Quello ottenuto dalla Francescana Ciclostorica è un risultato per molti versi clamoroso, il più importante della sua esistenza. Non è legato strettamente alla manifestazione, quanto un suo effetto. Il suo tracciato è diventato infatti un percorso permanente che nelle intenzioni degli organizzatori del grande raduno d’epoca, deve essere fondamentale anche come raccordo tra altre ciclovie umbre.
Un processo nato da lontano, come spiega il presidente dell’Asd organizzatrice Luca Radi: «L’evento esiste dal 2015, recentemente abbiamo fatto l’undicesima edizione. E’ nato sin da subito come un evento per bici d’epoca con abbigliamento vintage. Vicino c’è anche un Festival di musica vintage, quindi è una vera e propria festa in bicicletta che si svolge a Foligno. L’abbiamo chiamato La Francescana perché dalla piazza di Foligno San Francesco ha iniziato il suo percorso di fede, vendendo le stoffe e il cavallo per il restauro della Chiesa di San Damiano ad Assisi».


Il percorso permanente come si articola e come si è sviluppato?
L’idea è venuta durante il periodo del Covid, vedendo quanto l’utilizzo delle due ruote stesse prendendo piede come alternativa di vita quotidiana. Poi è diventata un’iniziativa sempre più forte, che ci ha portato a fare un protocollo d’intesa fra 12 comuni della valle umbra: Foligno, Trevi, Campello su Clitunno, Spoleto, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Bevagna, Cannara, Assisi e Spello. Siamo nella parte centrale dell’Umbria, quella più vera e più bella, ricca di borghi e di verde.
Chi viene che cosa può vedere, usufruendo del percorso permanente?
Noi attraversiamo la fascia olivata, cioè questa lunga fetta di coltivazioni tra Assisi e Spoleto, che l’UNESCO vuole tutelare come patrimonio, perché è un ricettacolo di cultura e umanità. Poi attraversiamo le colline coltivate a vite di sagrantino che si trovano nella parte opposta nei Colli di Montefalco, Bevagna e Gualdo. Quella è la parte più verde dell’Umbria e questo aspetto attira molto.


La vostra iniziativa in che cosa si differenzia da altre simili, anche nel Centro Italia?
Noi non ci accontentiamo di arrivare vicino alle città, noi le attraversiamo. Questa ciclovia entra dentro le piazze, dentro i centri storici. Abbiamo voluto fare un percorso che è realmente cicloturistico. Dopo il protocollo d’intesa, la Regione Umbria e il Ministero del Turismo hanno finanziato questo progetto di messa in opera delle frecce, dei cartelli e dei punti ristoro nei singoli comuni.
Ed è questo il lavoro che vi aspetta da qui a marzo 2026, visto che l’inaugurazione è prevista per allora?
Sì, con il Comune di Foligno che è il capofila e che darà l’incarico alle aziende per mettere quanto necessario. Ci saranno anche punti di ricarica per le biciclette elettriche, punti per rifocillarsi, le indicazioni turistiche. Noi siamo stati un po’ dei precursori, nel 2015, a credere nelle possibilità del cicloturismo in Umbria. Fino ad allora quello che attraversava i nostri territori – cosa che ancora è – sono i cammini francescani. Noi abbiamo iniziato questo percorso bellissimo che funge anche da raccordo.






In quali termini?
Collega a Spoleto con la ciclabile Spoleto-Norcia e quindi prendiamo tutta un’ampia zona della Valnerina. Poi lo vorremmo allungare fino al lago Trasimeno, dove c’è tutto il percorso che gira intorno al lago, anche quello molto bello e grande richiamo nella nostra regione. Con questo percorso vorremmo farne una sorta di bretella che mette in collegamento il lago Trasimeno con la Spoleto-Norcia.
Che impatto può avere sul mercato cicloturistico?
Noi crediamo fortemente in quest’idea, considerando che questo nostro percorso è ad anello, se parti da Foligno torni a Foligno. Sono circa 170 chilometri per 2.100 metri di dislivello, che è ideale da dividere in più giornate. Si trovano strade asfaltate, ma soprattutto strade sterrate, di campagna. Non è una pista ciclabile, è una ciclovia aperta anche al traffico, anche se è un traffico limitatissimo perché sono tutte strade poco frequentate. Al suo interno però c’è la pista ciclabile che collega Assisi a Spoleto e che è una sorta di diametro del nostro percorso. Che può essere anche utile come bretella per abbreviare.


Quante persone partecipano normalmente alla vostra ciclostorica?
Noi abbiamo per adesso un numero chiuso di 1.000 partecipanti, un limite che viene raggiunto sempre in anticipo rispetto alla scadenza delle iscrizioni. Questa è una festa molto bella, che anticipa l’Eroica di circa due settimane facendone una sorta di antipasto. E’ diventata un momento d’incontro anche dei ciclostorici italiani e non solo, perché da noi vengono un po’ da tutto il mondo. Abbiamo avuto partecipanti dal Belgio, dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Germania, anche dall’Australia. E’ un esperimento turistico che sta dando qualcosa di più al nostro territorio.







