Dallo scorso 9 novembre gli appassionati di Treviso e dintorni hanno potuto riappropriarsi di quello che consideravano un proprio patrimonio. Parliamo della pista ciclabile di Quarto d’Altino, altrimenti chiamata Percorso della Memoria. E’ un itinerario cicloturistico che collega Quarto ad Altino concludendosi davanti al suo Museo Archeologico Nazionale. Il tracciato era stato chiuso diversi anni fa perché in uno dei frequenti fenomeni meteorologici della regione, era venuto giù il vecchio ponte di legno che passa sopra il torrente. In questo modo è stato restituito alla comunità un patrimonio che ha subito iniziato ad essere molto frequentato.
Scalo commerciale romano
La parte ristrutturata è di 5 chilometri e va a inserirsi in un più ampio anello di 16 chilometri, un vero percorso per cicloturisti. A illustrarne le caratteristiche è Marianna Bressan, direttrice dei Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna che è stata a lungo a capo della struttura di Altino: «La prima caratteristica che ha questo percorso è che è strettamente collegato alla Ciclabile del Sile, toccandone un breve punto e costeggiando una splendida parte archeologica.
«Per capire l’importanza del tracciato bisogna ricordare come Altino sia stato un importante scalo commerciale dell’antico Impero Romano. Questo grazie alla sua posizione geografica che consentiva sia l’approdo di merci via mare, sia il collegamento con alcune importanti arterie che portavano oltre le Alpi. Sorta nel VII secolo a.C, è durata fino all’8° d.C.. A quei tempi era una città molto rinomata e ampia, che ha avuto il suo massimo fulgore a cavallo dell’anno zero. Gli scavi che proseguono nel tempo ci dicono che si sviluppava per almeno 125 ettari e stanno portando alla luce autentici tesori, considerato che finora ne è stato portato alla luce il 10 per cento dell’intero territorio. Il percorso ne tocca parti salienti, il che dà una grande motivazione per affrontare la pedalata».
Una ciclabile da vivere con calma
Il percorso della ciclabile è molto agevole, senza grandi asperità, senza saliscendi ma ha una caratteristica: è godibile se affrontato con calma, prendendosi i propri tempi. Un percorso naturale, affrontabile anche in caso di pioggia anche se alcuni passaggi sono su terra battuta e quindi fango.
«La ciclabile costeggia la città sepolta – afferma Bressan – ed è emozionante in alcuni tratti avere da una parte la piatta campagna e dall’altra l’immagine dei resti romani che tornano alla luce».
Il percorso ha il suo termine proprio in coincidenza del Museo: «La struttura è allestita su due piani e contiene moltissimi tesori ritrovati durante l’opera di scavi. Sono possibili visite guidate, diciamo che tra pedalata e visita al museo si può trascorrere una bellissima mezza giornata, con la possibilità di pranzare anche nella zona».
Il turismo ideale? Quello in bici…
Il ritorno della ciclabile ha una grande importanza per l’economia locale, come sottolinea la stessa Bressan.
«Un recente studio sulla fruibilità del Parco Archeologico ha messo in evidenza come proprio lo strumento della bicicletta sia quello più indicato per poterne sfruttare le sue potenzialità turistiche. Quindi nel tempo si attiveranno anche opere di promozione legate al cicloturismo.
«Ciò al fine di allargare il bacino d’utenza, per ora forzatamente legato al pubblico trevigiano e veneto in generale. Anche perché la parte ciclabile è quella che strutturalmente è la più interessante dal punto di vista archeologico».
La ricostruzione del ponte
I lavori per il ripristino del percorso erano iniziati nel 2022. Hanno compreso la ricostruzione per intero del ponte, in un sito leggermente diverso da quello precedente che era andato completamente distrutto. Il ponte ora è in acciaio corten e per collegarlo al museo è stata ridisegnata la parte finale della ciclabile, consentendo uno sbocco più in sicurezza su via Sant’Eliodoro, con il rifacimento del sedime e l’allargamento della sede stradale per una spesa complessiva, sostenuta dal Comune di Quarto d’Altino, di poco superiore al mezzo milione di euro. Una spesa fortemente voluta dalla cittadinanza, che torna ad avere qualcosa che sentiva fortemente suo…