| 17 Luglio 2025

In bici nel cuore di Dublino. Dove le sorprese sono dietro l’angolo

DUBLINO (Irlanda) – Dublino è una città per ciclisti? Una settimana di tempo per dare una risposta a questa domanda. In Rete troverete tanti articoli su tutto quel che la città di James Joyce offre, anche, anzi soprattutto a chi pedala. Ma davvero ciò basta per dare una risposta positiva?

La prima cosa che si nota, vagando per la città è una certa sensazione di caos. Va detto innanzitutto che rispetto ad altre capitali, qui muoversi senza un mezzo a disposizione non è semplice viste le distanze. Copenhagen, per fare un raffronto, ha tutto il suo meglio racchiuso in un bozzolo, tanto che è possibile raggiungere le proprie destinazioni anche a piedi, se si è scelto un punto logistico strategico. A Dublino no, quindi la bici diventa essenziale.

La classica pedalata che ogni anno si svolge nel giorno di San Patrizio, patrono irlandese (foto William Murphy)
La classica pedalata che ogni anno si svolge nel giorno di San Patrizio, patrono irlandese (foto William Murphy)

Tanto rispetto per i ciclisti

Qui possiamo trovare una prima risposta alla nostra domanda: la città irlandese urbanisticamente è ben messa. Strade larghe dove la parte ciclabile è ben visibile e gli automobilisti sono nel complesso attenti nei confronti di chi pedala. Tante rastrelliere, soprattutto in prossimità dei punti nevralgici, ma la bilancia presenta anche un piatto negativo, sul quale bisogna inserire il traffico, davvero notevole, quasi ai livelli delle nostre metropoli…

A Dublino non c’è metropolitana e questo si fa sentire nell’economia urbanistica perché le strade sono riempite dai pesantissimi e ingombranti autobus a due piani come anche dalla rete filotramviaria, che è la vera alternativa alla circolazione sotterranea. Tutto ciò però appesantisce notevolmente la circolazione, così soprattutto nelle ore “calde” (a tutti gli effetti…) regna il caos. Un altro aspetto che colpisce e che a Dublino non ci si aspetterebbe è che la percentuale di chi pedala con il caschetto è piuttosto bassa, possiamo anche dire il 50 per cento e questo non è un bel messaggio.

Un dato che colpisce girando per Dublino è notare quanto sia poco usato il casco
Un dato che colpisce girando per Dublino è notare quanto sia poco usato il casco

Un caldo davvero inusuale

Attenzione: parlavamo di caldo non a caso. Nei giorni del viaggio la temperatura, inizialmente molto gradevole si è issata fino ai livelli “italiani”, toccando i 30°. Una cosa davvero inusuale: «Io vivo qui da oltre trent’anni – raccontava Lucio Paduano, proprietario campano della pizzeria “La Strada” in Aungier Street considerata fra le 50 migliori d’Europa fuori dai nostri confini – e non abbiamo mai avuto una simile ondata di calore. Ma che per caso ce l’avete portato voi? Grazie…» ci ha salutato ironicamente. Questo impatta sul territorio perché a Dublino gli impianti di aria condizionata sono vere mosche bianche, tutti hanno quindi tirato fuori dalla soffitta vecchi ventilatori e l’effetto, più che refrigerante, è stato portatore di raffreddori se non peggio…

L’importanza delle rastrelliere

Ma d’altronde chi oggi parla di cambiamenti climatici viene visto come componente del mainstream imperante e propagatore di falsi allarmismi, quando la verità è inversa e ormai a comandare sono proprio i negazionisti, a tutti i livelli. Con il caldo comunque molti hanno scelto la bici per muoversi, soprattutto coloro che lo fanno per lavoro o per studio. Al Trinity College, fiore all’occhiello della città, le rastrelliere andavano progressivamente riempiendosi col passare delle ore, anche se i responsabili della struttura sono molto rigidi: quando si entra nei pesanti cancelli del principale centro di studio della città, la bici va rigorosamente condotta a mano.

Anche il Trinity rappresenta quella parte di Dublino alla quale non sai dare un giudizio. Posto bellissimo, entri e aspetti con passione il momento della visita alla sua eccezionale biblioteca, scoprendo poi che tutti i libri (oltre 700 mila, accumulati nei secoli) sono stati portati via e sottoposti a una delicata fase di restauro unita alla loro digitalizzazione e catalogazione. Resta quindi la libreria, sormontata dalla gigantesca installazione artistica dello scultore Luke Jerram rappresentante il Pianeta, in mezzo a scaffali vuoti e da restaurare anch’essi. Un restauro finanziato parzialmente anche dai soldi dei turisti, che pagano qualcosa che non c’è…

L’esperienza di un negozio locale

Quali sono le bici più utilizzate? Ci si aspetterebbe che siano soprattutto le e-bike, ma a Dublino si è molto legati alla tradizione: «Qui vanno principalmente le city bike e in generale le bici da strada – racconta Pawel Kubeczek, proprietario di Bolton Cycles che è uno dei principali punti di noleggio della città oltre che di vendita di bici di seconda mano completamente restaurate – C’è un bel movimento, la bici qui è vista davvero come mezzo ecologico per spostarsi, per non pesare sul traffico. Molti lasciano la bici parcheggiata fuori, soprattutto in inverno questo finisce per danneggiarle e così tocca a noi rimetterci mano anche rispondendo a richieste pressanti per i tempi, considerando la reperibilità dei pezzi di ricambio. Poi c’è tutta la parte che riguarda i turisti, ma lì è un discorso diverso. Molti comunque sfruttano la possibilità di caricare le bici sui treni per visitare anche l’esterno della città».

Noi abbiamo fatto la prova recandoci a Howth, piccolo borgo marinaro che è un po’ la propaggine cittadina sull’acqua. Un posto piccolo ma delizioso, dove è d’obbligo una crociera verso l’isoletta di fronte abitata da centinaia di gabbiani e oche marine e dove non di rado capita anche di trovare foche a caccia di cibo e che fanno sosta al sole, quasi fossero bagnanti che non pagano biglietto… Tra i due fari della città, il museo, il parco proprio di fronte al porto, il tempo vola via senza accorgersene.

Molti ragazzi si spostano in e-bike, anche per le frequenti escursioni fuori porta
Molti ragazzi si spostano in e-bike, anche per le frequenti escursioni fuori porta

I principali luoghi da visitare

Torniamo a Dublino, va bene il traffico ma che cosa merita una visita? Innanzitutto la prima destinazione di ogni turista, la Guinness Storehouse, dove viene raccontato nei particolari come si produce la particolare birra nera e si produrrà per i prossimi 8.700 anni, visto che il contratto d’affitto della famiglia Guinness venne firmato per una durata plurimillenaria. E’ tutto digitale e virtuale, un viaggio tra computer, vecchi filmati e contatto con i prodotti di base fino all’immancabile assaggio e alla pinta gratuita, obiettivo di tanti. Bello, anche se tanta ipertecnologia rende tutto un po’ asettico.

Se si amano le sensazioni di una volta e si vuole dare un’impronta culturale al viaggio, non può mancare una giornata alla National Gallery of Ireland, che a differenza di ogni altro luogo turistico non prevede costo del biglietto. Al suo interno è un condensato di capolavori, non solo di radice irlandese o britannica, visto che abbiamo trovato opere di Tiziano, Guercino, Monet, Renoir, Rembrandt, anche un fantastico Van Gogh. Una giornata intera girando per le sue sale, provando alla fine quella sensazione di appagamento culturale che accade sempre meno sovente di vivere.

La Cattedrale del Cristo Re, schermata da un traffico quasi ininterrotto
La Cattedrale del Cristo Re, schermata da un traffico quasi ininterrotto

La risposta alla domanda iniziale

Tornando verso casa, è riemersa nitida nella mente la domanda: Dublino è una città ciclistica? La risposta è sì, almeno per gli standard ai quali siamo abituati dalle nostre parti, ma in generale bisogna sapersi immergere nella sua realtà imparando a prendere la vita come viene, senza aspettarsi troppo, perché è nell’animo di ogni buon irlandese avere una visione della quotidianità un po’ naif. E adeguarsi non è male…

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