Il rosso della violenza, ma anche e soprattutto quello dell’amore per annullare i soprusi. La passione intensa e poi la determinazione di tornare in sella dopo le violenze. Più forti, più libere. Il colore che universalmente simboleggia la battaglia contro la violenza di genere è stato protagonista domenica scorsa a Firenze. Pedale Rosso è un evento tutto nuovo, ma che già ha il potere di risvegliare le coscienze. Denunciando i soprusi, veicolando temi importanti come l’equità, il rispetto e l’emancipazione. Attrice, primadonna del teatro italiano e innamorata dello sport, Marianella Bargilli racconta la genesi di un concept che, attraverso la bicicletta, offre una grande visione di speranza per il futuro.
Lo sport che aiuta a riflettere.
Come molte intuizioni, anche quella di Pedale Rosso è nata in una circostanza fortuita. Un momento di estrema quotidianità ha portato Marianella Bargilli a visualizzare un grande evento sociale, come lei stessa confessa.
«Lo sport – racconta – mi aiuta molto a pensare. Quest’estate, mentre stavo nuotando, ho visto questa grande macchia rossa muoversi per le vie della città. Appena uscita dall’acqua, l’ho raccontato a mia sorella Alberta. Lei mi conosce molto bene e sa che mi piace mettere a sistema le mie passioni e sono sempre stata particolarmente sensibile alle questioni sociali».
Negli anni, la profonda esperienza nel mondo del teatro ha aiutato Marianella a sviluppare una particolare attitudine alla crescita, sia nella sfera personale che in quella collettiva.
«Trovo molte similitudini tra il recitare e il pedalare – prosegue – sono due azioni di movimento, interiore ed esteriore. Io ho sempre amato regalare pensieri, intuizioni per provare a crescere. Immaginare, apprendere, inseguire un obiettivo importante: sono tutte cose che anche nel ciclismo hanno un valore immenso».
Con Paolo Bettini, una visione condivisa
«Paolo non è solo il mio compagno – racconta Marianella – con lui ho una connessione molto profonda per quanto riguarda la condivisione di ideali e di valori. Confrontarmi con lui mi è naturale quanto respirare. Noi comunichiamo in modo semplice e diretto, senza filtri, e ci capiamo al volo. Quando gli ho raccontato di questa idea, mi ha subito aiutato a capire come si poteva realizzare. Lui ha il metodo, sa mettere insieme le cose nella maniera giusta».
La visione che Marianella offre del campione del mondo e olimpico Bettini è intima e personale. Nel suo racconto si comprende quanto conti l’unione di intenti nell’affrontare una battaglia difficile ed impegnativa come la lotta contro la violenza di genere.
«E’ importante che anche gli uomini prendano coscienza di questo problema. Paolo è una persona dalla grandissima sensibilità – prosegue – e ha la disciplina del campione. Ha fatto fatica a raggiungere i suoi traguardi, conosce il valore del sacrificio, dell’impegno, dell’abnegazione. Questo è un obiettivo importante, faticoso ma sappiamo che dobbiamo agire insieme, coinvolgendo più persone possibili».
Cristina Manetti e il concept di Pedale Rosso
Pedale Rosso non è solo un progetto, è una missione. L’evento si basa sul movimento, sull’attivazione collettiva dei corpi e delle coscienze. Gli obiettivi sono quelli di sensibilizzare sui valori dell’uguaglianza e della parità di genere. Inoltre è un modo virtuoso per promuovere la mobilità sostenibile all’interno della città e un senso di unità tra persone con visioni comuni.
Nella genesi della manifestazione, un ruolo molto importante l’ha avuto Cristina Manetti, Capo di Gabinetto della Regione Toscana. Marianella spiega come sia stata lei ad incoraggiarla ad inserire l’evento nell’ambito della più ampia manifestazione “La Toscana delle Donne”.
«Mi sono confrontata molto con Cristina – racconta Marianella – è una donna veramente straordinaria che ha creato un contenitore importante. Lei ha il dono di fare accadere le cose. Domenica ha pedalato con noi, è sempre stata presente in ogni situazione e devo dirle grazie. Sta combattendo molto per questa causa. Il messaggio che sta lasciando alle generazioni che verranno è forte e sono sicura che lascerà un segno profondo e significativo».
La luce come traguardo.
Marianella tiene a sottolineare come il messaggio finale di Pedale Rosso sia la luce. Per questo ha coinvolto il suo grande amico e artista Marco Lodola in qualcosa che non era ancora stato realizzato.
«Marco dà luce alle cose – dice – e io volevo che il traguardo di questa camminata fosse altamente simbolico. L’opera rappresenta la speranza ma anche la lotta, la forza, la libertà, la possibilità di farcela e soprattutto…l’amore».
La panchina luminosa che ora brilla davanti alla facciata di Palazzo Strozzi Sacrati è parte del più ampio progetto di coinvolgimento della città.
«Siamo partiti da Piazza delle Cascine – racconta Marianella – e abbiamo attraversato la nostra meravigliosa Firenze. Passando per i monumenti più belli e importanti. Visto dall’alto, questo serpentone risultava veramente affascinante. Vorremmo che Pedale Rosso fosse un format esportabile in tutte le città d’Italia e, perché no, d’Europa. Mi piace sognare in grande e vedo questo progetto come quella famosa scena di Forrest Gump: una persona inizia a correre e in centinaia di migliaia la seguono».
Le biciclette… anche a teatro!
Se spettacolo e ciclismo sembrano avere molti punti in comune, Marianella Bargilli e Paolo Bettini si preparano a stupire il proprio pubblico, tentando nuove strade che mescolano i due mondi. Pedale Rosso è pronto dunque a entrare nei teatri, coinvolgendo i partecipanti attraverso la recitazione.
«Che sia un monologo o un dialogo con più attori – conclude Marianella Bargilli – quando reciti devi sempre confrontarti con i tuoi spettatori per trasmettere un’emozione. Portare questo messaggio e le bici sul palco è una sfida che ci entusiasma. Ci fa guardare al futuro con passione e voglia di lottare».