| 14 Giugno 2024

Perla Bormio. Sempre in bici ma in modo diverso

Pronti per una grande estate a Bormio? Quando si nomina questa località noi ciclisti pensiamo subito allo Stelvio. Non è sbagliato, ma è senza dubbio riduttivo… Bormio e la Valtellina offrono molto di più. Ed è così anche per i ciclisti. Che qui potranno vivere la loro vacanza a due ruote in modo diverso, non solo chilometri, dislivelli, salite, discese… (in apertura foto Fausto Compagnoni).

Bormio è storia, sapori, cultura, eventi e la bici è uno dei mezzi migliori per intrufolarsi in tutto ciò. Immaginate 600 chilometri di tracciati da percorrere con la propria mountain bike o la possibilità di scalare grandi salite che hanno reso famoso il ciclismo e i ciclisti nel corso della storia.

C’è lo Stelvio, come detto, ma non bisogna dimenticare il Passo del Gavia, il Mortirolo e le Torri di Fraele, che hanno ospitato una tappa del Giro d’Italia nel 2020.

La serata dei mestieri nel centro di Bormio (foto Roby Trab)
La serata dei mestieri nel centro di Bormio (foto Roby Trab)

Perla Bormio

Stavolta ce la vogliamo godere in modo differente, più slow… Stavolta vogliamo soprattutto restare in valle, proprio a Bormio.

Passeggiare per le vie e i vicoli di Bormio antica significa entrare in contatto con la tradizione contadina e montana. Un semplice portone, un catenaccio o uno strumento che scorge da un tinello raccontano molto.

Il cuore pulsante del paese è l’antica Piazza del Kuerc, con la sua torre, la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio e il suo orologio. Un tempo, quando Bormio era indipendente questo era anche il centro politico e amministrativo

Le trincee Filon del Mot, in Valfurva (foto Alberto Urbani)
Le trincee Filon del Mot, in Valfurva (foto Alberto Urbani)

La Grande Guerra

E poi c’è il contorno di Bormio e della vita all’aria aperta. E qui i ciclisti, che siano biker o stradisti non hanno di che sfogarsi. Ma questa volta più che pedalare su sentieri prestabiliti, si possono intraprendere percorsi tematici. 

Se restando a Bormio si può scoprire la tradizione, pedalando sui monti e le valli, si può scoprire un’altra fetta importante della storia di Bormio, quella che lo lega alla Grande Guerra.

Il Parco Nazionale dello Stelvio, di cui Bormio fa parte, racchiude numerosi siti che conservano le testimonianze della Guerra Bianca, combattuta ad alta quota tra le neve. Strade, villaggi militari, trincee, postazioni d’artiglieria in questo straordinario scenario naturale, è possibile farsi una chiara idea di come si viveva – e si combatteva – durante la Grande Guerra sulle montagne. 

Allo Stelvio, per esempio, è imperdibile la zona dello Scorluzzo dove sono ancora visibili postazioni d’artiglieria e di prima linea, oltre ai resti delle trincee. Il Filon del Mot e Le Buse sono due villaggi militari ancora ben conservati. 

Dalla casa Cantoniera, al confine con la Svizzera, è possibile percorrere quello che un tempo era il fronte austriaco fino all’antico sbarramento difensivo alla Bocchetta di Forcola. A Valfurva, nella zona dei Forni, il cui ghiacciaio ancora resiste pur tra mille difficoltà, sono molto belle le trincee in Val Cedèc. E altri resti della Grande Guerra si trovano sul Gavia: trincee e linee di filo spinato. Qualcuno di tanto in tanto ancora rinviene qualche bossolo di artiglieria.

Superate le Torri di Fraele la strada spiana verso i Laghi Cancano (foto Roby Trab)
Superate le Torri di Fraele la strada spiana verso i Laghi Cancano (foto Roby Trab)

Una cucina semplice

E una volta terminate le escursioni la fame si fa sentire… per fortuna! Per fortuna perché anche in questo caso Bormio vi viene incontro.

Come accade spesso per le località di montagna anche a Bormio la cucina ha tradizioni semplici, povere se vogliamo: formaggi, grano saraceno, latte, burro, bresaola, miele… è dalle loro combinazioni che nascono i piatti della tradizione: i pizzoccheri, gli sciatt, i malfatti, la polenta taragna…

Tutte queste pietanze che si sposano a meraviglia con i vini della Valtellina e con gli amari locali, su tutti Braulio e Taneda. 

La pizzoccherata, si mangia su una tavolata unica, il che è un record
La pizzoccherata, si mangia su una tavolata unica, il che è un record

A tal proposito se si parla di cibo ed eventi, non va dimenticata l’ormai classica pizzoccherata tra le vie: è La Pizzoccherata più lunga d’Italia, un’unica tavolata lunga 800 metri dove mangiano 1.800 persone. Quest’anno si terrà l’8 settembre.

Sempre in tema di gusto ci sono altri due eventi che vanno menzionati: il Concerto all’alba presso le Torri di Fraele l’11 agosto, e il Saόr de Rézel, una camminata gastronomica a tappe, in Val di Rezzalo, luogo incantato di assoluto fascino il 18 agosto.

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