FCI-ACSI, rottura completa. Fosche nubi sul calendario 2026FCI-ACSI, rottura completa. Fosche nubi sul calendario 2026

| 10 Novembre 2025

FCI-ACSI, rottura completa. Nubi scure sul calendario 2026

La rottura è totale ed appare davvero difficile trovare una soluzione. L’incontro di martedì scorso fra la FCI e gli enti di promozione sportiva ha portato a un accordo con la maggior parte di essi, ma non con l’ACSI, con cui la frattura è esposta, profonda, apparentemente insanabile. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: alcune manifestazioni sono già saltate e le prospettive per la nuova stagione sono quanto mai fosche, si rischia il vero shutdown, parola tanto in voga in questi giorni, con il calendario 2026 avvolto nella nebbia.

All’indomani dell’incontro fallito, siamo andati a sentire direttamente le parti per comprendere il perché di una rottura che penalizza unicamente organizzatori e, ancor più, praticanti, mettendo alle corde un movimento sul quale si poggia gran parte dell’attività e, come alla FCI ben sanno, anche una corposa porzione di introiti. Non è nostro compito prendere posizione, anche se precedenti interventi hanno destato malumore sia da una parte che dall’altra. Ma il dovere del giornalista è riportare i fatti, poi sta a chi legge farsi un’idea.

Gianni Cantini (il primo da sinistra), nominato responsabile della Commissione Amatori della FCI
Gianni Cantini (il primo da sinistra), nominato responsabile della Commissione Amatori della FCI
Gianni Cantini (il primo da sinistra), nominato responsabile della Commissione Amatori della FCI
Gianni Cantini (il primo da sinistra), nominato responsabile della Commissione Amatori della FCI

La lunghezza delle GF, causa della diatriba

Partiamo dal motivo del contendere. Uno e solo uno. La lunghezza delle Granfondo. Può sembrare poca cosa, invece è il casus belli, perché la Federazione vuole che si applichino su di esse norme precise: «La cosa che riteniamo non superabile è il principio di esclusività su quel genere di manifestazioni – sentenzia Gianni Cantini, responsabile della Commissione Amatori –  Questo principio di esclusività può essere declinato in tanti modi e su questo c’è lo spazio per trovare un accordo. Con gli altri enti abbiamo detto che se loro società vorranno organizzare delle manifestazioni che rientrano in quella categoria, lo potranno fare trovando l’opzione di avere la doppia affiliazione o un’altra metodologia che in qualche modo possa mantenere valido il concetto che la Federazione ha su queste manifestazioni la priorità.

«Quindi gare su distanza inferiore a 120 chilometri o comunque con un rapporto chilometri/dislivello inferiore a 200 e che abbiano una dizione diversa, non Granfondo. Poi all’interno di questo principio si possono trovare tante forme di collaborazione. Il problema è che in questo momento ACSI e solo ACSI non intende condividere con la Federazione questa cosa e quindi la rottura è alla fonte, cioè non c’è la disponibilità a trovare questa via di mezzo».

Emiliano Borgna, presidente dell'ACSI Ciclismo, unico ente che non ha raggiunto un accordo con la FCI
Emiliano Borgna, presidente dell’ACSI Ciclismo, unico ente che non ha raggiunto un accordo con la FCI
Emiliano Borgna, presidente dell'ACSI Ciclismo, unico ente che non ha raggiunto un accordo con la FCI
Emiliano Borgna, presidente dell’ACSI Ciclismo, unico ente che non ha raggiunto un accordo con la FCI

L’ACSI ribatte: «Si lede un nostro diritto»

E’ una posizione che ACSI non accetta: «Se le società vogliono fare le gare di Granfondo si devono affiliare, le parole di Cantini sono chiare – afferma il presidente Emiliano Borgna Stiamo violando delle norme, perché da che mondo è mondo il diritto di fare sport è in Costituzione. Io posso fare sport in tutte le sue forme, lo posso fare con chi voglio. Tanti passaggi a me sfuggono, mi sembra anacronistico che due soggetti dell’ordinamento sportivo con compiti e finalità diverse si facciamo la guerra, mentre invece dovremmo far sistema».

Borgna prosegue nella sua disamina: «Noi abbiamo alti numeri associativi di società e di tesserati e quindi dovremmo fare tutti il bene del movimento ciclistico. Invece lo stiamo mettendo al palo perché vedo eventi annullati. Stiamo colpendo la filiera. I miei organizzatori di Granfondo si sono coalizzati, sono 80 eventi tutti insieme, parliamo di 80 su 120 che dicono che vogliono stare con Acsi perché ci ha seguito, ci ha aiutato, ha lavorato bene, non capiamo perché dobbiamo organizzare l’evento con altri».

Il movimento ACSI ha la maggioranza delle Granfondo del calendario e oltre 53 mila tesserati. Si rischia il blocco dell'attività nel 2026
Il movimento ACSI ha la maggioranza delle Granfondo del calendario e oltre 53 mila tesserati. Si rischia il blocco dell’attività nel 2026
Il movimento ACSI ha la maggioranza delle Granfondo del calendario e oltre 53 mila tesserati. Si rischia il blocco dell'attività nel 2026
Il movimento ACSI ha la maggioranza delle Granfondo del calendario e oltre 53 mila tesserati. Si rischia il blocco dell’attività nel 2026

Il regolamento internazionale fa fede o no?

La Federazione si appoggia allUCI per dirimere la questione: «L’unica regolamentazione dell’Unione ciclistica internazionale che riguarda le Granfondo è quella delle Granfondo World Series, che nulla hanno a che vedere con quelle di cui stiamo parlando. Per il resto non c’è nulla. In Convenzione si diceva che ci dobbiamo adeguare ai regolamenti dell’UCI. Peccato che quei regolamenti non ci sono».

Anche da parte della Federazione, però, c’è un richiamo che viene imputato all’ACSI: «L’attività è un altro punto su cui non c’è unità di vedute – riprende Cantini – L’attività agonistica prestativa gli enti la possono fare in presenza di una Convenzione con la Federazione di riferimento, non solo nel ciclismo in genere. ACSI afferma, anche pubblicamente, che l’attività agonistica che loro svolgono non si deve riferire al punto 2.3 del regolamento degli enti di promozione sportiva, ma al punto 2.1 (Gli enti organizzano attività a carattere promozionale, amatoriale e dilettantistico, seppure con modalità competitive, con scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale, ndr).

«Si fa una corsa e lo scopo primario è quello di vincere, è una attività ad alta attività fisica e per poter effettuare questa attività è necessaria una Convenzione. In questo momento Acsi sta dicendo che questo non serve, che la Convenzione è un optional e che l’attività può essere svolta ugualmente, ma questa cosa non si può fare».

Il regolamento UCI a proposito delle Granfondo fa riferimento solo a quelle World Series
Il regolamento UCI a proposito delle Granfondo fa riferimento solo a quelle World Series
Il regolamento UCI a proposito delle Granfondo fa riferimento solo a quelle World Series
Il regolamento UCI a proposito delle Granfondo fa riferimento solo a quelle World Series

Un confronto “muro contro muro”

«Si sono presentati all’incontro dicendo “La nostra proposta è questa, non si deroga neanche di 1 millimetro” – ribatte Borgna – A quel punto diventa difficile trovare un accordo, un compromesso. Bisognerebbe trovare una figura mediativa per poterlo raggiungere. Anche perché comunque le diatribe riguardo alle convenzioni dovevano essere comunque affrontate in sede di collegio del Coni, non certo privatamente. Le convenzioni vengono firmate dal punto di vista politico da due soggetti che sono i presidenti degli enti. Invece noi ci siamo trovati con una Convenzione sospesa da un organo tecnico che è la struttura amatoriale. Legittimo? Direi proprio di no, anche da un punto di vista legale».

Come avevamo già avuto modo di affermare, i tempi danno adito a molti sospetti. Una settimana prima erano stati ratificati dalla FCI gli aumenti di tariffe per i tesseramenti e le affiliazioni: «La Convenzione c’era – spiega Borgna – con accordi a latere che venivano pattuiti in base agli eventi, quindi c’era una parziale deroga, per alcuni aspetti si applicava quello che veniva indicato e per altri si derogava. Questi aspetti venivano valutati con la struttura amatoriale e con chi aveva le deleghe a gestire i rapporti con gli enti di promozione. Parliamo di un calendario 2025 pubblicato al 24 dicembre. L’insediamento di Cantini poi è avvenuto in primavera. Quello che noi dovevamo fare nel 2025 era stato deciso con chi li aveva preceduti a livello di Consiglio federale. Quindi viene disconosciuto quello che la Federazione stessa aveva con noi concordato».

La FCI, che ha rivisto verso l'alto le quote associative, chiede il doppio tesseramento per gareggiare nelle sue Granfondo
La FCI, che ha rivisto verso l’alto le quote associative, chiede il doppio tesseramento per gareggiare nelle sue Granfondo
La FCI, che ha rivisto verso l'alto le quote associative, chiede il doppio tesseramento per gareggiare nelle sue Granfondo
La FCI, che ha rivisto verso l’alto le quote associative, chiede il doppio tesseramento per gareggiare nelle sue Granfondo

Quell’aumento nei tesseramenti della settimana prima…

A questo punto però la FCI non teme che questa situazione connessa agli aumenti delle tariffe di tesseramento porti molti appassionati a trasmigrare verso l’ACSI? «Qui c’è un altro aspetto da tenere conto – ribatte Cantini – ad esempio nell’atletica vengono organizzate maratone e mezze maratone dall’UISP che non fanno parte del calendario Fidal. Ma c’è differenza. Vengono chiamate maratone, ma se lei guarda le caratteristiche sono maratone di 42 chilometri e non 42,195, ossia non danno prestazioni ufficiali tali da essere omologate, quelle solo la Federazione può darle. L’Uisp ha una Convenzione firmata con Fidal e stanno all’interno della Convenzione per organizzare manifestazioni simili. Anche ACSI può organizzare, ad esempio manifestazioni di 110 chilometri le può fare con la Convenzione attiva chiamandole in altro modo, fondo, mediofondo, basta che non rientri in quelle caratteristiche da noi indicate».

A queste affermazioni Borgna ribatte con vigore: «Guardiamo il primo comunicato, che poi Cantini ha detto all’incontro che era un’indicazione data alle strutture territoriali della Federazione e poi da loro pubblicata. Lì si diceva che l’ACSI non può organizzare eventi agonistici, ma dove sta scritto? C’è un regolamento degli enti di promozione che dice il contrario. I tesserati non sono assicurati? Smentito, le assicurazioni fanno riferimento non alle convenzioni ma al riconoscimento degli organismi. Scriveremo alle prefetture per annullare le manifestazioni. Bene, le manifestazioni sono state annullate? No, perché i permessi sono legittimi, noi siamo un organismo riconosciuto, possiamo organizzare l’attività».

Il movimento amatoriale è uscito a fatica dagli anni del Covid, ora un altro stop rischia di essere letale
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Una mediazione difficile, ma necessaria

Le posizioni sono estremamente distanti e servirebbe una figura mediante, ma a parte che non è semplice trovarla, bisogna anche che da entrambe le parti si apra la porta a un compromesso: «Mediazione vuol dire venirsi incontro, quindi un punto di incontro lo si può valutare, ma bisogna volerlo – conferma Borgna – Da quanto è emerso finora non mi sembra che ci sia questa volontà, per quanto si dica diversamente. Bisogna rendersi conto tutti che il grosso danno che viene fatto non è a noi, ma a tutto il movimento, ai praticanti perché sono loro che ne stanno pagando le conseguenze».

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