«Vorrei tanto che passasse il concetto del mettersi in gioco, della sfida con se stessi. Perché sì, il Tembaine Desert è una gara, ma è anche altro. E’ strategia, è forza mentale, è scoperta, è navigazione. Quando porto la gente nel deserto e vedo i loro occhi mi emoziono perché so quel stanno vivendo». A parlare è Alessandro Bettini, organizzatore del Tembaine Desert, evento che andrà in scena dal 30 novembre al 7 dicembre in Tunisia.
Prima di addentrarci nell’intervista e nella spiegazione di Tembaine Desert, merita una brevissima presentazione lo stesso Bettini. Magari si potrà cogliere meglio il senso di questa grande sfida. E del deserto, sempre più attrattivo dal punto di vista ciclistico.
Alessandro Bettini è un romano, oggi cinquantasettenne. Ex motociclista ha all’attivo anche una Parigi-Dakar, affrontata senza neanche aver fatto un rally regionale, da zero come si suol dire. Pensate che mentalità e che coraggio. E poi un’altra dozzina di rally di livello mondiale: Dubai, Marocco, Faraoni, Tunisia… Nel 2006 scende dalla moto e sale in bici. Bici da corsa e mtb e ora anche e-Bike. Scopre un mondo, s’innamora e ha un’intuizione: fare con la bici quel che faceva con le moto. Quindi sfidare il deserto godendosi la natura. «Vorrei che il Tembaine Desert diventasse la Parigi-Dakar delle bici», ci ha confidato.
Alessandro, insomma una bella sfida per i ciclisti e una grande ambizione per te in quanto organizzatore…
Siamo nel pieno del vortice organizzativo. Non voglio dire sia complicato, ma di certo è qualcosa di complesso, specie nella logistica.
Come mai la Tunisia per questa avventura?
Io vengo dalle moto e da quelle parti tanti piloti si vanno ad allenare. Conosco bene quelle piste, il deserto del Marocco e della Tunisia, ma quest’ultimo oltre che più vicino e facile da raggiungere, è anche più adatto alle e-Bike. Ci sono piste ideali per le bici in quanto non c’è solo il deserto sabbioso fatto di dune. Okay che a dicembre la superficie è un po’ più dura, ma è pur sempre sabbia. Il Sahara tunisino invece è un concatenarsi di paesaggi differenti, dal predesertico a quello più classico, dai fondi compatti a quelli più sassosi. Senza contare la bellezza dei luoghi, su tutti proprio Tembaine. E’ qui che sono state girate alcune scene di Star Wars per esempio.
Come mai hai deciso di creare questa sfida in bici?
Perché da quando la bici è entrata nella mia vita ho vissuto il paesaggio in modo diverso e quindi anche il deserto. Con le moto c’è il rumore, la velocità… con la bici il silenzio, il tuo fiatone, altri ritmi che ti consentono di cogliere certe vastità. La bici ti dà sensazioni migliori rispetto alla moto. Tutt’altra suggestione. Hai un senso di libertà estrema. Così come estrema sarà la fatica, che inevitabilmente ci sarà, ma farà parte del gioco. E sarà bella.
Qual è dunque il format del Tembaine Desert?
E’ quello del Rally Raid, quindi con trasferimenti e prove speciali. Non è solo forza bruta, è anche intelligenza, forza mentale, strategia e navigazione. La strategia è legata principalmente alla gestione delle batterie, perché non si possono ricaricare durante la tappa. Ogni sera, al briefing comunichiamo il “Sand factor”.
Di cosa si tratta?
E’ il fattore sabbia, cioè quanto questa sarà presente e quanto inciderà nel corso della frazione. Poi starà al biker gestirsi. Se il sand factor sarà a livello uno quindi facile (va da 1 a 5) potrà magari sfogarsi quanto vuole, ma se sarà quattro, sa che dovrà stare attento alle gestione dell’energia. Ormai sui fondi duri queste e-Bike sono scorrevoli, quindi si potrà approfittarne per pedalare senza supporto della batteria. Batteria che al contrario diventerà indispensabile sulla sabbia e le dune. Prima di Tembaine, per dire, ci sarà un tratto di 18 chilometri di sole dune, va da sé che bisogna arrivarci con una certa carica.
Hai disegnato tu le tappe?
Sì, e come detto sono variegate. Si parte tutti insieme per il trasferimento che ha un tempo limite molto ampio. Da qui si arriva allo start della prova speciale. I primi 25 partiranno in ordine inverso ogni 3′. Gli altri dal 26° al 50° ogni minuto. Da qui si procede in autonomia e bisogna saper navigare. Tu sai di avere un waypoint ma poi come ci arrivi? Magari per raggiungerlo devi aggirare un canyon, o superare delle rocce. Solitamente dove c’è il waypoint c’è anche il ristoro. Lì ci sarà acqua, sali, barrette… tutto ciò che serve.
Ma non la ricarica delle batterie…
No, bisogna sapersi gestire come detto. le batterie si ricaricano alla sera. Nella mia esperienza in moto ho visto tanti campioni magari più bravi di me andare poi nel panico per la navigazione. E questo è il bello. E’ questa la sfida. Senza contare che magari anche un biker meno allenato, ma che se la sa cavare, può dire la sua. E’ la strategia, anche mentale, di cui parlavo. Chi fa un evento del genere poi ne esce con un grande bagaglio di ricordi e di autostima. Un’altra cosa che mi piace è la solidarietà che viene a crearsi tra i partecipanti. Anche se è una gara alla fine ci si dà sempre una mano.
Hai fatto tutto solo o ti ha aiutato anche il governo tunisino?
L’Ente turistico tunisino ci dà grande collaborazione, ci aiuterà specie per quel che riguarda il folklore e la logistica. In tal senso abbiamo aperto un vero e proprio canale diplomatico per passare la dogana al nostro arrivo. Abbiamo anche fatto degli incontri con l’ambasciatore tunisino in Italia. Loro sono entusiasti di promuovere la loro terra.
Hai parlato di logistica, dicci un po’ di più?
Sarà un’avventura a cinque stelle, che si dorma in hotel o nei villaggi nel deserto, che forse sono ancora più belli. Si presentano come tende, ma in realtà dentro sono dotati di ogni comfort, anche la tv e il wifi. Il Tembaine Desert deve essere una sfida, ma anche una cosa bella, sontuosa direi e divertente. Si mangerà tipico, ma anche pensando al fatto di dover pedalare porteremo noi dall’Italia cibo e cuochi per offrire un’alimentazione più idonea alla bici. Visto anche il costo, 3.900 euro, deve essere un’offerta all’altezza. Forniremo una borsone da 90 litri per il viaggio e uno zainetto per l’aereo, così che si viaggi comodi e all’arrivo si trovi tutto il proprio bagaglio.
E riguardo alle tappe?
Sei frazioni per un totale di 645 chilometri, 401 uno dei quali di prova speciale. Come detto sono tappe variegate. La temperatura per pedalare sarà perfetta: dagli 8-10 gradi del mattino ai 27-28 delle ore più calde. Pertanto si uscirà dall’hotel con i manicotti!