| 31 Luglio 2025

Montegallo, la cura delle mulattiere e oltre 300 biker felici

«I protagonisti sono stati solo loro. Senza la loro risposta alla partecipazione noi non saremmo diventati quello che siamo…». Stavolta partiamo dalla fine dell’intervista con Fabio Gentili, l’organizzatore del Montegallo Bike Tour che si è svolto domenica scorsa, sul versante marchigiano del Parco dei Monti Sibillini. “Loro” ovviamente sono i biker che hanno partecipato alla cicloturistica. E già questo fa capire quanto spirito di abnegazione ci sia nello staff che ha contribuito a portare un bel po’ di brio in una terra che ancora risente del sisma del 2016. Ma riavvolgiamo il nastro…

Sono stati tre i percorsi per mountain bike che si sono snodati tra i boschi e i prati del Parco dei Monti Sibillini
Sono stati tre i percorsi per mountain bike che si sono snodati tra i boschi e i prati del Parco dei Monti Sibillini
Fabio com’è andata domenica a Montegallo?

Ci riteniamo molto soddisfatti avendo raggiunto i 320 partenti. 

Buono…

Molto buono… C’era gente da tutto il Centro Italia.

L’altra volta ci avevi detto che in un ristoro ci sarebbe stata una fontana piena di cocomeri…

Ve lo confermo, c’erano tutti! Ne abbiamo consumati 20…

Cos’hanno detto i partecipanti della giornata?

Vi leggo i commenti sui social che ho davanti: “Stupendi come sempre”… “Quest’anno il percorso alternativo soft è stato bellissimo”… Ah, poi c’è una ragazza che ha scritto: “Propongo un premio per le donne biker”. In effetti, anche se la manifestazione non è competitiva, è senz’altro un’idea che prenderemo in considerazione per il futuro.

Alla partenza c’erano circa 320 biker. Sullo sfondo, il Monte Vettore li osserva…
Alla partenza c’erano circa 320 biker. Sullo sfondo, i rilievi del Monte Vettore li osservano…
Quanto lavoro c’è stato dietro alla manutenzione dei sentieri?

Abbiamo iniziato il 15 giugno con gruppi da 6 a 13 persone ogni weekend. Motoseghe, zappe, soffiatori: abbiamo riaperto le mulattiere e ripulito il passaggio dai rovi o, peggio, dal crollo degli alberi. Quassù c’è tanto vento e fa tanta neve, per cui se c’è una pianta secca al 90% cade.

Dove siete intervenuti precisamente?

Nella zona sopra Fonte Graniera. Abbiamo ripristinato un chilometro di strada comunale abbandonata: due giornate di lavoro estenuante, ma ora colleghiamo Corbara a Santa Maria in Lapide, evitando due chilometri di asfalto. L’abbiamo chiamata “Purgatorio”, perché è una salita un po’ più dolce di un single track che invece è molto impegnativo e pertanto chiamiamo “Inferno”.

Scontato dire che ora manca il “Paradiso”…

Magari l’anno prossimo lo facciamo in prossimità del ristoro di arrosticini (scherza, ndr)

Cosa vi ha spinto a dedicare tutto questo tempo alla cura dei percorsi?

Siamo un gruppo di amici che ama la nostra montagna e che condivide la stessa passione. Iniziamo la mattina presto, ci divertiamo, scherziamo tra di noi e spesso finiamo a pranzare insieme, contribuendo anche ad aiutare qualche ristorante della zona. Una volta abbiamo festeggiato il compleanno di mio zio nel giardino di casa mia. Abbiamo apparecchiato, un mio amico ha portato i tartufi, un’altra ragazza ha portato i funghi porcini. E così abbiamo mangiato tagliatelle, porcini e tartufo. Un’altra ha portato gli arrosticini…

Sempre l’altra volta ci avevi spiegato che tutta la comunità di Montegallo è coinvolta nell’evento. Come hanno contribuito? 

Abbiamo avuto 40 volontari solo per la sicurezza negli incroci e nei punti più pericolosi. Poi, c’erano cinque o sei ragazze per ognuno dei due ristori dove sono state distribuite le crostate e le pizze. C’erano tre ragazzi che stavano a quello dei cocomeri e quattro signori, tra cui mio padre e il padre del mio amico Gerardo, al ristoro degli arrosticini. Altre 20 persone stavano al pasta party finale, di cui 10 in cucina…

Avete toccato con mano il piacere di aver regalato una bella giornata non solo ai bikers ma anche a chi abita nelle zone terremotate?

Sì, anzi ti leggo un commento su Facebook di una signora che abita proprio nella zona di Montegallo. Premetto che tutti noi, dopo 12 ore no-stop, alle sette di sera ci siamo messi a smontare tutto e a ripulire. La signora si chiama Domenica, detta Mimma, e scrive: “I miei complimenti. Ho fatto una camminata nel prato dove si è svolta la festa: nemmeno una briciola di pane per terra, un mozzicone di sigarette una bottiglia, un bicchiere… Veramente complimenti”.

Fabio legge queste ultime parole con una punta d’orgoglio. Forse perché sono proprio queste le ricompense maggiori agli sforzi che una comunità dà per continuare, nonostante tutto, a tenersi legata alla propria terra.

Montegallo Bike Tour

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