| 2 Aprile 2024

Pedalando oltre i limiti mentali. Le imprese di Zico Pieri

Un uomo normale. Zico Pieri ci tiene ogni volta a partire da quest’assunto, un uomo normale che ha fatto cose straordinarie. Primatista mondiale nella particolare disciplina dell’Everesting, il cinquantenne marchigiano è un uomo perennemente alla ricerca di nuovi limiti, di scoperte anche dentro se stesso, per dimostrare che siamo in continua evoluzione e che dobbiamo superare quegli ostacoli che, esternamente o ancor più spesso interiormente, ci frenano.

Il mental coach marchigiano è spesso protagonista di lezioni e convegni. E’ seguitissimo dai giovani
Il mental coach marchigiano è spesso protagonista di lezioni e convegno. E’ seguitissimo dai giovani

Everesting in memoria di Mallory

Per capire chi è Zico Pieri (nome preso dal fascino che su di lui bambino avevano le imprese del grande calciatore brasiliano) bisogna capire che cos’è l’Everesting ed è lo stesso Pieri a spiegarlo: «E’ una specialità nata in Australia nel 1994 e la sua storia è particolare. Nel 1924 George Mallory insieme ad Andrew Irvine perse la vita nel tentativo di scalare il Monte Everest, la montagna più alta del mondo.

Per ricordarlo, settant’anni dopo suo nipote (George anche lui) per ricordarlo scalò in bici per 10 volte il Mount Donna Bouang, completando così 8.848 metri di dislivello, proprio l’altezza dell’Everest. Nel 2014 un gruppo di ciclisti di Melbourne brevettò l’Everesting e costruì un sito nel quale mettere in contatto tutti coloro che riprovavano l’impresa, regolamentandola».

Per compiere un Everesting si può scegliere qualsiasi salita. «E – continua Pieri – la si può scalare quante volte si vuole, l’importante è arrivare a quel fatidico numero. Si può fare anche più volte, io ne ho fatti 4 di seguito conseguendo così il record mondiale. Ma i record sono fatti per essere battuti e per me hanno un significato molto relativo. A me interessa la sfida in se stessa. L’Everesting l’ho fatto anche a piedi, due volte di seguito, l’ho fatto affrontando il Monte Petrano dalle mie parti o le montagne cilene per 50 volte di fila oppure lo Stelvio per 5-6 volte per arrivare a quel limite. Ma si può fare anche salendo scale, o con lo sci alpinismo.

«Everesting si evolve continuamente e che non si è connotata di agonismo, resta sempre una sfida con se stessi».

Lo Stelvio è teatro privilegiato per l’Everesting. Pieri l’ha scalato 6 volte di fila
Lo Stelvio è teatro privilegiato per l’Everesting. Pieri l’ha scalato 6 volte di fila

Un uomo normale oggetto di studi

Sulla base delle sue imprese Zico Pieri, che non ha mai abbandonato la sua professione di libero artigiano, è diventato un seguitissimo mental coach. Tiene seminari in tutta Italia ed è molto seguito dalle generazioni più giovani.

«E’ per questo che in ogni occasione ribadisco di essere una persona normale. Ho sempre fatto sport ma senza eccellere, eppure sono arrivato ad essere studiato anche dalla scienza per capire come si arrivava a imprese estreme come le mie. Io voglio sempre tentare qualcosa di nuovo, rendere pian piano l’impossibile non più tale perché la soglia si sposta sempre in avanti».

Su un concetto Pieri è molto netto: «I limiti che ci troviamo di fronte sono spesso più mentali che reali. Li pensiamo noi così, sono autoimposti. Spesso siamo vittime dell’ambiente che ci circonda, abituati all’iperprotezione. Siamo sempre più limitati e il primo passo per superare i nostri limiti è condividerli, accettarli, farli nostri. Sappiamo che sono una protezione, ma sta a noi sapere quando dobbiamo e possiamo superarli.

«Dobbiamo connettere la nostra mente alle nostre emozioni, in modo da spostare i limiti sempre più avanti. Questo vale nello sport e nell’attività fisica come in qualsiasi campo della nostra quotidianità. E’ il primo passo per non arrendersi mai».

Spesso gli allenamenti e le imprese vengono compiute di notte. Il sacrificio è un componente fondamentale
Spesso gli allenamenti e le imprese vengono compiute di notte. Il sacrificio è un componente fondamentale

Ricerca della concentrazione

Sono concetti che Pieri ha sviluppato nel corso del tempo e che sono diventati tanto più attuali con l’evoluzione della nostra società, figlia di una tecnologia che imbriglia sempre più la fantasia dei ragazzi, legati in maniera ossessiva a quei piccoli schermi rettangolari.

«E’ un meccanismo perverso – spiega Pieri – lo smartphone da un lato ipnotizza, ma dall’altro riduce la capacità di concentrazione. Anche questa si può, anzi si deve allenare. La scuola non è sufficiente, lo sport è un’arma essenziale in tal senso, ti pone degli obiettivi, ti mette a confronto sempre con qualcosa davanti a te e ti spinge a superarti per raggiungerli. Io trovo nei ragazzi sempre grande curiosità verso di me e le mie imprese, verso questi concetti, sono convinto che molti inizino a guardarsi dentro, a fare un lavoro d’introspezione e comincino a cercare di andare sempre un po’ più avanti».

Spesso Pieri condivide le sue scalate supportando anche chi ha più difficoltà
Spesso Pieri condivide le sue scalate supportando anche chi ha più difficoltà

Paura della… paura

Nell’evoluzione di Zico Pieri e nelle sue tante imprese c’è un fattore comune: il sacrificio. Ma Pieri tiene a sottolineare come questo concetto abbia valenze molto ampie: «Se come me hai una famiglia, hai un lavoro e cerchi nuovi orizzonti devi sapere che questo costerà e che il limite consiste anche nel riuscire a coniugare il più possibile le varie sfere della propria vita.

Allenarsi di notte significa sì sacrificarsi, sottoporre il proprio corpo a condizioni estreme, spostando in questo senso il limite più avanti ma significa anche preservare alcuni valori che sono fondamentali e che anzi danno proprio la forza per andare oltre quei limiti. Io l’ho capito dopo i 40 anni, prima ero una persona normale, appassionata di sport ma stretta nelle proprie paure. Con pazienza e impegno sono andato oltre.

«La paura. Non va demonizzata perché è una difesa della propria mente, ci rende attenti, consapevoli. Dobbiamo superarla, tenendola però sempre presente perché può essere un grande aiuto».

La locandina dell’ultima impresa del marchigiano, che punta a superare i 52 everesting in un anno
La locandina dell’Everest Escape, ultima impresa del marchigiano, che punta a superare i 52 everesting in un anno

Pedalando per un scopo benefico

Oggi Zico è alle prese con un nuovo grande impegno: completare almeno un Everesting in ognuna delle 20 regioni italiane. Ne ha già compiuti 11, ma il suo pensiero va anche oltre.

«L’attuale record di Everesting in un anno è pari a 52, io voglio andare oltre coinvolgendo tutta Italia e anche alcune località estere coincidenti con le grandi salite che hanno fatto la storia del ciclismo. Penso alle scalate storiche del Giro e del Tour. Anche con un obiettivo benefico: raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Da effettuare in solitudine o in compagnia, ognuno con il proprio passo perché non è una gara di velocità, ma solo la sfida per il raggiungimento di un obiettivo. Superare il limite è proprio questo…».

Questo il link per la raccolta fondi

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