CHIAVENNA – Valchiavenna Gravel Escape è l’evento nato per portare gli amanti di questa nuova disciplina a scoprire un territorio ricco di storia, di tracciati e di curiosità. La Valchiavenna riesce a far vivere la bici a 360 gradi, fornendo diverse attività e tanti modi di vivere il cicloturismo: dalla strada alla mountain bike, passando appunto anche dal gravel (foto in apertura Gravel Escape). Incastonata alle pendici di montagne verdi la Valchiavenna è un tappeto sul quale pedalare e ammirare la bellezza di panorami unici. Vedere nascere dal terreno i pendii e ammirarne l’evoluzione verticale è uno spettacolo che ruba lo sguardo al resto.
Qualche giorno fa abbiamo avuto la possibilità di provare gran parte dei tre tracciati che hanno caratterizzato la Valchiavenna Gravel Escape. Il punto di partenza comune è la piazza centrale di Chiavenna. La quale, in occasione del prossimo evento che si terrà a maggio 2025, vivrà due giorni di festa tra stand di marchi, cibo tipico e prodotti del territorio.
Isolati dal mondo
La cosa bella e particolare che percepiamo appena partiti è che questi tracciati sono stati ideati e pensati evitando le strade principali. Mentre il traffico scorre e i turisti viaggiano verso diverse mete noi pedaliamo tra ciclabili e sentieri sterrati. Strade che salgono scendono in mezzo a paesini che riportano alla mente una vita diversa, che in parte si gusta ancora da queste parti.
Il tracciato corto, che misura una cinquantina di chilometri, si sviluppa interamente nei pressi di Chiavenna, aggrovigliandosi e riprendendo passaggi da prospettive sempre nuove e diverse. Il fiume Mera è quel filo blu che ci ricollega sempre, ricordandoci dove siamo passati. Il suo incedere verso il vicino lago di Como scandisce il ritmo delle nostre gambe. I tratti sono scorrevoli e spesso favorevoli, tanto da permettere al ciclista di alzare la testa e cogliere i particolari di questo territorio. Uno di essi è il torrente Boggia, famoso in tutto il mondo per il canyoning, una disciplina che consiste nel percorrere il torrente a piedi con l’ausilio di corde, senza gommone o canoa. Giusto il tempo di pensare che un’attività del genere non fa per noi e si riprende a pedalare.
Crotti e storia
Il gravel permette di riconnettersi alla natura, alla storia e alle curiosità di un luogo. Esplorare e vivere in bici certi pezzi di una vita passati è un modo per farli propri, vivendoli. Valchiavenna Gravel Escape vuole proporre esattamente questo. Certo, alcuni passaggi sono tecnici e a volte serve scendere dalla bici per proseguire, ma basta rimontare in sella e percorrere pochi metri per capire la bellezza di certe fatiche.
La Valchiavenna è un luogo pieno di storia, legata alle ere geologiche e agli avvenimenti naturali. E’ stata proprio una frana a dare origine ai famosi crotti, delle cantine naturali sfruttate per conservare a temperatura costante vini, formaggi e altri prodotti tipici. Tutto ciò è possibile grazie a “sorei” ovvero gli spiragli tra i massi, tra i quali soffia una corrente d’aria a temperatura costante, intorno agli 8 gradi centigradi. Nei tre percorsi proposti se ne attraversano alcuni e la sensazione di cosa siano i crotti la si respira nell’aria grazie ai profumi dei prodotti conservati al loro interno.
Il prodotto tipico della Valchiavenna è la bresaola, qui chiamata brisaola per distinguerla da quella di altre località. La caratteristica particolare è che la produzione è ancora artigianale, e ogni famiglia produce la sua, usando un mix di spezie differenti. I sapori cambiano e gli abitanti della Valchiavenna hanno una loro personale classifica di gradimento a seconda dei gusti.
Ciclabili e cascate
Gli sterrati della Valchiavenna Gravel Escape sono stati collegati tra loro utilizzando le diverse ciclabili, nella parte bassa è la ciclabile della Valchiavenna a unire e ricondurre il cicloturista sui sentieri. Nella parte alta, andando verso la Val Bregaglia, dove si snodano i percorsi medio e lungo, la ciclabile prende il nome dall’omonima valle. Si inizia a salire e i percorsi si fanno esigenti, la destinazione è la Val Bregaglia che porta al confine con la vicina Svizzera.
Nel lento risalire si passa da Piuro, paese che in epoca medievale è stato distrutto da una frana che ha costretto gli abitanti a ricostruire il borgo. Da qui nasce il nome Borgonovo di Piuro, frazione sulla quale si abbattono le Cascate dell’Acquafraggia. Un nome che deriva da “acqua fracta” ovvero acqua interrotta da cascate. Una piccola oasi naturale dove rifugiarsi dal caldo ammirando lo spettacolo costante offerto dall’acqua. Poco sopra Piuro il percorso corto raggiunge la sua massima estensione e torna verso Chiavenna, per concludersi nella piazza principale.
Il finale: la Val Bregaglia
La destinazione ultima dei percorsi medio e lungo è la Val Bregaglia e la Svizzera. Servono gambe e pazienza per raggiungerla perché la strada sale costantemente. Appena superato il confine si entra in un mondo nuovo, con architetture completamente diverse, così come la lingua. La fatica però viene ricompensata dal castagneto immenso, piantato in epoca romana e prosperato fino ai giorni nostri, espandendosi a perdita d’occhio. Il castagneto è attraversato da una salita dura e ripida della quale si sogna la cima. La fine arriva e superata una galleria suggestiva si apre lo spettacolo delle cascate di Caroggia.
Il punto finale, posto alla fine di un’altra salita che porta la schiena a incurvarsi e al mal di gambe è Nossa Dona. Un borgo medievale ora abbandonato ma che mostra ancora gran parte delle sue bellezze, una pausa qui è un ottimo modo per respirare e tuffarsi poi verso un veloce ritorno. Prima di riprendere la ciclabile si deve affrontare una discesa particolarmente tecnica, per i meno esperti è bene caricare la bici in spalla e camminare per un breve tratto.
La ciclabile della Val Bregaglia riporta i ciclisti verso Chiavenna, così da concludere il percorso e avere il meritato riposo.