Ecco puntuale, anche questa settimana, l’appuntamento con Pedala con il Giro. La Corsa Rosa, lo ricordiamo, non è solo una gara di tre settimane ma molto di più. E’ un evento che porta con sé tantissimi messaggi e iniziative parallele. Ci conduce alla scoperta di luoghi, genti, sapori e sempre più vuole condividere con gli appassionati e i curiosi la magia del ciclismo.
Stavolta, quarta puntata, esploriamo i percorsi “paralleli” che il Giro d’Italia propone in Trentino, Lazio e Calabria. Mai come stavolta il menù è variegato e ben assortito. Si va dai monti della regione settentrionale, nello specifico le alture della Valsugana, con il poco noto Menador; si passa per le bellezze sconfinate e senza tempo di Roma e dei Fori Imperiali; infine, si conclude con una pedalata a bordo mare fra Diamante e Scalea, lungo la Riviera dei Cedri (nella foto di apertura, Komoot).
Trentino, scopriamo il Menador
Questa regione è l’unica della quarta puntata a proporre più di un percorso. Infatti, nella lista dei 63 totali di Pedala con il Giro, il Trentino ne offre quattro: uno è una scalata superclassica, il Monte Bondone. Il secondo, non distante dal Menador che andremo a scoprire nel dettaglio, è l’Altopiano dei Forti, sempre in zona Valsugana. Il terzo è il rilassante anello della Val Lagarina, interamente in pista ciclabile.
Il percorso del Menador parte e arriva a Lavarone. E’ alquanto impegnativo: misura infatti 71 chilometri e 2.000 metri di dislivello. E’ caratterizzato da una prima parte dolce in fondovalle, seguita da due scalate toste: il Valico del Vetriolo e, appunto, il Menador, prima di planare nuovamente su Lavarone.
Il Vetriolo è un passo lungo e relativamente pedalabile, con una pendenza media del 7 per cento. E’ la porta per la Valle dei Mocheni. Non è una salita troppo panoramica (anche se è immersa in un contesto selvaggio e tutto nel bosco). Per questo a rubare la scena è il Menador.
Si tratta di una scalata molto impegnativa, con pendenze spesso superiori al 10 per cento. La sua particolarità sta nei tratti strettissimi, scavati nella roccia viva. Pedalando all’interno delle sue gallerie, qualche gocciolina d’acqua di montagna bagnerà sicuramente il casco.
La vista sulla Valsugana è unica: si distinguono in particolare la catena montuosa del Lagorai e i due laghi di Levico e Caldonazzo. Questi due laghi naturali offrono spiagge e stabilimenti balneari. Sul Lago di Caldonazzo, il più grande, è possibile praticare sport acquatici come canoa, vela, windsurf e sci nautico.
Questa salita fu affrontata nel Giro d’Italia 2022, dove mise in crisi uno dei pretendenti alla maglia rosa, il portoghese Joao Almeida.
Qui traccia GPX e dettagli del percorso Lavarone-Vetriolo-Menador.
Lazio, si pedala nella storia
E’ quello laziale con ogni probabilità il percorso più facile in assoluto di Pedala con il Giro. Si tratta di un anello di 9,1 chilometri, pressoché privo di dislivello: solo 70 metri. In pratica è il circuito che da ormai tre anni celebra il grande finale della Corsa Rosa. Uno spettacolo che richiama a bordo strada romani, turisti e, ovviamente, i fan del ciclismo. La corsa più bella del mondo, nella città più bella del mondo!
Tutto ruota attorno al Foro Romano, l’area archeologica più nota, con resti di edifici di varie epoche, molti dei quali risalenti al VII sec. a.C. Il Foro fu il centro della vita pubblica di Roma per oltre un millennio, prima di subire una fase di declino. Spogliato e interrato, divenne zona di pascolo in epoca papalina. Solo con l’Unità d’Italia iniziarono i lavori di scavo che riportarono alla luce quest’area straordinaria.
I nove chilometri del circuito attraversano luoghi iconici come il Vittoriano, Piazza Venezia, il Campidoglio, il Circo Massimo (con le Terme di Caracalla sul lato opposto) e il Colosseo, costeggiato per due terzi della sua circonferenza. Chiaramente tutto questo patrimonio va visitato. Alla fine del giro, una pasta alla carbonara, alla gricia o all’amatriciana è d’obbligo!
Qui traccia GPX e dettagli del percorso Roma centro storico.
Calabria, la Riviera dei Cedri
E’ un tratto di costa meno noto se chiamato con il nome di Riviera dei Cedri, ma ben più conosciute sono le località che tocca: Scalea e Diamante. Siamo nel nord della Calabria, in provincia di Cosenza. L’anello misura 55 chilometri con 770 metri di dislivello. Non è particolarmente difficile e regala panorami mozzafiato, oltre a una serie di profumi mediterranei che rendono l’esperienza unica. A metà del percorso c’è anche una dolce salita di 5 chilometri, in perfetta sintonia con una tipica uscita cicloturistica.
Tra Scalea e Diamante si trova Santa Maria del Cedro, un paesino arroccato su una piccola collina con vista sul Mar Tirreno. Proprio da qui nasce il nome Riviera dei Cedri, legato al famoso agrume di origini mediorientali che in questa zona ha attecchito perfettamente, dando vita a una varietà pregiata. Tanto pregiata che i rabbini vi cercano il “cedro perfetto” da utilizzare come offerta votiva per il rituale della Festa delle Capanne o dei Tabernacoli, in memoria del viaggio verso la Terra Promessa.
Ricordiamo poi che siamo in Magna Grecia e infatti non manca un’area archeologica di origine ellenica. Parliamo del parco archeologico Laos, proprio a Santa Maria del Cedro. Altra perla assolutamente da non perdere lungo il percorso sono i ruderi (ottimamente mantenuti) del Castello di San Michele, questo origine normanna.
Qui traccia GPX e dettagli del percorso Riviera dei Cedri.
Negli articoli precedenti
Pedala con il Giro, iniziamo con castelli, montagne e trabocchi
Pedala con il Giro. Oropa, le piane di Lugo e la selvaggia Basilicata
Pedala con il Giro. Dal Trentino alla Calabria passando per Roma