«Il peperone crusco dovrebbero farlo patrimonio Unesco!», così risponde Silvia Gottardi alla domanda su quali prelibatezze ha assaggiato durante il suo tour in Basilicata per “testare” il nuovissimo “Anello dei Parchi Lucani – 15 tappe alla scoperta della terra dai mille paesaggi”. Silvia, ex giocatrice nella serie A1 di basket, assieme a Linda Ronzoni, cura il blog ciclistepercaso.com. Tra avventure in bici in giro per il mondo ed eventi da organizzare (prossimo appuntamento il “W! Festival” a giugno in provincia di Ancona), vi si parla del cicloturismo, ponendo l’accento sulla bicicletta come mezzo democratico, libero, sostenibile e simbolo dell’emancipazione femminile.
«L’anello – spiega Silvia – parte da Lago Sirino, ma io ho iniziato a pedalare da Maratea, un po’ per ragioni logistiche dato che sono arrivata in treno, un po’ per la bellezza del luogo… Da lì mi sono immessa nel percorso che ho girato in senso antiorario. Si tratta di ben 700 chilometri e 15.000 metri di dislivello».
Un percorso piuttosto esigente dunque. Qual è la bici più adatta?
Per l’occasione avevo una gravel a pedalata assistita. Considerando che non ci sono strade sterrate, che si pedala su asfalto anche su strade molto secondarie, credo che la gravel per un viaggio del genere rimanga la bici migliore, magari con coperture dalla sezione minima, come quella da 32 millimetri per cui ho optato io. Altrimenti una bici da cicloturismo o al limite anche una bici da strada, magari evitando nei periodi invernali le quote più alte dove ho trovato la neve.
Qual è l’anima più profonda di questo tour? Cosa ti ha sorpreso?
Della Basilicata conoscevo solo Maratea con il suo Cristo Redentore (foto di apertura, ndr) e Matera con i suoi Sassi. La cosa che più mi ha colpito è che, essendo questa una delle regioni meno densamente popolate d’Italia, ti ritrovi a pedalare senza incontrare nessuno (parlo soprattutto di traffico veicolare). Ti muovi in una natura superselvaggia. Si scoprono borghetti arroccati sulle montagne che non avevo mai sentito nominare e che sono uno più bello dell’altro. Arrivi ad ammirare i calanchi di Pisticci… E poi i cinque parchi che si incontrano, dal Pollino alla Murgia, dal Vulture all’Appennino Lucano, fino alle Piccole Dolomiti Lucane. Proprio qui, sulla roccia nuda, sorge uno dei “Borghi più belli d’Italia”: quello di Pietrapertosa, circondato da dirupi scoscesi e un paesaggio mozzafiato.
E riguardo all’ospitalità?
Siamo al Sud e il calore della gente è rinomato. C’era molto curiosità anche nei B&B in cui mi fermavo a pernottare. Per quanto riguarda le strutture ricettive, non ho avuto problemi e molte si stanno attrezzando per diventare bike-friendly, anche perché si percepisce un interesse crescente verso un nuovo tipo di turismo fatto di ciclismo ma anche di altre attività outdoor. E comunque nelle zone più turistiche come il Pollino e le Dolomiti Lucane non mancano agriturismi e strutture di lungo corso.
Dato che l’hai percorsa con una e-bike che ci dici dei punti di ricarica?
E’ vero che la regione è scarsamente popolata, ma è anche vero che l’itinerario passa per tanti borghi dove ci sono ristorantini e bar che ti lasciano ricaricare la bici. Addirittura un giorno mi hanno permesso di ricaricarla all’interno del museo dell’Abbazia Benedettina di Montescaglioso, a riprova dell’ospitalità della gente del posto.
C’è qualche piatto che ti ha colpito in particolare?
A parte il peperone crusco (ovvero croccante, ndr), davvero speciale, che mettono ovunque, mi è piaciuto molto un piatto a base di fave e cicoria. Io sono vegetariana e non ho avuto nessun tipo di problema dato che ci sono un sacco di cose buonissime, come le orecchiette con le cime di rapa, ma anche per chi mangia carne non mancano i salumi tipici locali.
L’Anello dei Parchi Lucani è nato da un’idea di Palmarosa Fuccella che arriva da lontano. Da tempo questa amante del cicloturismo che vive in zona aveva ideato il percorso e ora l’Apt Basilicata ha sposato il progetto e lo presenterà alla Fiera del Cicloturismo di Bologna di aprile. Poi l’itinerario, oltre che su carta stampata, sarà disponibile anche nell’app Basilicata Free to Move.