| 12 Luglio 2024

Federico Pellegrino, il fondo, la bici, Pogacar e i punti in comune

CORVARA IN BADIA – Sulle montagne Federico Pellegrino ci passa gli inverni sfrecciando sugli sci stretti, ma anche godersele in sella non gli dispiace. Ovviamente, da competitivo qual è, anche alla Maratona dles Dolomites–Enel, il 33 enne fondista valdostano delle Fiamme Oro non si è tirato indietro. E pur prendendola come allenamento in vista della prossima stagione sulla neve, ha coperto i 106 km del percorso medio in 4h 32’04”. Programmazione, attenzione ai particolari, meticolosità nell’integrazione in qualunque allenamento nelle quattro stagioni tra corsa, bici, ski roll per poi far incetta di trionfi nel fondo. 

La Maratona corsa con la casacca del Team Enervit è stato un divertimento, accompagnato dalla moglie ex fondista Greta Laurent e dal piccolo Alexis (un anno e mezzo), ma la testa vola già ai prossimi sogni fino all’Olimpiade casalinga di Milano Cortina 2026 sulle piste ben conosciute della Val di Fiemme, ampliando gli orizzonti non soltanto alle “sue” sprint. 

A tavola con la moglie Greta, a sua volta ex fondista, e il piccolo Alexis
A tavola con la moglie Greta, a sua volta ex fondista, e il piccolo Alexis
Federico, oramai la Maratona è un appuntamento fisso in calendario: che cosa rappresenta per te?

E’ dal 2015 che non ne perdo una ed è uno degli appuntamenti più importanti dell’estate, sia per l’ambiente che si vive sia come check di preparazione. Poi quest’anno è il 70° anniversario di Enervit, per cui non potevo mancare.

Con che spirito l’hai affrontata?

Sicuramente non sono venuto in vacanza sulle Dolomiti, ma ad allenarmi, già dai giorni precedenti alla Maratona. In testa l’obiettivo ricorrente è quello di fare un bel giro sui quattro passi senza traffico e in cui mettere a punto una strategia. Si tratta di una situazione unica, perché non mi succede tante volte durante l’anno di fare tante ore di intensità e mi permette di provare su di me diverse situazioni.

Che percorso scegli di solito?

Per qualche edizione ho fatto il classico, quando il mio allenatore non era d’accordo che facessi la Maratona. Da un po’ di anni, invece, opto per il medio.

Cramer, dunque, è a favore?

Mi dice che già che ci sono, meglio che porti a casa un bel lavoro. Abbiamo concordato i ritmi col quale affrontare le salite, senza farmi prendere troppo dalla voglia di competizione. D’altronde, quando si indossa un pettorale, non è facile riuscire a tenersi. Per fortuna, negli ultimi anni di Coppa del mondo di sci di fondo, ho imparato a utilizzare al meglio le gare anche come sorta di allenamento, per cercare di dare il meglio di me.

La Maratona per il fondista valdostano è counque preparazione in vista della stagione invernale (foto Enervit)
La Maratona per il fondista valdostano è counque preparazione in vista della stagione invernale (foto Enervit)
Tra l’altro hai anche ottenuto ottimi piazzamenti nelle annate precedenti.

Non mi permetto nemmeno di dirlo. Sono più orgoglioso di qualche bel tempo che ho fatto in passato, lontano dal gruppo dei primi, ma mentre ero in mezzo a tanti amatori.

Quanto ti diverte pedalare?

Non faccio tantissimi chilometri ultimamente. Gran parte della preparazione infatti è prevista lontano da casa e in posti in cui la bici non è proprio il mezzo ideale. Però in passato sono arrivato a fare anche 3000 km all’anno. Ovviamente, sappiamo tutti che quando superi i 1.000-1.500 km, le gambe girano meglio e c’è più divertimento. Adesso, invece, ho il problema che i muscoli non stanno dietro al cuore, almeno per quanto riguarda la bicicletta.

Il tuo passo preferito del percorso?

In salita, direi il Pordoi, perché in gara è il momento in cui esce il sole e ti scalda la schiena. In discesa, invece, il Valparola, che ha un paio di tornanti davvero divertenti. Però mi manca ancora da fare il Giau. 

Come ti sei allenato per lo sci durante la Maratona dles Dolomites?

Tenendo alto il cuore per tutta la gara, comprese anche le discese. 

Federico Pellegrino, classe 1990, campione del mondo sprint a Lahti 2017, vincitore di due Coppe del mondo sprint e di due medaglie d’argento olimpiche
Federico Pellegrino, classe 1990, campione del mondo sprint a Lahti 2017, vincitore di due Coppe del mondo sprint e di due medaglie d’argento olimpiche
In termini tecnici, quanto?

Sopra i 150 battiti, ma cercando di non superare mai i 170. D’estate arrivo anche ai 200 in certe sessioni, per cui così è già un buon range tra zona 2 e inizio zona 3, da gestire bene anche sui passi. Alla partenza, l’adrenalina è alta per la sveglia al mattino presto, il pettorale, il silenzio, gli elicotteri. Pur avendola già fatta tante volte e sapendo cosa mi aspetta, l’emozione resta grande. Col passare dei chilometri le gambe iniziano a calare, ma il cuore e il fiato hanno mantenuto una buona capacità di prestare.

Ci dici punti in comune e diversità tra una gara di sci di fondo e la Maratona dles Dolomites?

In realtà non molti con la sprint, ma magari più con la 50 km, specialità su cui mi sono iniziato a divertire non poco negli ultimi anni. Ci sono parecchie analogie e il ciclismo rappresenta un ottimo modo per provare il mio corpo sia dal punto di vista dello sforzo fisico sia dell’integrazione.

In quest’ultimo aspetto, come ti rapporti?

Da qualche anno utilizzo questa nuova formula dei Carbo Gel C2:1, una super densità di carboidrati che mi dà l’energia per fare uno sforzo prolungato e non rimanere senza forze. E’ il prodotto che sto utilizzando in tutte le attività che faccio.

Pellegrino è uomo Enervit. Per le prove lunghe utilizza Carbo Gel C2:1, con una super densità di carboidrati
Pellegrino è uomo Enervit. Per le prove lunghe utilizza Carbo Gel C2:1, con una super densità di carboidrati
Esci in bici anche con la famiglia?

Più che altro io corro e loro mi seguono in bici. Anche nel weekend della Maratona, il sabato io ho fatto il mio allenamento podistico e Greta portava Alexis col seggiolino. E’ un bellissimo modo che hanno per starmi vicino e per passare più tempo insieme. Greta la Maratona l’ha corsa, questo ambiente lo conosce bene ed è sempre un piacere anche per lei esserci. Abbiamo portato il piccolo a vedere la Maratona for Kids e chissà che in futuro anche lui possa iniziare a divertirsi facendo sport.

Tu che nella tua carriera studi molto gli sportivi e ti ritrovi in quelli meticolosi alla Cristiano Ronaldo, ti sei mai confrontato con qualche ciclista professionista?

Facendo uno sport di fatica d’inverno, gravito nel mondo dell’endurance che in estate va avanti nella ricerca, grazie a sport come il ciclismo. In particolare, ne subisco in maniera positiva gli effetti nella tecnologia alimentare, perché l’Equipe Enervit mi riporta i feedback dei suoi atleti di punta in tutte le discipline. 

Tra questi, Tadej Pogacar…

Appunto. Nello specifico, pur essendo molto curioso, non ho mai avuto un confronto troppo diretto con lui o altri ciclisti. Anche perché spesso loro fanno degli sforzi prolungati per più giorni come il Giro e il Tour. Però ci sono anche tante analogie ed è bello trovarle. Mi piacerebbe passare un’ora con Tadej, perché mi sembra un ragazzo molto simpatico, alla mano e divertente. Per esperienza, dico che so che una buona componente della riuscita dal punto di vista della prestazione è direttamente proporzionale al grado di felicità che l’individuo ha. Mi intriga quel ragazzo e anche lui e Urska sono una coppia sportiva come me e Greta.

L’intervista con Federico Pellegrino si è svolta a corvara alla vigilia della Maratona
L’intervista con Federico Pellegrino si è svolta a corvara alla vigilia della Maratona
Lunga fatica in bici, ma ora anche sugli sci: ci racconti come si spazia dalle sprint alle 50 km?

Sicuramente è un passaggio a livello mentale. Mi sono posto come obiettivo la 50 km, una gara lontana dalle mie amate sprint che mi hanno caratterizzato per tutta la carriera. E’ un’assunzione di consapevolezza di un potenziale che posso esprimere. Anche in virtù di quanto ho già espresso col decimo posto ai Mondiali di Planica del 2023 nella 50 km in tecnica classica e poi col settimo della passata stagione nella mitica gara di Holmenkollen, sempre in classica. Sono quegli elementi che servono a dare benzina alla fiamma che ho dentro e a migliorarmi sempre di più. Fino a dove mi porterà non lo so, sicuramente nel 2026 il programma olimpico prevede la 50 km in tecnica classica. Ad ora non ho ancora definito i programmi per il futuro, ma sicuramente è una grande opportunità da non perdere. Intanto mi alleno, mi piace farlo, vedremo nei prossimi tempi.

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