Nel mondo del ciclismo d’avventura, Maurizio Deflorian è un nome che risuona tra le valli dell’Alto Adige e oltre. Biker instancabile, tracciatore meticoloso ed esploratore appassionato, ha trasformato il suo amore per la montagna in un modo di vivere, inseguendo sentieri sempre nuovi. E con qualsiasi condizione atmosferica.
Tra passione inesauribile ed innovazioni tecniche – le fat bike prima ed e-fat bike adesso – negli ultimi anni è diventato anche un esperto di ciclismo sulla neve, dimostrando che pedalare in inverno non solo è possibile, ma può regalare emozioni uniche.
Paradiso Alto Adige
«Abitare a Merano, quindi in Alto Adige, è senza dubbio una grande fortuna per la mia passione – spiega Maurizio – da casa posso partire direttamente in sella e raggiungere luoghi straordinari, come il Passo del Madriccio a 2.900 metri, con un dislivello impressionante che parte dai 300 metri di Merano, giusto per dirne uno. Ma spostandomi di poco, in un’ora di macchina, posso raggiungere le Dolomiti ad Est e il resto dell’Alto Adige. Questo mi permette di esplorare continuamente nuovi percorsi».
La voglia di scoprire ha portato Deflorian a tracciare e condividere migliaia di itinerari. «Ho sempre amato condividere le mie esperienze: dai primi tempi sui forum, fino ad oggi, ho pubblicato circa 1.500 tracce (qui quelle dall’agosto 2022) sempre disponibili gratuitamente. Specifico sempre la difficoltà, perché ho una predilezione per i percorsi impegnativi, ma ultimamente, grazie alle e-bike, ho iniziato a proporre anche tracciati più accessibili». Tracce che non sono solo relative all’Alto Adige. Maurizio è un vero girandolone.
Il suo approccio, però, non è cambiato: la bicicletta è un mezzo di libertà e di scoperta, capace di adattarsi a ogni esigenza, dalla pedalata turistica alle sfide più tecniche.
Neve, elemento di casa
In qualche modo Deflorian è passato dalla neve ai sentieri e di nuovo alla neve. Quindi dallo sci alla fat bike, la mtb con le ruote super larghe, ideale anche per pedalare sulla sabbia. La coltre bianca in qualche modo è il suo terreno.
Deflorian era un maestro di sci, ma la vera svolta nella vita sportiva è arrivata con la bicicletta. «Ho iniziato tardi, a 40 anni, dopo un infortunio al ginocchio che mi ha costretto ad abbandonare sport come sci, windsurf e tennis. Il medico mi consigliò la bicicletta e fu amore a prima vista».
Se la mountain bike è stata una scoperta, la fat bike ha segnato una rivoluzione: «Già quindici anni fa – racconta Deflorian – con alcuni amici, abbiamo iniziato a pedalare sulla neve, sfruttando i sentieri battuti per le escursioni invernali. Qui in Alto Adige sono molto apprezzati anche dai turisti che non sciano. Li battono per delle passeggiate e sono accessibili alle bici. Contestualmente nel 2014, con l’arrivo più importante delle fat bike in Italia, si è aperto un mondo. Improvvisamente si poteva pedalare quasi ovunque. Da allora ogni inverno è diventato un’avventura».
L’evoluzione tecnica ha permesso di spingersi oltre, con l’uso di gomme chiodate per affrontare il ghiaccio e pedalate notturne anche con temperature polari. «A meno 15 o meno 20 gradi? Basta vestirsi bene e si può pedalare senza problemi».
Adrenalina e libertà
Ma cosa rende speciale il ciclismo invernale? Deflorian sembra rispondere con ancora maggiore entusiasmo a questa domanda: «La neve trasforma la montagna in un ambiente completamente diverso. In estate si può andare dappertutto, mentre d’inverno molti smettono di pedalare e altri di fare escursioni. Ma proprio per questo, in bici si ha la possibilità di scoprire angoli solitari, lontano dalla folla delle piste da sci. Questo aspetto per me è impagabile.
«Le piste da sci – prosegue Maurizio – sono sempre più affollate, a volte persino pericolose. Con la bici invece si può pedalare in mezzo ai boschi, nel silenzio più totale. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è necessario un equipaggiamento speciale: con una buona gomma ben tassellata si riesce a pedalare senza problemi. Certo, la neve cambia continuamente: un giorno è ghiacciata, il giorno dopo morbida. Ma è proprio questa imprevedibilità che rende ogni uscita diversa. E poi un altro aspetto che si lega a quanto detto prima sull’andare ovunque. Oggi con meno precipitazioni è più complicato anche fare sci alpinismo partendo da casa. Ci sarebbe molto da camminare. Spesso si passa in zone senza neve e bisogna ritogliersi tutto. Con la bici non si hanno questi problemi».
E poi la neve ha ancora un vantaggio: le cadute. «E succede, succede… spesso nella neve fresca si fanno capriole, dei veri “360” ma senza farsi male. È divertente, si torna un po’ bambini. E poi c’è tutta l’adrenalina della guida sulla neve: le derapate, la scarsa tenuta, il poter osare perché non ci si fa male».
Tracce e… via
Approccio giocoso e chiaramente non competitivo che Maurizio propone a se stesso anche d’estate e negli altri periodi dell’anno ovviamente. Sfogliando le sue pagine social ci sono alcuni scatti autunnali con dei colori da restare senza fiato.
«Queste mie uscite amo condividerle in qualche modo. Ora lo faccio parecchio sui social, ma anche con gli amici. Non organizzo tour come lavoro, anche se in passato sono stato una guida, ma se qualcuno vuole venire a fare un giro con me, lo accompagno volentieri. Basta mettersi d’accordo e partire all’avventura! Tutto è molto semplice».
Tra sentieri alpini e discese innevate o trail impolverati, Maurizio Deflorian dimostra che la bicicletta è molto più di un mezzo di trasporto: è uno strumento di esplorazione, di libertà e di connessione con la natura. Come vi racontammo per il ciclocartografo Michele Malfatti (i due hanno molto in comune) la parola d’ordine è scoperta. Anche, e forse soprattutto, quando tutto è bianco e il freddo punge la pelle. Perché, come dice lui, basta vestirsi bene e lasciarsi trasportare dalla voglia di pedalare.