| 2 Novembre 2024

Laura Martinelli, la dieta dei campioni e gli eccessi inutili

Col passare delle stagioni, l’alimentazione sta assumendo una rilevanza sempre più marcata nel ciclismo e nello sport in generale, ma non dev’essere un’ossessione. Parola di Laura Martinelli, dietista sportiva che lavora con il team professionistico Jayco-Alula e che abbiamo incontrato durante le visite di fine anno della formazione australiana all’Istituto delle Riabilitazioni Riba di Torino. Diversamente da quanto si pensa infatti, la componente umana è fondamentale, ovviamente associata all’approccio scientifico.

«Nei colloqui di fine stagione – racconta Martinelli – partiamo dal questionario che riceviamo nei giorni precedenti,. Chiediamo un commento sull’annata appena conclusa e che cosa possiamo migliorare nella prossima come Nutrition Department. I ragazzi e le ragazze sono sempre molto tranquilli. Ad esempio, nella chiacchierata con Eddy Dunbar abbiamo parlato per 30 minuti e non ho preso una misura. Il clima era informale e gli ho detto che ci saremo visti con calma dopo le vacanze. Voglio sottolineare che il mio servizio non è obbligatorio, altrimenti non funzionerebbe, ma lo forniamo a chi lo richiede e nelle modalità che ognuno ritiene opportuno. Comunque, tutti i corridori con cui lavoro sono molto motivati e precisi. D’altronde, non c’è un potenziometro della nutrizione, per cui devo fidarmi delle loro indicazioni più che della bilancia. Ho iniziato nel 2013 e in questo decennio sono cambiate tantissime cose. Anche i corridori non avevano idea di cosa fosse un carboidrato, di cosa dovessero mangiare, mangiavano a sensazione, meglio meno che di più. Adesso, invece, c’è sempre più consapevolezza e sempre più esigenze».

Laura Martinelli è nutrizionista del tennista Zverev, a destra (foto Facebook/Alexander Zverev)
Laura Martinelli è nutrizionista del tennista Zverev, a destra (foto Facebook/Alexander Zverev)

L’esempio del tennis

Laura non si limita alle due ruote e tra gli atleti che segue c’è anche la stella del tennis Sascha Zverev, che proprio a Torino nel 2021 ha vinto la prima edizione delle Atp Finals ed è l’attuale numero 2 del ranking internazionale.

«Il tennis è un altro mondo – comincia a spiegare – ma ci sono ambiti che si possono traslare. Lui di base non è un appassionato di ciclismo, ma mi chiede diverse cose e si informa, con particolare attenzione alla supplementazione, tipica degli sport di endurance. Sascha, tra l’altro ha il diabete di tipo 1, proprio come i corridori della Novo Nordisk con cui ho avuto la fortuna di lavorare in passato».

E proprio sul diabete e l’attività in sella, aggiunge: «Quando un atleta svolge un esercizio continuativo, la contrazione muscolare favorisce l’ingresso del glucosio nelle cellule anche senza insulina, l’ormone che alle persone con diabete manca. Dunque, se faccio uno sport tipo ciclismo, in quel lasso di tempo è come se l’insulina non mi servisse. Un discorso diverso dal tennis come contesto sportivo, perché si tratta di una disciplina start and stop. Sascha, ad esempio, durante alcuni match, è costretto a sottoporsi a delle iniezioni».

E’ opportuno periodizzare la dieta e concedersi alla socialità, per evitare di crollare psicologicamente (depositphotos.com)
E’ opportuno periodizzare la dieta e concedersi alla socialità, per evitare di crollare psicologicamente (depositphotos.com)

Periodizzare la dieta

Per i pro’ ogni piccola modifica alle abitudini può rappresentare un marginal gain, ovvero quello scatto che può farti fare la differenza nel momento cruciale. Tuttavia la nutrizione è un aspetto che viene curato moltissimo anche da chi pedala per divertimento, forse anche con qualche eccesso a detta di Laura.

«Agli amatori – dice – consiglierei di prenderla meno seriamente e di periodizzare maggiormente la loro attenzione alla dieta. A volte, infatti, si cura l’alimentazione per periodi di tempo troppo prolungati e così si arriva a un punto di rottura, anche mentale. Il mio consiglio è quello di periodizzare, di avere uno, due o al massimo tre mesi in cui mi concentro molto sul ciclismo e su un certo tipo di dieta. Non bisogna mai trascurare gli altri contesti che sono comunque imprescindibili per un essere umano, come il lavoro, gli amici o la famiglia e soprattutto non dimenticarsi mai di compiere delle fasi di recupero. I professionisti lo fanno di lavoro, mentre gli amatori devono avere un altro approccio, che non dev’essere fonte di stress. Non bisogna mai diventare ossessivi, altrimenti è controproducente anche in termini di prestazioni».

Anche i professionisti, la sera prima del giorno di riposo di un Grande Giro , si concedono uno strappo (depositphotos.com)
Anche i professionisti, la sera prima del giorno di riposo di un Grande Giro , si concedono uno strappo (depositphotos.com)

Gli strappi alla regola

Anche i pro’, d’altronde, si tolgono i loro sfizi, come conferma la nutrizionista della Jayco-AlUla. «La sera prima del giorno di riposo in un Grande Giro, i corridori si concedono o una pizza o un hamburger con le patatine. Poi, conoscendo i gusti dei ragazzi, gli concedo qualche altro strappo alla regola, come ad esempio la birra piccola o il bicchiere di vino. Oppure ancora il tiramisù, nessuna stravaganza particolare, ma solo qualche piccolo sfizio». Dunque, quest’autunno qualche sgarro ci può scappare, prima di rimettersi sotto per il 2025. 

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