La bici per scoprire il territorio: quante volte ne abbiamo parlato! Questo può avvenire in molti modi, uno dei quali è organizzarci un evento e ovviamente viverlo. Se si sceglie questa strada, alla base deve esserci tanta passione e il saper toccare le corde giuste per promuovere la propria terra. E spesso queste corde sono il paesaggio, ma anche l’accoglienza, i punti d’interesse, la gastronomia. Ed è quello che hanno fatto i ragazzi di RT Quadro, mettendo tutto insieme nell’organizzare il Salento Trail.
Quest’anno il bikepacking salentino si è svolto attorno a metà giugno, sotto un solleone, che però non ha limitato la voglia, l’entusiasmo e i colori di una terra magica che riguardo alla bici, specie quella slow, ha un patrimonio immenso da offrire. Un potenziale gigantesco e non è la prima volta che ne parliamo.
Odori unici, che variano nel corso del giorno. Scorci di mare e di campagna pura. Terra rossa. Terra gialla. Scogli, spiagge. Faraglioni. Il mare turchese cristallino di cui si vede il fondale anche pedalando sulla litoranea, a quello più blu e più profondo. Una torre, una masseria, un borgo o una città. E’ il Salento. E’ il Salento Trail.
Di tutto ciò ne parliamo con Alfredo Russo, uno dei referenti di RT Quadro.
Alfredo, come nasce l’idea di Salento Trail?
Io sono sempre stato affascinato dall’idea di avere un evento che fosse una gara, una cicloturistica o altro nella nostra zona. Sono un ciclista da tanti anni e conosco molto bene il mio territorio a forza di girovagare… alla fine sono stato in grado di allestire un percorso perfetto. Avevamo pensato anche al Fiandre Salentino fra Muri e Muretti, pensando agli strappi che abbiamo qui da noi, dove salite non ci sono, e ai muretti a secco (patrimonio dell’Umanità, ndr). Una sorta di classica del Nord più a Sud d’Europa. Poi per vie traverse ci proposero di farla in modo turistico, anziché agonistico.
E da lì è nato tutto…
Io vengo dal bikepacking e qui abbiamo un patrimonio infinito di strade secondarie e stradine di campagna, sterrate o meno, e vie costiere. E così siamo arrivati all’idea di Salento Trail. Lo scorso anno la prima edizione e quest’anno la seconda. Salento Trail è un evento alla cui base c’è la passione. Passione per la bici, per il territorio e la voglia di organizzare qualcosa che lasci un segno nella nostra terra… con la speranza che possa essere un evento duraturo negli anni. Ci siamo posti delle domande.
Quali?
Cosa vuol trovare un turista in Salento? Cosa serve perché possa girare e cogliere la nostra terra? Quando ero giovane sentivo spesso di gente che partiva per fare il giro dell’Irlanda e mi chiedevo quali fossero le peculiarità, cosa andassero a vedere, perché partissero per andare lassù. Come poter fare la stessa cosa in Salento? Qui abbiamo storia, natura, cultura. Abbiamo per esempio, dolmen e menir. Se per i dolmen si è capito che sono delle tombe, per i menir ci sono ancora molte incertezze e tutto ciò si trova lungo il percorso. Per dire che c’è ancora tanto da scorpire.
Ma per offrire il territorio sotto questo aspetto è meglio un evento slow…
La gara è molto più contestualizzata, sia nel tempo che nello spazio. Pedali in un’area più piccola, con grande impegno e per poche ore. Va bene anche quello, ma è proprio un altro format. In un evento cicloturistico come il Salento Trail hai la possibilità di stare in giro per 4-5 giorni e cambia tutto. Quest’anno per esempio abbiamo organizzato una cena la sera prima del via e questo ha creato una grande convivialità, sono nate amicizie, qualcuno poi ha deciso di pedalare e dormire insieme.
Sappiamo che avete allestito dei ristori particolari.
Ristori dislocati secondo l’ordine della tipica giornata salentina a tavola d’estate. Cinque ristori lungo il percorso. Al primo c’era il caffè con ghiaccio e latte di mandorla. Al secondo un pasticciotto. Al terzo un rustico. Al quarto la frisella con il pomodoro e qui sono letteralmente impazziti. E al quinto lo spumone, offerto da Martinucci (un’importantissima realtà pasticciera leccese, ndr). Anche questo vuol dire entrare in contatto col territorio secondo noi.
Quest’anno Salento Trail si è tenuto a metà giugno, sarà sempre questa la data?
La nostra idea è quella comunque di mettere in relazione il mare e il ciclista, che inevitabilmente con la parola Salento in qualche modo pensa al mare, anche se il Salento offre molto di più e grazie al nostro percorso si vede. Quindi i periodi sono sempre quelli estivi. Stiamo valutando se anticipare ad inizio giugno o posticipare a metà settembre, in pratica anticipando e posticipando di qualche giorno la stagione estiva ed evitando, si spera, il caldo più intenso.
A proposito di percorso: come lo avete disegnato?
Siamo in cinque e tutti originari di Maglie, considerato il “centro commerciale” del Salento visi i suoi tanti magazzini, ma Maglie anche per questo non è così accessibile per certi eventi. Così quest’anno ci siamo spostati di pochissimo, a Muro Leccese. Il Comune ci ha offerto un parco da cui partire e dove molti hanno dormito la sera prima dello start. Il tracciato del Salento Trail è stato ideato inanellando tutte le peculiarità del nostro territorio. Ci sono ben 23 siti, quattro Parchi Regionali e un paesaggio che costantemente è un valore aggiunto. Lecce, i menir, i luoghi simbolo della civiltà Messapica, presente qui già ben prima dei romani, il barocco leccese, Santa Maria di Leuca, le Torri costiere, la Puglia grecanica, la Masseria di Cippano, dove hanno girato il film Mine Vaganti, e potrei continuare…
In Salento stanno crescendo ciclovie e cammini, non avete pensato ad un percorso permanente?
In effetti abbiamo parecchie persone che vengono da noi ormai fuori stagione. Noi gli forniamo comunque il “pacco gara” e la traccia e loro vanno… Ci stiamo lavorando, purché questa opportunità del percorso permanente non divenga un boomerang per l’evento.
Però l’evento è un’altra cosa. E’ condivisione, si percorre in altro modo e ciò non toglie che l’evento possa proporre di volta in volta piccole variazioni…
Stiamo infatti valutando anche di arrivare a Taranto, mentre un’altra mia idea è quella di realizzare un libricino di tutti i punti d’interesse lungo il percorso: potrebbe essere l’anello di congiunzione fra il ciclista e il territorio. In questo modo la sera prima può leggere cosa incontrerà, magari pianificare la sosta in quel sito che ha trovato più interessante.
Chiaro…
Poi bisogna considerare che ci sono talmente tante cose da vedere che il biker non può fermarsi in ogni punto, ma magari se ha letto di quel sito quando ci passa davanti sa di cosa si tratta e non gli resta invisibile anche se non scende di sella. In più vogliamo rafforzare delle convenzioni con delle strutture bike friendly da noi testate che possono accogliere il ciclista. Magari distribuire dei voucher che poi noi di RT Quadro provvederemo ad onorare con la struttura ricettiva. O anche dei timbri da apporre sulla mappa così che poi si abbia un ricordo, un attestato del Salento Trail.
(Le immagini dell’articolo provengono dal sito web e dai social di Salento Trail)