Una vita in bicicletta, venticinque anni, Fabio Felline per tanti anni ha vissuto in simbiosi con i pedali che lo hanno portato e accompagnato in tutto il mondo. Poi a fine 2024 la carriera da professionista del torinese è terminata dandogli modo di vivere la bicicletta in maniera diversa. Non più con la mente proiettata al prossimo obiettivo o allenamento, ma con la voglia di godersi ogni giro di pedale. A novembre siamo stati insieme a Fabio Felline al Trek store di Lallio per ritirare le due nuove biciclette che faranno parte di questo suo secondo capitolo di vita: una da strada e l’altra gravel. Se la prima è come una proiezione di ricordi lunghi una carriera la seconda è quella che gli dà modo di scoprire un altro lato di questo sport.
«Nelle settimane scorse – racconta Felline – sono stato a Celle Ligure, dove ho una seconda casa che quando ero corridore sfruttavo tanto per allenarmi. Ma da queste parti, in Liguria, la bici da gravel devo ancora capire come sfruttarla al meglio. Ci sono tanti sentieri per la mountain bike, ma per ora non ho cercato alternative alla bici da strada».
Ancora qualche misura
E’ difficile riuscire a scrollarsi di dosso venticinque anni di carriera in pochi mesi. Ma Fabio Felline ha scoperto un nuovo modo di vivere la bicicletta, anche se qualche strascico del passato c’è ancora.
«Fino ad oggi – continua – ho vissuto il ciclismo in un modo e sono riuscito a separarmi subito da questa cosa. Non mi piace pedalare per sentire la fatica, ma per divertirmi. Uscire in bici con l’obiettivo dell’allenamento non è più parte della mia vita, ma pedalare rimane comunque un’attività centrale. Il gravel puro, o come lo intendono alcuni, ancora non mi appartiene. Nei giri che facevo prima per allenarmi su strada taglio in alcuni punti e mi trovo a pedalare su strade sterrate».
Guida e velocità
Il passato, come detto prima, torna nel momento in cui si parla di gravel. Sia per quanto riguarda i luoghi sui quali pedalare che per la voglia di testare e provare nuovi materiali.
«Quello che mi piace dello sterrato – prosegue Felline – arriva anche dal mio passato nella mountain bike. Anche quando ero un ciclista professionista mi piaceva andare ad allenarmi in montagna sui sentieri, avevo una particolare passione per le strade bianche o strade militari molto battute che mi permettevano di fare velocità e allo stesso modo di guidare la bici. E’ un grande divertimento e non vedo l’ora della bella stagione per provarle con la mia Checkpoint. Si tratta di una bici comoda e in grado di dare il giusto supporto se si vuole fare un’uscita all’avventura. Notavo però che se volessi montare un rapporto più grande, ne parlavo anche con Trek, non è possibile montarlo a causa della forma del telaio. Non si tratta di una bicicletta gravel da competizione. Comunque mi piace molto, ha un design accattivante e aggressivo. E’ un telaio leggero e veloce che in un certo modo riesce a farti sentire l’ebbrezza del vento».
Lontano dal traffico
Quello che strega la maggior parte dei ciclisti che si avvicinano al gravel è la sua capacità di portarci lontano dalle strade trafficate. Un modo per evitare situazioni pericolosi e stressanti, ma anche in grado di rimetterci in contatto con la natura.
«A Torino – conclude Felline – nel momento in cui mi sono messo a fare qualche giro sulle strade che ho sempre conosciuto e visto ho trovato delle nuove chicche. Una di queste è il lungo Po, pedalare sull’argine del fiume per chilometri e chilometri senza incontrare una macchina. Sono anche curioso di andare nella zona di Rivoli a Morenica, tutti aree dove giravo con la bici da mountain bike. E’ una bella palestra per prendere confidenza con il gravel, ogni giorno puoi decidere cosa fare. Non mi sento ancora di fare dei giri senza parti asfaltate, è difficile trovarli, in particolare se non hai esperienza. Piano piano inserirò tutto».