| 30 Settembre 2025

La ciclostorica della Gotica, per capire cos’è la guerra

Una ciclopedalata dai significati che vanno molto al di là del semplice giro in bici. Dove ogni colpo di pedale è un tuffo al cuore, perché racconta la storia del nostro Paese e di come, per l’ennesima volta, sia riuscito a risorgere dalle proprie ceneri.

Una settimana fa si è svolta l’edizione 2025 de La Gotica, evento a Montefiore Conca che porta le due ruote a transitare per luoghi come il Museo della Linea dei Goti a Montegridolfo o la Linea Gotica 44 War Museum che sono testimonianze di come su quelle stesse pianure si sia combattuto per la nostra libertà contro il giogo nazista.

La Gotica è una ciclostorica romagnola che quest’anno ha festeggiato la sua terza edizione
La Gotica è una ciclostorica romagnola che quest’anno ha festeggiato la sua terza edizione

Viaggiando nel passato della Valconca

Teatro dell’evento la Valconca, dove passava la Linea Gotica costruita dai tedeschi e abbattuta dagli Alleati nel settembre del 1944, un passaggio fondamentale nel cammino verso la Liberazione. Abbiamo citato luoghi che raccolgono testimonianze ma a ben guardare tutto il territorio è un immenso museo a cielo aperto, perché reperti di quei tragici accadimenti saltano fuori di continuo, come racconta l’organizzatore Gianluca Alessandrini, il mitico “Panino” che ha messo in piedi un appuntamento sentitissimo praticamente dal nulla.

«Qui cinque anni fa – dice Alessandrini – era nata una cicloturistica senza molto successo. Mi chiesero di intervenire, se era possibile provare a lanciarla, ma serviva un’idea di base e pensai di trasformarla in una ciclostorica, anche se ce ne sono tantissime, ma abbiamo un territorio che meritava di essere conosciuto. Da 25 anni studio il settore della Linea Gotica, ho anche un museo. Studio nel dettaglio questi 20 chilometri, tutti gli spostamenti delle divisioni che hanno combattuto, sia gli attaccanti che quelle che i tedeschi che difendevano. Avevo pensato a una manifestazione rievocativa in mtb, su strada però so poteva fare di più».

Gianluca “Panino” Alessandrini, studioso della storia della Seconda Guerra Mondiale nel territorio e guida cicloturistica
Gianluca “Panino” Alessandrini, studioso della storia della Seconda Guerra Mondiale nel territorio e guida cicloturistica

Il timbro “verpass”

La Gotica non è infatti una ciclostorica come le altre: «Volevo fare passare la gente per questi luoghi e spiegargli cosa è successo in questi posti. Ho colto la palla al balzo, pensando di mettere i rievocatori nei checkpoint e facendo fare i timbri come se fosse il “verpass” militare tedesco. Molti erano scettici, mi hanno criticato, non volevano mischiare i militari alla storia della bicicletta. Dimenticando quanto le bici siano state importanti in quei difficili mesi, come mezzo di spostamento».

Ad Alessandrini abbiamo chiesto quanti partecipanti ci sono stati stavolta. «Abbiamo superato i 130. I numeri raddoppiano ogni anno. Senza contare quelli della rievocazione storica in contemporanea di Tavoleto, conquistata dal 2-7 Gurkha, fanteria nepalese aggregata alla quarta indiana. La prendono durante un contrattacco, entrano nel paese armati solo di coltello e bombe a mano e praticamente ripuliscono tutto il paese e liberano Montefiore Conca. Tra l’altro poi il 2-7 cambia nome, adesso si chiama Tavoleto in onore di questa situazione».

I corridori erano chiamati a mettere il timbro nelle postazioni di ristoro, tenute da volontari vestiti da tedeschi o alleati
I corridori erano chiamati a mettere il timbro nelle postazioni di ristoro, tenute da volontari vestiti da tedeschi o alleati

Ristori a tema

Come procede il racconto durante la ciclostorica? «Io ho preso come filo conduttore il cibo. Nei diari ho letto che questi gurkha si rifugiavano dai contadini che gli davano “bread of mais”. Il pane di mais è la polenta e io servo la polenta al primo ristoro a Tavoleto con il timbro. Poi dopo seguiamo una strada tenuta dai tedeschi e arriviamo a Saludecio dove quando arrivarono i rifornimenti ai tedeschi, si è festeggiato con i wurstel e perciò io servo wurstel e crauti serviti da volontari con la divisa tedesca. A Tavullia, a Monte Peloso c’è una salita bestiale e allora gli abbiamo messo dei cartelli, lateralmente, come se fosse un allenamento di guerra e dove c’è scritto “se arrivi qui sei un rospo –una recluta – un soldato – un ardito – un gotico”.

«C’è anche un altoparlante con un canto ritmato come quello del sergente in “Full metal jacket”. Sopra c’era il check point tedesco, dove lì serviamo un cordiale. Poi dopo arriviamo a Gradaro, liberata dai canadesi che, quando c’era la possibilità, entravano dai contadini, sequestravano i maiali e li cucinavano e noi serviamo la porchetta per ricordarlo. Scendiamo a San Giovanni in Marignano, sempre liberata dai canadesi festeggiati dalla popolazione col vino, perciò do il Sangiovese alla mattina con tanta gente che mi ha mi ha fatto vedere che ha riempito la borraccia… L’ultimo checkpoint è in un’area dove tutt’oggi stiamo tirando fuori dei reperti militari: bossoli, spolette. Dai diari ho scoperto che lì c’era una postazione d’artiglieria».

La Gotica quest’anno ha superato i 130 partecipanti. I numeri raddoppiano ogni anno
La Gotica quest’anno ha superato i 130 partecipanti. I numeri raddoppiano ogni anno

Il cicloturismo e il passato

Ciclostorica a parte, è un territorio molto visitato anche dai cicloturisti? «Assolutamente sì. A Montefiore Conca stamattina ne ho contati 52 alla Fontana a prendere l’acqua. Qua il cicloturismo è un’istituzione, abbiamo dei paesaggi invidiabili qua nella Valconca ed è un cicloturismo legato anche alla storia. Noi con la Gotica stiamo realizzando dei nuovi percorsi, collegando anche i musei della zona: il nostro di Montefiore Conca, poi quello di Montegridolfo, quello di Trarivi, Cemmano, chiamata la “Cassino dell’Adriatico”.

I segni della guerra sono ancora tangibili, si trova tantissima roba in giro. Ho gente che mi chiama e mi dice di reperti che ha trovato in campagna o dentro la cantina. Ad esempio stavo facendo da guida a piedi a Castelnuovo e dei bambini hanno trovato dei bossoli sulla strada, appartenenti all’esercito inglese».

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