| 6 Luglio 2025

L’Alpine-Mediterranean, un percorso con tanti tesori

E’ chiamata la “ciclovia dei tre popoli” ma a guardarla bene è più da considerare un’unione di ciclabili già esistenti. Come d’altronde dovrebbe essere, nell’idea di costruire una rete che metta in comunicazione l’intera Europa senza andare a toccare, se non marginalmente, il traffico automobilistico per permettere che si sviluppi quell’interscambio alla scoperta di territori sempre diversi. E’ l’Alpine-Mediterranean Cycling Route che collega Venzone ad Abbazia, o per meglio dire Italia a Slovenia e Croazia. Paesi che dal punto di vista turistico hanno tanto da offrire, anche e soprattutto a chi ama le due ruote.

La mappa del percorso di oltre 300 chilometri divisi in sei tappe nel complesso abbastanza uniformi
La mappa del percorso di oltre 300 chilometri divisi in sei tappe nel complesso abbastanza uniformi

Un insieme di altre ciclovie

L’idea di base del progetto Inter Bike III, che gode di soldi pubblici provenienti sia dall’Italia che dalla Slovenia è collegare tre nazioni dalle Alpi al Golfo del Carnaro, attraverso le regioni dell’Isonzo, del confine fra Gorizia e Nova Gorica, del Carso e di Brkini. Un tracciato diviso in sei tappe, che può essere affrontato nella sua interezza ma anche a pezzi, in base al proprio tempo, alle proprie capacità.

Il percorso, inaugurato nei giorni scorsi anche se manca ancora il completamento dell’ultima parte croata, misura oltre 300 chilometri. Va a toccare anche alcune ciclovie già esistenti come quella dell’Alpe Adria nella parte iniziale, l’Adria Bike in territorio sloveno e la famosa Parenzana. Si parte come detto dal bellissimo borgo medievale di Venzone dove l’atmosfera invita ad affrontare il viaggio come una vera e propria avventura. Si affronta il percorso che costeggia il Tagliamento per trovare più punti di sosta, soprattutto enogastronomica nella provincia udinese fino a raggiungere il fantastico borgo di Gemona del Friuli resuscitato a nuova vita dopo il disastroso terremoto del 1976. La conclusione della prima tappa, lunga 55 chilometri, è a Cividale del Friuli.

Già la partenza, da Venzone, riempie gli occhi di fascino e rende difficile lasciare la città
Già la partenza, da Venzone, riempie gli occhi di fascino e rende difficile lasciare la città

Si passa anche per Caporetto e i suoi terribili ricordi

Siamo in una località Patrimonio dell’Unesco, che merita una visita approfondita. Da lì si parte per il secondo tratto, di 46 chilometri, passando per le piscine naturali del fiume Natisone. Poi una sosta a Caporetto sia per gustare le sue prelibatezze sia soprattutto per visitare le vestigia della famosa battaglia. Si prosegue lungo la valle dell’Isonzo fino ad arrivare a Tolmin che con il suo Parco Nazionale del Triglav è l’approdo ideale, anche per una passeggiata al chiaro di luna.

Siamo ormai in prossimità della Slovenia che si raggiunge attraverso il confine fra Gorizia e Nova Gorica. Questa parte, più breve con soli 41 chilometri, presenta alcuni tratti impegnativi su sterrato che consigliano l’utilizzo, nell’affrontare l’intera ciclovia, di una gravel. Anche perché i tratti in questione sono sì tosti, ma anche paesaggisticamente straordinari. Si passa anche sullo storico ponte di Kanal.

La Slovenia garantisce molti luoghi che inviteranno a una sosta per conoscerli meglio
La Slovenia garantisce molti luoghi che inviteranno a una sosta per conoscerli meglio

Si passa il confine, si entra nel mito…

La tappa successiva è di 56 chilometri e non può iniziare se non dopo una visita a Gorizia-Nova Gorica, capitale europea della cultura con un patrimonio culturale vastissimo e tutto da gustare. Come anche il Monumento della Pace e la Torre di Osservazione di Cerje, i muri a secco anche questi patrimonio dell’Unesco, per poi addentrarsi tra i vigneti e boschi del Carso per concludere la porzione di viaggio a Sezana. Magari dopo una “sterzata” dal percorso originario verso i villaggi di Komen e Stanjel.

Stando a Sezana è pressoché obbligatorio, prima di ripartire, una visita ai locali allevamenti dei particolari cavalli di Lipizza. Il tracciato nel complesso è di 55 chilometri e passa per il Parco Regionale delle Grotte di Skocian, il parco del mito di Roditti che racchiude le principali leggende slovene, le colline di Brkini per poi ammirare la cascata di Susek e concludersi a Ilirska Bistrica, preparandosi per la parte conclusiva dopo una visita alla bella città slovena.

I pullmini di collegamento due giorni a settimana

L’ultimo giorno si pedala lungo il fiume Reka per entrare in Croazia e visitare i borghi di Lisina e Zvoneca fino a raggiungere la costa adriatica a Opatija, in italiano Abbazia, termine del viaggio. La porzione finale è di 46 chilometri e va a completare un tragitto che, come detto, può anche essere effettuato a pezzi considerando che il progetto prevede il trasporto gratuito delle bici attraverso pullmini messi a disposizione, che operano 4 volte al giorno alla domenica fra Cividale del Friuli e Ajdovscina.

Tra l’altro il percorso prevede anche tre postazioni di ricarica per e-bike nelle colline di Brkini. Un altro collegamento è presente dalla valle del Vipacco a Predmeja, questo funziona due volte al giorno il giovedì e la domenica. Ci sono anche svariati posti di ricarica per bici a pedalata assistita e di noleggio bici, per godersi anche parzialmente un tracciato finanziato con 750 mila euro, l’80 per cento dei quali proveniente da fondi europei. Un percorso destinato a crescere notevolmente come popolarità fra i cicloturisti del Vecchio Continente, anche grazie a costi vivi da sostenere inferiori rispetto ad altre destinazioni.

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