| 10 Febbraio 2024

Abu Dhabi, la città sicura dove la bici è venerata

ABU DHABI (Emirati Arabi Uniti) – E se vi dicessimo che non è raro vedere qualcuno in bicicletta ad Abu Dhabi? Se vi raccontassimo di una città degli Emirati Arabi Uniti che ha fatto della bici un vero e proprio modo di vivere e di condividere la passione per lo sport?

Il nostro viaggio ci porta nella ricca Abu Dhabi, siamo nel sud della Penisola Arabica, dove il petroldollaro si è tramutato in turismo, sport e benessere, spingendosi verso la cultura del piacere, del bello e di opere architettoniche che lasciano a bocca aperta. E scopriamo che la bicicletta è un simbolo.

Nascono diversi club ciclistici, anche a favore dello sport giovanile e femminile (foto FusionMedia)
Nascono diversi club ciclistici, anche a favore dello sport giovanile e femminile (foto FusionMedia)

Abu Dhabi, un mondo a parte

Con tutta probabilità, chi è stato negli Emirati Arabi Uniti nell’epoca pre-covid e per diversi motivi è tornato solo in un periodo recente, ha trovato questa terra completamente diversa. Non si tratta esclusivamente dello skyline che caratterizza la città-stato araba, perché il riferimento è diretto alla gente, alle persone che popolano, vivono e si spostano in Abu Dhabi. E’ un luogo operoso che non si ferma mai, né di giorno, né di notte, eppure non è un formicaio. Tutto è ordinato, nonostante i numerosi cantieri che si scorgono in ogni dove, dal mare verso l’entroterra. Ogni cosa è al posto giusto, c’è pulizia e rispetto. Il dire più comune tra le persone è: «You’re in the safe town», sei in un posto sicuro.

Ci sono le Ferrari, le Lamborghini e quei SUV che in Europa non si vedono. La ricchezza si percepisce sempre e comunque, ma non ci sono il kitsch e l’eccesso che stufa al secondo sguardo. Le auto si fermano quando un pedone attraversa e si spostano quando incrociano il traffico lento, ovvero le bici. E’ pur vero che i punti di condivisione tra auto e bici si contano sulle dita di una mano, perché le piste ciclabili sono come vie di grande comunicazione. Piste ciclabili, dedicate alle biciclette e non piste promiscue dove anche i pedoni e gli animali condividono il percorso.

Un luogo bike friendly

Una destinazione amica della bicicletta”. Facciamo nostra la frase di David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale che così ha definito Abu Dhabi. Pochi anni addietro qui c’era poco o nulla e ora le possibilità per fare sport, sono pressoché infinite. E’ vero, non ci sono le colline, le montagne e le Alpi che si stagliano all’orizzonte e per affrontare la prima salita è necessario percorrere molti, molti chilometri, ma le opportunità per usare la bici non mancano.

Nelle giornate itineranti che abbiamo trascorso nell’Emirato, dove ha sede anche il celebre circuito di F1 Yas Marina Circuit (aperto due giorni a settimana solo per le biciclette), abbiamo incontrato Mauro Gianetti, Team Principal del UAE Team Emirates, squadra WorldTour di ciclismo, e responsabile dello sviluppo delle vie ciclabili e del ciclismo in genere in Abu Dhabi.

Due volte a settimana il circuito di F1 è dedicato solo alle bici (foto FusionMedia)
Due volte a settimana il circuito di F1 è dedicato solo alle bici (foto FusionMedia)

Tutto inizia nel 2014

«Chi non è mai stato ad Abu Dhabi e negli Emirati – racconta Gianetti – fatica a comprendere il ruolo di primaria importanza che ha la bicicletta in questi luoghi. Fino al 2014 non c’era una strada che una bicicletta potesse affrontare e c’erano 2 negozi di bici in tutti gli Emirati. Essere testimoni a inizio 2024 di oltre 2.000 chilometri di ciclabili è qualcosa di straordinario.

«Raggiungiamo una cifra prossima alle 300.000 persone che hanno iniziato a pedalare – prosegue Gianetti, cui quasi brillano gli occhi – sviluppando una cultura ciclistica e una passione che hanno fatto radici in pochissimo tempo. La squadra professionistica è un traino, un volano, ma è solo l’apice di un movimento che cresce e coinvolge anche le donne».

Il progetto bici

«Anche nelle mie fantasie più pazze non avrei immaginato uno sviluppo di questa portata – continua Gianetti – perché oltre alle risorse sono curiosi, chiedono e vogliono sapere. Vogliono che la gente pratichi sport. L’isola di Hudayriyat (Abu Dhabi è composta anche da diversi lembi di terra che si estendono in mare, oltre alla terraferma, ndr) – ci racconta Gianetti – era inizialmente destinata a diventare una città e invece diventerà un polo sportivo multifunzionale tra i più grandi al mondo, se non il più grande.

«Il circuito per le bici c’è ed è usato anche dalla scuola di ciclismo per i più piccoli e sono state gettate le fondamenta per il velodromo che ospiterà la rassegna iridata su pista nel 2028. Ribadisco che le attività agonistiche e professionistiche legate ad Abu Dhabi e agli Emirati – prosegue Gianetti – sono solo lo specchio di tutto quello che si muove alle spalle, a tutti i livelli».

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