Già gli atleti delle Olimpiadi dell’antica Grecia consumavano fichi come parte della loro dieta quotidiana. Questo frutto, fresco o essiccato, rappresentava infatti una fonte naturale di energia veloce e facilmente disponibile, accanto a pane e formaggio. I fichi uniscono gusto e praticità e ancora oggi possono diventare un alleato prezioso per chi fa sport di resistenza come il ciclismo.
Stagionalità e varietà
Il fico comune matura in estate e inizio autunno, con differenze legate alle varietà. Esistono fichi dalla buccia verde, gialla o viola, con polpa chiara o rossa, alcuni sono più adatti al consumo fresco, altri all’essiccazione.
Il fico è coltivato in gran parte delle regioni mediterranee italiane, con produzioni importanti in Puglia, Campania e Calabria, dove nascono eccellenze come il Fico Bianco del Cilento DOP e il Fico di Cosenza DOP. Non mancano varietà locali in Toscana, Sardegna e Liguria, a testimonianza di una tradizione agricola antica che ancora oggi valorizza questo frutto.
Come nasce un fico: l’impollinazione
Il fico che mangiamo non è un frutto unico, ma un’infruttescenza, cioè un insieme di tanti piccoli frutti racchiusi in una struttura carnosa che li protegge e che diventa edibile quando matura.
Esistono piante maschili e femminili, ma solo i frutti femminili finiscono sulle nostre tavole. La riproduzione della pianta avviene grazie a un minuscolo insetto chiamato comunemente “vespa del fico”, lungo appena 2 mm che non appartiene alla stessa famiglia delle vespe che pungono. Si tratta di un caso affascinante di mutualismo. La femmina fecondata deve entrare in un fico maschile per deporre le uova e far nascere le sue larve, ma se entra in un fico femminile, non riesce a deporle e muore in poco tempo. Tuttavia trasportando polline sul corpo, permette l’impollinazione dei fiori femminili e quindi la successiva maturazione dei frutti. L’insetto che resta intrappolato viene rapidamente e completamente digerito da enzimi naturali, lasciando solo i piccoli frutti e la polpa dolce che li circonda. Consumando un fico femmina pertanto non rischiamo di mangiare porzioni di insetto. Se invece cogliamo un fico da una pianta per strada, è meglio aprirlo e verificare che la polpa sia umida e colorata (rossa o ambrata) con semi e lunghi filamenti, ovvero i frutti veri.
Valori nutrizionali
I fichi sono piuttosto ricchi dal punto di vista calorico rispetto ad altri frutti estivi. Il contenuto di zuccheri semplici li rende un frutto dolce e facilmente digeribile se consumato nelle giuste quantità. Oltre ai carboidrati, i fichi forniscono potassio, calcio e magnesio, minerali utili per l’equilibrio idrico e muscolare, e una discreta quantità di polifenoli ad azione antiossidante.
I fichi secchi sono molto pratici per chi pedala: facilmente trasportabili, ricchi di zuccheri, possono essere inseriti in barrette fatte in casa o consumati come merenda energetica prima dei rulli serali, in abbinamento con frutta secca oleosa (noci, mandorle).
I fichi e l’intestino
Un aspetto da considerare è il contenuto di fibra, che li rende anche un alimento utile per stimolare la motilità intestinale. Questo effetto, benefico nella vita quotidiana, può però diventare un problema se i fichi secchi vengono consumati in quantità eccessive poco prima o durante uno sforzo intenso.
Nonostante la tentazione ci porti a mangiarne uno dopo l’altro, bisogna ricordarsi che una normale porzione è di due o tre fichi. Gli eccessi possono dare disturbi intestinali, quindi anche per chi li usa come rifornimento in bicicletta è bene non esagerare.
Fichi d’India: cugini solo di nome
In Italia chiamiamo “fichi d’India” i frutti dell’Opuntia ficus-indica, un cactus originario del Messico. Non sono veri fichi, ma hanno anch’essi un buon contenuto di zuccheri e si distinguono per l’apporto di vitamina C. Sono quindi un frutto diverso, ma complementare, che può arricchire la dieta estiva dello sportivo.
Fico e tradizioni culinarie
Un tempo il fico non era solo un frutto da gustare a tavola: il suo lattice veniva usato come caglio vegetale per la produzione di formaggi. Un esempio è la pampanella, tipico formaggio fresco pugliese, che veniva coagulato proprio con il lattice di questo frutto e poi avvolto nelle sue foglie. Oggi per cagliare sono usate alternative più moderne, ma l’abitudine di avvolgere il formaggio nelle foglie è rimasta, regalando al prodotto il suo inconfondibile profumo di fico.
Il fico è un frutto antico, ricco di storia e utile complemento nella dieta dello sportivo. Che sia fresco o secco, questo frutto offre una carica di energia e un morso di naturale dolcezza. L’importante è consumarlo con equilibrio e la giusta moderazione.