Nello scorso settembre la Basilicata è diventata, dal punto di vista cicloturistico, più ricca. Infatti è stata inaugurata la Ciclovia della Bellezza e già il nome è un richiamo. Nome che si presta assolutamente al percorso, un tracciato di oltre 70 chilometri diviso in 10 tappe che costituisce un viaggio non solo nel territorio lucano, ma che rappresenta in qualche modo un approccio molto più generale con quello che è il nostro pianeta dal punto di vista morfologico.
Le guglie che ricordano Veneto e Trentino
Il perché è presto detto e lo spiega con dovizia di particolari Tommaso Santochirico, del Parco Regionale Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane: «C’è un connubio di paesaggi diversissimi fra loro eppure attaccati l’uno all’altro e questo dipende un po’ dalla storia stessa del territorio, uno dei più giovani geologicamente parlando del nostro Paese. Troviamo infatti i paesaggi tipici delle Dolomiti Lucane, con queste guglie che molto ricordano quelle trentine e venete anche se queste sono composte di arenaria, ma al loro fianco ci sono foreste estese nella parte materana, fino ad arrivare ai caratteristici calanchi.
«Tutto ciò si deve, come gli studi archeologici stanno evidenziando, alle radici stesse del territorio. La Puglia, come anche il Friuli, si è attaccato al territorio italiano proveniendo dall’Africa, quando la diffusione dei mari era profondamente diversa, basti pensare che il Mar Ionio raggiungeva la Toscana. La spinta degli Appennini ha spinto in alto i sedimenti che poi con vento e piogge sono stati erosi fino a formare il territorio come lo conosciamo. Per questo sui calanchi è facile trovare fossili che sembrano impossibili a quelle altezze».
Un percorso in espansione
Tornando alla Ciclovia, le sue radici risalgono a prima del covid: «C’erano stati vari eventi, anche sportivi, che avevano evidenziato le grandi opportunità che questo territorio conservava e che avrebbe potuto offrire dal punto di vista turistico. Si è pensato che era necessario connettere le varie entità comunali (per ora sono quattro, ma sono in allargamento considerando anche che sono arrivati nuovi fondi dal PNRR), attraverso la mobilità dolce.
«La ciclovia è disegnata su percorsi prevalentemente sterrati, strade bianche che si intersecano con strade provinciali e comunali a basso traffico automobilistico. E’ particolare la storia di questo percorso, parte del quale si rifà a una carrabile che venne costruita dai prigionieri austroungarici durante la Grande Guerra. Parte di quella carrabile era andata perduta, sommersa dalla flora. Noi l’abbiamo riportata alla luce trovando anche autentici tesori, come addirittura dei ponti dei quali si era persa traccia. L’abbiamo resa fruibile e messa in sicurezza».
Più tappe, dotate di ogni servizio
Così è nata la Ciclovia della Bellezza, divisa in 10 tappe proprio perché deve offrire, secondo il progetto, tutti i servizi necessari all’utente: «Noi abbiamo pensato proprio di dividerla in tappe in modo da permettere ai cicloturisti di scegliere quale parte affrontare. Ogni sede di tappa è dotata di punti di ricarica per le e-bike, ma anche di luoghi di ristori, di piccole officine meccaniche per riassettare la bici. E’ chiaro che tutto il territorio si sta attrezzando, anche gli agriturismi locali si sono messi a disposizione, stanno sorgendo anche luoghi per mangiare legati anche alla tradizione gastronomica locale. C’è ancora molto da fare, stiamo ad esempio operando per tabellare compiutamente tutto il tracciato e indicare anche le attività connesse al percorso».
La Ciclovia permette infatti di abbinare alle due ruote anche altre attrattive turistiche: «Basti pensare al Volo dell’Angelo, il cavo d’acciaio che permette di sorvolare le Dolomiti Lucane da Castelmezzano a Pietrapertosa, ma anche le pareti per le scalate, la Gradinata Normanna, le attrattive turistiche di Accettura. C’è tantissimo da vedere, per questo la Ciclovia può essere un percorso per entrare a più stretto contatto con il territorio».
Una ciclovia nata per le mtb
La bici ideale per affrontare il percorso è la mountain bike: «Soprattutto per le caratteristiche del terreno, ma va sottolineato come sia un percorso fruibile da qualsiasi biker, anche i meno allenati. Anche per questo è diviso in tappe, ma ci sono anche delle varianti come per la seconda tappa, dove i più allenati possono affrontare quella di 7,1 chilometri più performante come guida. Noi come ente di gestione abbiamo anche un bus navetta che riporta i biker al punto di partenza recuperandoli in qualsiasi luogo abbiano scelto di fermarsi. Ora stiamo adoperandoci per dare adeguata promozione a questo nuovo tesoro del cicloturismo italiano, anche attraverso eventi e manifestazioni in grado di farla conoscere nel mondo».
Otto tappe, con due varianti tecniche
Nel dettaglio ecco il percorso della Ciclovia, attraverso le sue tappe:
- Prima tappa: Pietrapertosa-Acqua Frusci, 8,7 chilometri, 395 metri di dislivello
- Seconda tappa: Acqua Frusci-Parco Giochi Montepiano, 5,3 chilometri, 259 metri
- Seconda tappa (variante): Acqua Frusci-Parco Giochi Montepiano, 71, chilometri, 290 metri
- Terza tappa: Parco Giochi Montepiano–Accettura, 2,7 chilometri, 32 metri
- Quarta tappa: Accettura-Incrocio Tempa Cortaglia, 2,8 chilometri, 115 metri
- Quinta tappa: Incrocio Tempa Cortaglia-Incrocio Serra Cavallo, 8,1 chilometri, 178 metri
- Quinta tappa (variante): Incrocio Tempa Cortaglia-Incrocio Serra Cavallo, 3,5 chilometri, 88 metri
- Sesta tappa: Torrente Salandrella-Incrocio Calciano Monte Croccia, 8,1 chilometri, 540 metri
- Settima tappa: Incrocio Calciano Monte Croccia-Scannacapre, 10,4 chilometri, 375 metri
- Ottava tappa: Scannacapre-Ponte Balzano, 2,5 chilometri, 81 metri