MASSA MARITTIMA – Uno dice Yamaha e pensa alle belve che sfrecciano in pista, alle moto. O magari a Valentino Rossi che vince gare su gare in sella alla sua M1. Bene, immagini sacre e giuste. Ma presto a quelle foto “mentali” andranno aggiunte anche quelle delle e-bike.
Il colosso giapponese si è ri-presentato al mercato italiano, e non solo, nel corso del “road spring” di Bike Connection Agency, nella location del Cicalino, in Toscana.
Ci ha regalato l’opportunità di pedalare e testare la sua bici, la Wabash RT, su sentieri perfetti per questa gravel, facendoci saggiare le qualità del suo propulsore.
Yamaha per tutti
Ma soprattutto Yamaha ci ha tenuto a raccontare del suo ingresso nel modo delle bici.
Sostanzialmente il progetto nasce già prima del Covid, poi tutto è rallentato a causa della pandemia. Yamaha, almeno per questo ingresso, non si è presentata, volutamente, in pompa magna con delle bici stellari, top di gamma e dal prezzo altrettanto d’elite.
Ha preferito farlo per gradi. E sì che secondo i loro studi ne avrebbero di possibilità per entrare nel mercato a “gamba tesa”. Ma questa è stata la scelta, la politica aziendale adottata.
Insomma, in un’era in cui i costi sono super elevati si è preferito puntare sull’accessibilità.
Facciamo un esempio pratico. Noi abbiamo provato, come detto, la Wabash RT. Una e-gravel, con telaio in alluminio, che come hanno detto i tecnici Yamaha: «E’ alla portata di tutti. E’ una bici facile. Divertente». Ed è vero e in quanto al prezzo, listino alla mano, non arriva a 3.500 euro.
Carne al fuoco
La gamma Yamaha, che ricordiamo è composta soltanto da e-bike, per ora conta tre modelli: la Wabash RT, appunto, la Moro 07 e la CrossCore RC (in più ci sarebbe un quarto modello, Booster, ma è davvero un city bike specifica) non significa che si dorma sugli allori.
In cantiere ci sono altri modelli. Che saranno più performanti e più di alta gamma. Anche se l’intento non è quello come detto in precedenza di proporre delle fuoriserie (e delle fuori prezzo).
Quello su cui invece si lavora forte in Yamaha è, neanche a dirlo, sono i motori. E lì il colosso del Sol Levante, che tra l’altro ha fortemente decentralizzato la sua produzione europea in Francia, non deve certo imparare da nessuno. In cantiere è ormai pronto un propulsore ancora più piccolo e potente.
Affidabilità e assistenza
I motori che hanno in gamma sono super affidabili. E la parola affidabilità è centrale in tutto il discorso emerso nel faccia a faccia avuto durante BCA. Affidabilità e assistenza. Sono punti cardine per chi acquista un prodotto, e quindi anche una bici, Yamaha.
«Le nostre bici – spiegavano i responsabili del brand – sono in vendita solo presso i centri Yamaha. Non c’è altra distribuzione. I meccanici eseguono corsi di formazione e aggiornamento per le bici esattamente come avviene per le moto».
Attualmente i motori di Yamaha per le e-bike in gamma sono due (escludendo sempre la Booster): il più potente PW-X3 che sviluppa fino a 85 Nm di coppia, che troviamo sulla Moro 07 una mtb full suspended, e il PW-ST la cui coppia è di 70 Nm che è invece montato sulla Wabash RT.
Ogni componente si può cambiare. Il motore all’interno non è un pezzo unico, bensì un insieme di parti collegate tra loro “ad incastro” e tenute insieme dai bulloni che chiudono la scocca, i due carterini, del motore stesso. Il vantaggio è molteplice: minor peso, riduzione di eventuali costi d’intervento e soprattutto un fattore Q ridotto al minimo.
La Wabash RT
E questa del fattore Q è stata una grande verità quando abbiamo testato la Wabash RT: la distanza dei pedali era come quella di una bici tradizionale. O comunque molto vicina ad essa.
Passiamo al resto: il telaio è un alluminio idroformato. La Wabash è allestita con componenti meccanici Shimano GRX e batteria “made in Yamaha” Lithium Ion 500Wh, 36V da 13,4 Ah.
Il display è minimal: sempre in un’ottica di semplicità, costi bassi, ma soprattutto di concentrazione sulla guida. Sul divertimento. Ci sono 5 diverse modalità di velocità, che poi in realtà sono 4 + 1. Bassa, medio-bassa, medio-alta e alta. La quinta modalità è quella automatica. In pratica la potenza viene erogata automaticamente in base alla forza impressa sui pedali.
Sempre sul display vengono visualizzati: autonomia di batteria, velocità e chilometri percorsi.
Oltre alla pedalata molto naturale, il motore PW-ST ci ha colpito anche per la sua assoluta silenziosità. Tanto che per assicurarci davvero che fosse così silenzioso siamo usciti dai segmenti sterrati, più rumorosi, e ci siamo spostati su asfalto in salita. Davvero non si avverte nessun rumore.