Caffe Sospeso, ciclisti al Bar Centrale di PetrioloCaffe Sospeso, ciclisti al Bar Centrale di Petriolo

| 11 Ottobre 2025

Un “caffè sospeso” per ciclisti: l’idea prende vita sulle Strade di Marca

«Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. E’ come offrire un caffè al resto del mondo…». Così scriveva Luciano De Crescenzo nel suo “Il caffè sospeso”, proprio per spiegare tale usanza. Un’usanza arrivata all’orecchio di Mauro Fumagalli, anima del progetto Strade di Marca e di Marche Bike Life, che ha deciso di importare nel mondo del cicloturismo marchigiano questa tradizione dal sapore napoletano.. Solo che qui il protagonista non è un passante qualsiasi, ma il ciclista.

«Mi trovavo in un bar in Campania con un gruppo di ciclisti – racconta Fumagalli – e ho sentito parlare del “caffè sospeso”. L’idea mi ha subito colpito: perché non portarla tra i ciclisti? Il caffè è da sempre un rito di pausa, un momento di incontro. Così ho pensato di renderlo un piccolo simbolo di comunità, di appartenenza a una passione comune».

Caffe Sospeso, Mauro Fumagalli
L’idea del “caffè sospeso” è venuta a Mauro Fumagalli, riprendendo una classica tradizione napoletana
Caffe Sospeso, Mauro Fumagalli
L’idea del “caffè sospeso” è venuta a Mauro Fumagalli, riprendendo una classica tradizione napoletana

Il primo è il Bar Centrale di Petriolo

Il progetto ha preso vita qualche settimana fa al Bar Centrale di Petriolo (Macerata, foto in apertura), il primo locale ad aderire all’iniziativa grazie alla disponibilità di Carlo Morichetta, che ha subito accolto con entusiasmo la proposta.

«Siamo partiti proprio da loro – spiega Fumagalli – perché il Bar Centrale è già un punto timbro del passaporto cicloturistico Strade di Marca. Ho lasciato pagati quattro caffè e da lì è cominciato tutto. Quando un ciclista entra, il barista gli dice: “Il caffè è già offerto da un altro ciclista”. C’è un’unica, semplice regola: dopo averlo bevuto, lascia anche tu un caffè sospeso per chi arriverà dopo».

Un gesto piccolo, simbolico, che però ha già generato curiosità e sorrisi. «E’ un modo per creare un legame invisibile – continua Fumagalli – tra chi pedala sulle nostre strade. Non importa sapere chi ti ha offerto il caffè: conta sentirsi parte di una community che si sostiene a vicenda».

Caffe Sospeso, Mauro Fumagalli
Come giustamente ricorda Fumagalli, la sosta al bar per un caffè è un classico delle uscite in bici
Caffe Sospeso, Mauro Fumagalli
Come giustamente ricorda Fumagalli, la sosta al bar per un caffè è un classico delle uscite in bici

Riconoscersi in una community

Da Petriolo l’idea sta contagiando altri locali. «Abbiamo già una decina di bar pronti ad aderire lungo tutto il percorso di Strade di Marca – racconta Fumagalli – da Civitanova Marche a Corridonia, fino a Grottazzolina e San Claudio. L’obiettivo è creare una rete di punti d’incontro riconoscibili, dove i ciclisti possano fermarsi, riposarsi e condividere lo spirito del viaggio».

Ogni bar aderente sarà segnalato con un piccolo logo – in lavorazione – che identificherà il progetto “Il Caffè sospeso del ciclista”. In cantiere c’è anche una linea di merchandising (magliette, borracce, cappellini) per sostenere l’iniziativa e diffonderla in modo ancora più capillare.

Il gusto della condivisione

Nessuna tessera, nessuna app: solo un passaggio di testimone invisibile, fatto di fiducia e gentilezza. E Carlo, il titolare del Bar Centrale di Petriolo, conferma che il “gioco” funziona.

«Anche stamattina – racconta – è passato un gruppo di ciclisti che chiedeva “C’è il caffè sospeso?”. L’hanno visto sui social e devo dire che ha preso piede. All’inizio, quando Mauro me l’ha proposto, ero un po’ dubbioso, ma devo dire che vengono sia ciclisti singoli che in gruppo».

E così, tra le colline e i borghi delle Marche, un gesto semplice, come sorseggiare un caffè, diventa capace di creare legami e senso di appartenenza alla comunità dei ciclisti.

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