt/ora in su. Meglio scegliere supporti della linea Perfromance perché hanno un inserimento più dolce e di conseguenza una percorrenza più lunga.
Come terzo punto a cosa guardiamo?
Passerei alla trasmissione, che può essere a catena o cinghia. Le differenze, anche in questo caso, sono evidenti. Dovete sapere che la trasmissione a catena porta a una dispersione del 20 per cento della potenza di coppia. Facciamo un esempio: se abbiamo un motore da 75 Nm quelli che arrivano effettivamente a terra sono 60 Nm, più o meno. Con la trasmissione a cinghia la dispersione scende al 10 per cento. C’è poi un ultimo punto.
Quale?
Le coperture. Sulle e-trekking sono due: quelle da 28 pollici e quella da 27,5 pollici. Nel primo caso si possono montare copertoni con sezione fino a 38 millimetri, nel secondo caso invece si può arrivare fino a 60 millimetri.
Cosa cambia?
Che con ruote da 27,5 pollici si ha un maggiore comfort durante la pedalata. La sezione più ampia permette di avere una guida morbida e fluida. Con ruote da 28 pollici, invece, la bicicletta sarà più reattiva, precisa e diretta.