| 8 Ottobre 2025

Centro Nazionale Mobilità Sostenibile: l’evoluzione dell’uso della bici

Quella del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile è una presenza sempre più importante nell’evoluzione della nostra cultura legata alle due ruote. Lo stesso lancio del progetto Cicloturismo 2.0 avvenuto all’ultima Fiera del Levante e che sta incidendo profondamente sul movimento in Puglia aveva l’ente quale patrocinatore, ha solleticato la nostra curiosità per sapere di più sulla sua costituzione e finalità, considerandolo qualcosa con cui bisognerà avere sempre più a che fare.

Con sede a Milano, il Centro ha una vasta rete di partner e collaboratori. A spiegare il suo lavoro è Simone Caiello, ricercatore all’interno del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca, che è uno dei partner della Fondazione Centro Nazionale Mobilità Sostenibile: «Questa è una delle tante iniziative che sono state promosse dal Ministero dell’Università e Ricerca all’interno del programma di finanziamento PNRR, con al suo fianco 24 atenei in Italia e più il CNR con la collaborazione di 24 aziende. L’idea è realizzare una struttura che permetta di mettere a sistema quella che è l’attività di ricerca e di innovazione legata al mondo della mobilità sostenibile e una di queste ha visto l’attivazione di questa sperimentazione dedicata proprio al cicloturismo».

Simone Caiello, ricercatore all'interno del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Milano Bicocca
Simone Caiello, ricercatore all’interno del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca
Simone Caiello, ricercatore all'interno del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Milano Bicocca
Simone Caiello, ricercatore all’interno del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca

Insieme a 24 atenei e 24 aziende

A quando risale la nascita del Centro? «La Fondazione risale al settembre del 2022 e da allora appunto si è avviato questo percorso di ricerca applicata. E’ articolata in 14 sottogruppi che sono partecipati da solitamente 8-9 altri attori, che sono appunto alcuni dei 24 atenei e delle 24 aziende. Noi in particolare siamo attivi nel sottogruppo 8, dedicato allo sviluppo di un particolare tipo di soluzioni di mobilità MAAS, quindi Mobility as a Service. Parliamo di soluzioni digitali che mettono a sistema tutte quelle che sono le opportunità di mobilità presenti in un territorio. A esempio applicazioni per smartphone che mettono a disposizione dell’utente senza che questo debba per forza possedere un mezzo.

«Parliamo quindi di servizi in sharing per i quali si può arrivare a un’applicazione omnicomprensiva che mette insieme vari servizi e che permette quindi di acquistare anche direttamente una combinazione di spostamenti. Esattamente come quella studiata per il Parco delle Dune Costiere in Puglia».

Il Centro promuove iniziative tese alla ricerca per fornire sempre più servizi ai cicloturisti
Il Centro promuove iniziative tese alla ricerca per fornire sempre più servizi ai cicloturisti
Il Centro promuove iniziative tese alla ricerca per fornire sempre più servizi ai cicloturisti
Il Centro promuove iniziative tese alla ricerca per fornire sempre più servizi ai cicloturisti

Un piano nazionale da territorializzare

Il Centro ha una vita ancora relativamente breve, essendo stato creato nel 2022. Dal vostro osservatorio che impressione avete del movimento cicloturistico, come si sta evolvendo? «Noi abbiamo avuto modo anche di lavorare su questo tema in altri contesti. C’è una forte attenzione e anche comincia ad esserci una parte di ricerca che per diverso tempo è stata, nel contesto italiano, un po’ limitata. Sicuramente la situazione è molto frammentata a livello territoriale. E’ vero che è stato varato un piano strategico sulla ciclabilità di livello nazionale, ma c’è bisogno che vada territorializzato. Soprattutto in un contesto come quello italiano dove c’è una forte frammentazione anche nello sviluppo infrastrutturale e questo è ancora un limite.

«Siamo sicuramente fiduciosi visto che sta crescendo l’attenzione di quelli che possono essere gli attori dell’ecosistema del cicloturismo. Sta crescendo il settore in sé, perché economicamente comunque ha avuto un incremento importante anche negli ultimi anni. Non siamo ai livelli di altri Paesi europei, ma è questione di tempo e di interventi adeguati che possono supportare questa evoluzione».

L'evoluzione del cicloturismo passa anche per la sempre più prepotente diffusione delle ebike
L’evoluzione del cicloturismo passa anche per la sempre più prepotente diffusione delle ebike
L'evoluzione del cicloturismo passa anche per la sempre più prepotente diffusione delle ebike
L’evoluzione del cicloturismo passa anche per la sempre più prepotente diffusione delle ebike

L’importanza del sistema digitale

Sarà questa sempre più legata al sistema digitale? «Sì, come in tutti gli ambiti della mobilità. L’obiettivo dovrebbe essere quello di semplificare i processi e rendere più fruibili le informazioni per mettere a sistema più facilmente anche le informazioni e i servizi. Chiaramente l’ambito digitale è uno strumento dietro il quale ci stanno organizzazioni, meccanismi di condivisione, quindi un ecosistema di governance che deve riuscire a valorizzare questi strumenti».

Voi agite un po’ su tutto l’ambito nazionale, dal nord come al sud? «Sì, le sperimentazioni hanno avuto luogo in contesti differenti. Ad esempio un progetto parallelo a quello pugliese è stato messo in piedi in Valgandino. Un contesto completamente differente perché si parla della Val Seriana, quindi una valle del Nord Italia di tipo montano. Nello specifico caso, anche lì sono state installate delle pensiline di ricarica per le bici elettriche che permettono quindi di promuovere il cicloturismo anche estendendo il target potenziale. L’elettrificazione della ciclabilità è da questo punto di vista uno strumento importante per ampliare il target di fruitori, perché diventa sicuramente più semplice anche per coloro che non sono particolarmente allenati. Insomma, cerchiamo in tutti i modi di trovare le soluzioni per sostenere quello che è un settore importante dal punto di vista economico, ma soprattutto una modalità virtuosa di fruire il territorio, di conoscerlo e di promuoverlo».

La locandina che promuove la due giorni di incontri a Roma Eur
La locandina che promuove la due giorni di incontri a Roma Eur
La locandina che promuove la due giorni di incontri a Roma Eur
La locandina che promuove la due giorni di incontri a Roma Eur

A Roma due giorni di confronti sul tema

Il prossimo 11 e 12 novembre a Roma si terrà una due giorni di incontri dal titolo “Most 2025, L’Innovazione che Unisce”, due giornate per illustrare i risultati scientifici maturati in questi 3 anni di attività, come spiega il Direttore Generale del Centro Gianmarco Montanari: «Approfitteremo proprio di questa due giorni a Roma all’Eur presso la struttura di Confindustria per presentare tutte le attività che sono state svolte e anticipare qualcosa su quello che faremo nel futuro. E’ la summa della ricerca applicata che è stata svolta nei nostri 49 comparti. Noi ci occupiamo di mobilità sostenibile categorizzando i vettori in 5 categorie: su ferro, su gomma, su acqua, su aria e poi le e-bike. E’ chiaro che il cicloturismo è per anima, per costruzione, per essenza un caposaldo della mobilità sostenibile. Quindi ha un’importante rilevanza in quanto appunto è la massima sintesi della sostenibilità secondo quelli che sono i nostri 5 criteri che realizziamo per essere sostenibili, di cui uno sicuramente è l’impatto sull’ambiente e la decongestione del traffico delle città».

Gianmarco Montanari, Presidente del Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede a Milano
Gianmarco Montanari, Direttore Generale del Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede a Milano
Gianmarco Montanari, Presidente del Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede a Milano
Gianmarco Montanari, Direttore Generale del Centro Nazionale Mobilità Sostenibile con sede a Milano

Investire nelle due ruote rende sempre di più

Voi avete rapporti con 24 università italiane e 24 aziende. Che sensibilità c’è in generale nei vostri interlocutori verso il mondo delle due ruote? «Tutti hanno un’attività, un investimento, un’area di ricerca che riguarda anche aspetti legati alle due ruote. Penso ad esempio a Pirelli che ha un’attività legata evidentemente al suo core business sulle ruote, o a Brembo che ha attività legata alla parte strutturale dei freni, ma anche ai nostri soci che fanno attività legate al software e al digital».

In questa due giorni a Roma ci sarà uno spazio particolare riservato alle due ruote? «Sicuramente sì. Da una parte avremo dei workshop parlando di quella che è l’esperienza dei nostri partner nelle varie aree che seguiamo, tra cui anche quella delle bike, Poi avremo 50 stand fissi da parte sempre dei nostri soci che presenteranno fisicamente i prodotti nell’ambito della nostra ricerca e ci saranno anche ampi spazi legati alle due ruote in questo senso».

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