Lo sport è un linguaggio universale che parla di benessere, energia e rinascita. E’ un percorso che non si esaurisce con l’agonismo e che, anzi, può trovare nuova linfa quando si torna ad allenarsi per il semplice piacere di stare bene con il proprio corpo (in apertura foto di Francesco Perini).
Partendo da questo sunto, la storia di Moreno Moser calza a pennello. Quello dell’ex professionista è un esempio concreto di come il movimento fisico possa diventare una chiave per ritrovarsi. Dopo un periodo di stop e di cambiamenti fisici, Moser ha riscoperto il valore della bicicletta e della palestra, vivendo in prima persona le sensazioni di chi riparte da zero e vede rifiorire il proprio corpo.

Rimettersi in forma
La decisione di Moreno Moser, nipote del grande Francesco, di rimettersi in movimento non nasce da un impulso improvviso, ma da un momento di consapevolezza. Dopo aver smesso con il ciclismo professionistico, si è trovato con qualche chilo in più e la sensazione di non riconoscersi più nello specchio proprio non gli piaceva.
«Evitavo gli specchi – racconta Moreno – non mi piacevo. Va fatta però una premessa sul fatto di essermi un po’ ingrossato. Appena avevo smesso con la bici mi ero dato alla palestra, ai pesi che mi piacciono molto. Sono l’opposto della bici: sforzi brevi e intensi e, diciamolo pure, ti danno anche quel tocco estetico che non guasta. Per la prima volta in vita mia provavo la sensazione di sentirmi forte anche nella parte alta del corpo. Poi col tempo, tra lavoro e recentemente anche un serio infortunio alla spalla che mi ha tenuto fermo per diversi mesi, mi ero lasciato andare».
Nel ciclismo l’allenamento è spesso monotematico, quasi interamente focalizzato sulle gambe. La parte superiore del corpo rimane in secondo piano. «Con il rischio di squilibri e posture ingobbite». Per Moser è stata una rivelazione scoprire il lavoro con i pesi: più struttura, più equilibrio, un fisico migliore non solo esteticamente ma anche nella vita quotidiana. Sollevare pesi però non è solo estetica, ma salute: «Rallenta il decadimento muscolare – dice – e dona quella sensazione di forza che accompagna anche nei gesti più semplici».
All’inizio la palestra è stata una valvola di sfogo, un’attività che compensava l’assenza della bici. Ma col tempo è arrivata la voglia di recuperare l’attività aerobica. Dopo un infortunio alla spalla che lo ha costretto a fermarsi anche con i pesi, Moser ha capito che era il momento di tornare in sella, il mezzo che più di ogni altro poteva ridargli leggerezza, continuità e soprattutto piacere.
Dalla palestra alla bici
Il percorso di ritorno allo sport di Moreno Moser è iniziato proprio in sala pesi. Un ambiente diverso da quello del ciclismo, fatto di sforzi brevi e intensi, di solitudine con le cuffie e un podcast nelle orecchie. Un mondo che lo ha affascinato, al punto da studiare libri, informarsi e arrivare a prendere un patentino da allenatore di fitness. Non per lavoro, ma per curiosità personale e consapevolezza.
«Il corpo – riprende Moser – chiedeva di nuovo quella resistenza che solo la bici può dare. Così, dopo aver ritrovato un po’ di struttura fisica sono risalito in sella. E ci sono salito con metodo. Con la bici infatti puoi essere chirurgico. Grazie agli strumenti: watt, calorie, deficit energetico calcolato al dettaglio… sai esattamente quanto consumi e quanto devi mangiare. E’ uno strumento perfetto per rimettersi in forma. So che il mio metabolismo basale è 2.000 calori circa, che ne consumo 1.200 in bici. Posso decidere che deficit calorico attuare».
Accanto alla bici, Moreno ha iniziato a bilanciare anche l’alimentazione, senza imposizioni esterne. «Non ho seguito diete particolari, ma ho iniziato a pesare i cibi, ho studiato molto in tal senso, cibi, quantità… più che altro per avere la consapevolezza del perché e del come seguire un piano. Non più, per esempio 80 grammi di riso e basta senza spiegazioni, ma la comprensione di ciò che serve al corpo in base agli obiettivi. E questo secondo me il percorso sostenibile e stimolante, trasformando l’allenamento in un cammino di crescita personale.
Una routine che gasa
Oggi la settimana di Moreno Moser è un mix equilibrato di attività. La bici rimane centrale, con uscite di due o tre ore, due o tre volte a settimana. Accanto c’è la corsa a piedi, una nuova sfida che sta affrontando con umiltà… e qualche acciacco. «Ma la corsa a piedi sarà la vera sfida. Il resto lo faccio per piacere e per rimettermi in forma». Moser, dunque riesce ad allenarsi quasi tutti i giorni. In palestra ci va quattro volte a settimana, nonostante la cautela per la spalla operata. Altre due o tre volte va in bici e quando può, per ora, inserisce anche la corsa. Chiaramente lui ha del tempo a disposizione e riesce a dedicare più ore all’attività sportiva.
La differenza rispetto a quando correva da professionista è netta: non ci sono più tabelle rigide né l’obbligo di performance, ma un allenamento che ha come obiettivo il benessere, anche se poi spiega egli stesso un certo DNA racing resta.
«In bici, ora vado troppo piano per fare lavori specifici – ammette Moser – ma so già che prima o poi ci arriverò. E immagino accadrà lo stesso con la corsa. La costanza, però, c’è, e la sensazione di migliorare giorno dopo giorno è già di per sé una spinta formidabile».
Allenarsi in questo modo non è più solo una questione di sport, ma di equilibrio tra vita, lavoro e piacere personale. La bici non è più il centro esclusivo, ma parte di una routine che include diversi stimoli. Una formula che si adatta perfettamente a chi, come tanti appassionati, vuole restare in forma senza dover inseguire risultati agonistici. Il tutto, come ha detto Moser stesso, anche per un obiettivo estetico… il che non guasta mai. E’ un segno di benessere psicofisico anche quello.
Le belle sensazioni
Alla base di tutto rimane la ricerca delle sensazioni. Per Moser lo sport oggi è soprattutto questo: percepire che il corpo rifiorisce, che l’energia cresce, che ogni uscita diventa un passo in avanti. Non serve una gara per stimolarsi: basta uscire in bici e sentire che si va un po’ meglio rispetto al giorno prima.
«E’ un circolo virtuoso – dice Moser – che si alimenta da sé: la voglia di migliorare porta a curare l’alimentazione, a strutturare meglio gli allenamenti, a sfidarsi con nuove discipline come la corsa a piedi. Ogni progresso diventa una spinta per continuare. Anche la bici in sé gioca un ruolo importante. Sentirsi bene in sella… è figo! Queste bici di oggi poi mi gasano tantissimo. Altre tecnologie rispetto a quelle con cui correvo io. Sono rigide, precise, belle. Ti ci senti proprio bene. A me hanno dato una Cervélo S5 adesso e credo che presto ne arriverà un’altra. Le bici aero aumentano questa sensazione di benessere in sella».
La bellezza dello sport, in fondo, sta proprio in questo: nella capacità di sorprendere, di ridare entusiasmo, di trasformare ogni pedalata in un momento di benessere. Per chiunque decida di rimettersi in movimento, la storia di Moreno Moser dimostra che non è mai troppo tardi (ovvio lui è ancora giovanisismo!) per ritrovare sé stessi, il piacere del gesto sportivo e quella sensazione unica di leggerezza che solo la bici sa dare.