| 7 Gennaio 2025

Ambra Italia dona ai Ciao una nuova vita, trasformandoli in e-bike

Chi non ricorda i Ciao, i ciclomotori della Piaggio nati nel 1967 e subito diventati un’icona del Made in Italy? Non solo hanno fatto la storia della mobilità per tanti ragazzi e ragazze, ma è stato il primo mezzo che li ha uniti nello stesso sogno di libertà, affrancandoli da casa e aiutandoli a creare le prime compagnie e i primi amori, in un mondo privo di social.

Essendo stato in produzione fino al 2006 ed essendo quasi tutti i modelli di categoria Euro 0, solo in alcuni sporadici casi è ancora permessa loro la circolazione. Per cui Tiberio Casali, con la sua azienda Ambra Italia di Rufina (in provincia di Firenze), ha avuto un’intuizione: trasformare i Ciao in e-bike, concedendo loro una seconda vita.

«Abbiamo pensato di dargli una veste green – spiega – trasformandoli in bici a pedalata assistita ed il primo duro passo è stato quello di ottenere le certificazioni nei laboratori specializzati, nel rispetto della normativa europea sulle e-bike. Il primo esemplare lo abbiamo provato nel 2020, proprio il giorno prima che l’Italia si fermasse per il lockdown. Dopo vari tentativi, nel gennaio 2021 abbiamo ottenuto le due certificazioni e nel 2022 il Ministero dello Sviluppo Economico ci ha rilasciato il brevetto per la parte meccanica».

I Ciao sono stati parte della vita di tanti ragazzi e ragazze a partire dagli anni ’70
I Ciao sono stati parte della vita di tanti ragazzi e ragazze a partire dagli anni ’70
Quindi è riduttivo dire che avete sostituito il motore termico con uno elettrico?

Direi proprio di sì! Pur cercando di mantenere intatto il design è stato necessario fare delle parti di rinforzo sulle fiancate, con acciaio tagliato al laser e fissato con 40 rivettature. Il retrotreno è stato completamente rivisto per fare posto al motore Bafang G020 da 45 Nm. Il motore è nel mozzo posteriore e abbiamo dovuto fare dei sostegni sia a destra che a sinistra, con cuscinetti stagni e parti in alluminio Ergal 7075. Tutto questo, oltre all’officina master che abbiamo qui a Rufina, lo facciamo in altre officine specializzate a Napoli, Pavia e Reggio Emilia.

La trasformazione si può fare con tutti i tipi di Ciao?

Si, a patto che siano in buone condizioni. Questo però capita di rado, per cui nel 90 per cento dei casi bisogna dapprima provvedere al restauro. Dalla sabbiatura alla ricromatura, dalla verniciatura alle varie riparazioni necessarie. Noi comunque consigliamo di farla su quelli a partire dalla serie Erre2 in poi. Questo perché i Ciao anteriori al 1974 sono considerati pezzi storici e quindi bisognerebbe scendere a dei compromessi estetici. Però ne abbiamo trasformato anche uno del 1972.

Che costo ha tutto ciò?

La trasformazione di un Ciao perfettamente conservato costa 3.050 euro, compresa la manodopera. Il restauro invece può variare tra i 1.500 ed i 2.000 euro in base alle condizioni del mezzo. Vendiamo anche il kit per fare autonomamente la trasformazione ed in questo caso il solo kit costa 2.490 euro, ovvero il prezzo di prima al netto della manodopera.

Come funziona la trasformazione fai-da-te per chi acquista il kit? Che accorgimenti ci sono da tenere?

E’ un’opzione che abbiamo considerato soprattutto per chi vive all’estero (ci sono stati tanti Ciao venduti in Olanda e Germania, ad esempio) e gli evita la doppia spedizione. Oppure per chi ne ha uno non proprio perfetto e se lo vuole tenere così. Viene spedito il kit con una penna Usb con tutte le specifiche del montaggio. Tenete presente che per la trasformazione ci vogliono dalle 15 alle 20 ore e alla fine il cliente ci spedisce una certificazione in cui si dice che il tutto è stato fatto seguendo la nostra guida.

A trasformazione conclusa il design del Ciao non si discosta molto dall’originale
A trasformazione conclusa il design del Ciao non si discosta molto dall’originale
E poi?

Noi a questo punto rispondiamo con un’altra certificazione in cui si dice che il mezzo è conforme allo standard UNI EN 15194. Ci siamo informati: non serve un attestato di meccatronica come per le moto elettriche, avendo declassato il Ciao ad e-bike. Del resto abbiamo messo anche il sensore di pedalata al posto del sensore di coppia, proprio come nelle comuni bici a pedalata assistita dove occorre pedalare per avviare il motore.

Per cui anche la targa non serve più. E con quella vecchia che si fa?

Per le vecchie targhe trapezoidali è sufficiente toglierla. Per i Ciao con la targa a sei cifre obbligatoria dal 2006, invece, basta recarsi in un ufficio della Motorizzazione o in un’agenzia e fare la sospensione della stessa.

Il Ciao è un pezzo della nostra storia recente, da far conoscere ai più giovani
Il Ciao è un pezzo della nostra storia recente, da far conoscere ai più giovani
E se si vieni fermati per un controllo bisogna esibire tutte le certificazioni?

Se ti vedono pedalare in città su un Ciao senza casco ti fermano di sicuro (sorride, ndr). Per cui abbiamo messo un Qr code dietro la forcella anteriore che rimanda a tutte le dichiarazioni di conformità. Quelle del motore, quelle circa la rispondenza del telaio alla norma europea. Tenete presente che ogni kit è numerato, quindi noi leghiamo il numero della matricola del kit al numero del telaio del Ciao, al numero di serie del motore e al cliente. A quest’ultimo creiamo una pagina personale dentro il nostro sito, dove ci sono tutte le foto del prima, durante e dopo la trasformazione e tutto l’elenco delle voci che richiamano il Ciao. Il tipo di motore, la sua matricola, i test a carico della batteria e i test di prova su strada con le curve di velocità. 

Fornite anche assistenza?

Sì, anche se ovviamente non abbiamo officine, in tutta Italia. Ma grazie a Dio l’abbiamo studiata per bene ed abbiamo scelto la strada della ridondanza. Il Bafang è veramente un gran motore, la parte meccanica è ridondante e anche quella elettronica. Ad esempio abbiamo messo un convertitore da 10 ampere quando l’assorbimento massimo con tutte le luci accese è di 1,7. L’abbiamo messo da 10 perché così siamo sicuri che non va in surriscaldamento.

Non solo un mezzo di trasporto ecologico, ma anche un oggetto di stile da mostrare in città
Non solo un mezzo di trasporto ecologico, ma anche un oggetto di stile da mostrare in città

La storia è veramente affascinante e sul sito di Ambra Italia ci sono anche i riscontri dei clienti e persino di chi ha montato il kit autonomamente. Casali dice che il fascino del Ciao vale sia per chi vuole farsi notare in centro con… stile, sia per i giovani che lo conoscono a malapena. Addirittura sta per partire un progetto di portare il Ciao nei laboratori di alcuni istituti tecnici per far fare la trasformazione agli allievi.

«Aiuterà i ragazzi ad avere una mentalità più imprenditoriale – conclude Casali – e a confrontarsi con la mobilità elettrica che è il futuro della micromobilità. E poi gli fa ricordare, gli fa studiare anche un oggetto che ha fatto la storia della nostra Italia».

Ambra Italia

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE