| 4 Aprile 2025

Pedala con il Giro. Lombardia, Friuli, Sicilia: ultimo tris di bellezza

Pedala con il Giro torna a raccontare i percorsi paralleli del Giro d’Italia: itinerari per appassionati, per chi ama seguire la gara da vicino e per chi desidera scoprire le meraviglie del Belpaese. La Corsa Rosa, lo ricordiamo, non è soltanto una gara di tre settimane. E’ un evento che racchiude storie, emozioni, territori e tanta voglia di condividere la magia del ciclismo.

In questa quinta e ultima puntata, esploriamo i percorsi “paralleli” che il Giro propone in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Dall’estremo Nord all’estremo Sud, come una cintura che chiude con grazia il pacco (prezioso) di questi 63 itinerari suddivisi in 15 Regioni.

Lombardia: Mortirolo, Teglio, Aprica

Chiudiamo col botto: dopo il durissimo anello della Marmolada, ecco il tracciato più impegnativo dei 63, il Giro del Mortirolo. Siamo ad Aprica, pronti a tuffarci in un vero bailamme tra Valcamonica e Valtellina.

Prima però, vale la pena ricordare che la Lombardia propone altri tre itinerari per Pedala con il Giro: uno condivide parte del tracciato con quello del Mortirolo, uno si sviluppa nella Bassa, nella Piana Gallaratese, e un altro si snoda attorno al Selvino, partendo e arrivando a Bergamo, per poi infilarsi nelle Orobie.

Ma veniamo al cosiddetto “trittico infernale: Mortirolo, Teglio, Aprica”, così lo chiama il Giro. Un anello di 106 chilometri con 2.800 metri di dislivello. Si può affrontare in entrambi i sensi: prima verso la Valtellina, planando su Tresenda, oppure dirigendosi in Valcamonica, scendendo a Edolo. Nel primo caso il Mortirolo è la prima asperità, nel secondo la si affronta alla fine, dal suo versante più duro, con pendenza media vicina all’11 per cento!

Qualunque sia il senso di marcia, una tappa consigliata è Teglio, in provincia di Sondrio, tra le Alpi Retiche. Da qui prende il nome l’intera Valtellina. Il centro storico sorge a circa 900 metri di quota, in una zona soleggiata e panoramica, che nel passato aveva grande valore strategico. Oggi nei suoi dintorni si produce un vino pregiatissimo.

Accanto al cartello di Teglio, una targa lo proclama “Patria del Pizzocchero”, pasta a base di grano saraceno condita con patate, verza (o bietole), Valtellina Casera, burro, aglio e salvia. E poi cime altissime, panorami sull’Adamello e una moltitudine di percorsi… tutti in salita!

Qui traccia GPX e dettagli del percorso Mortirolo, Teglio, Aprica.

Friuli Venezia Giulia: alle Cave di Predil

Sempre attiva quando si parla di ciclismo e cicloturismo, la Regione Friuli Venezia Giulia propone tre itinerari: uno collinare, Nei Vigneti del Collio, uno di media montagna, Il Santuario e le creste di confine (davvero suggestivo), e infine L’Anello del Valcanale, quello che andiamo a scoprire.

E’ un giro di 78 chilometri e 1.300 metri di dislivello, quindi non impossibile, ma molto particolare. Porta i ciclisti in zone poco conosciute e per questo più affascinanti. Si parte nei pressi di Tarvisio, a Camporosso in Valcanale. La prima parte è in discesa, ma dopo aver sfiorato la pianura si risale verso Sella Nevea: salita lunga ma pedalabile.

Scendendo dal valico si arriva a Cave del Predil, un luogo particolare: siamo a nord dello spartiacque alpino, già nel bacino idrografico del Danubio e del Mar Nero. Intorno si ergono montagne selvagge come le Cinque Punte, il Monte Re e la Cima del Lago. Poco lontano si trova il Lago del Predil, con la sua isoletta e una leggenda legata alla notte di Natale (scoprila qui).

Proseguendo si supera il Passo di Predil, che segna il confine con la Slovenia. Le origini di Cave risalgono all’attività mineraria: qui si estraevano piombo e zinco già in epoca preromana. Le miniere sono state chiuse nel 1991, ma oggi si può visitare il Museo della Miniera. L’ultima parte è una dolce risalita, su ciclabile, verso Camporosso.

Qui traccia GPX e dettagli del percorso L’Anello del Valcanale.

Sicilia: un giro a Capo Peloro

Chiudiamo con un itinerario adatto a tutti, persino ai bambini. Dopo tanta montagna, ecco le dolci strade di Capo Peloro, nel lembo settentrionale della Sicilia, dove la punta sembra voler toccare la Calabria.

Prima di entrare nel dettaglio, ricordiamo che in Sicilia c’è anche il percorso del Parco Ciclistico dell’Etna. In realtà i tracciati qui sono diversi: l’Etna offre una varietà incredibile di anelli e salite.

Ma torniamo a Capo Peloro: l’anello misura circa 20 chilometri e prevede anche una piccola “scalata” ai 175 metri di quota di Faro Superiore, da cui si gode di una vista ampissima. Il Pilone di Torre Faro è uno dei due “piloni dello stretto”, sulla sponda siciliana. Sono tralicci dell’elettrodotto da 220 kV, in funzione fino agli anni ’80, ora dismessi. Recentemente, l’atleta estone Jaan Roose ha tentato di attraversare lo Stretto camminando su una slackline tesa proprio tra i due piloni.

Il Pilone di Torre Faro è stato riverniciato ed è oggi dotato di un sistema di illuminazione policromatica a intensità variabile.

Lungo il percorso si incontrano anche i due laghetti della Riserva Naturale di Capo Peloro. Il consiglio è di affrontare l’anello in senso antiorario, per avere sempre la visuale migliore sul mare.

Qui traccia GPX e dettagli del percorso l’Anello di Capo Peloro.

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