Inverno e bici, non sempre il connubio è favoloso. Di certo, la stagione fredda è quella che meno lega con la bici, tuttavia oggi ci si può divertire e allenare alla grande. Basta usare qualche accorgimento. E di questi accorgimenti ci parla Davide Cassani.
Cassani è stato un grande ex professionista, nonché cittì della nazionale, opinionista Rai e ospite fisso di Radio Deejay nel programma Deejay Training Center, curato da Linus. E’ quindi l’identikit perfetto proprio per quegli accorgimenti.
1 – L’abbigliamento
Sapersi vestire non è così scontato. E non lo è perché oggi per assurdo la scelta è così ampia e i materiali così efficienti che non è sempre facile azzeccarci.
«In questo caso – dice Cassani – più che alla stagione io faccio riferimento alla temperatura. Controllo i gradi e in base a quelli mi vesto. D’inverno si vedono situazioni paradossali: chi esce con i pantaloncini corti e chi ha persino il passamontagna».
L’abbigliamento ha fatto passi da gigante e con materiali super tecnici si può essere caldi senza essere troppo vestiti.
«Personalmente preferisco partire e sentire un pizzico di fresco e scaldarmi strada facendo. In questo modo non parto super pesante. Basta una mantellina oltre alla scelta del vestiario base, che tengo per i primi 2-4 chilometri, poi la tolgo. E’ chiaro, se fa veramente freddo bisogna coprirsi a partire da mani, piedi e testa. Ecco, la testa la tengo sempre coperta con un sottocasco, anche se non fa troppo freddo».
Altra dritta di Cassani, che poi fa riferimento ad un vecchio adagio: “mai sudare troppo”. E quindi il consiglio è quello di aprirsi sempre in salita. «E poi è importante sempre fermarsi in cima per indossare la mantellina e chiudere la zip. Farlo in sella resta un’operazione rischiosa: meglio evitare».
2 – Il percorso
La scelta del giro da fare può essere meno banale di quanto si possa immaginare. La prima cosa che detta il percorso è la disponibilità di tempo, ma anche se ne dispone di parecchio Cassani spiega perché d’inverno è meglio non esagerare.
«Il percorso si sceglie in base al proprio stato di preparazione. Molto dipende da come si è concluso l’anno passato, in tanti non si fermano più e tutto sommato lo consiglio anche io, ma bisogna saper dosare i tracciati per chilometri e dislivelli. Non siamo professionisti, ma come loro fanno la famosa base, anche noi dobbiamo andare per gradi. Io non vado oltre gli 80 chilometri».
Cassani oscilla fra le due e le quattro uscite, anzi pedalate, a settimana. Di mezzo ci sono anche i rulli. «Ognuno dovrebbe avere una certa sensibilità. Io per esempio, anche se mi conosco bene, oltre a tutti i vari dati non manco di utilizzare il cardiofrequenzimetro. Comunque è uno strumento molto semplice, ma che mi dice del mio stato di stanchezza. Vedo se i battiti salgono facilmente (sto bene) o se salgono con difficoltà (sono stanco). In più con l’età che avanza c’è sempre qualche dato prezioso da studiare e mettere da parte».
3 – L’alimentazione
Visto che non siamo dei professionisti non si hanno chissà quali necessità. Le due cose più importanti sono: rispettare gli orari della digestione e non esagerare nelle quantità. Va da sé che un piatto di frittura prima di uscire non è il massimo!
«L’importante – spiega Cassani – è evitare i picchi glicemici e quindi, specie d’inverno, non mangiare solo carboidrati, ma anche qualche proteina e qualche grasso. Altra cosa, evitare anche il picco glicemico in basso e quindi non ha senso fare due o tre ore senza mangiare. Direi che ogni 40′-50′ un gel o una barretta vanno bene. La frutta secca d’inverno va benissimo e oggi ci sono molte barrette così che sono sane e anche buonissime».
4 – La bici
Grossi interventi sulla bici non se ne fanno. Alla fine, e lo dice anche Cassani, la bici è quella. Tuttavia un occhio di riguardo alle gomme si può dare. Oggi di base si montano gomme le cui sezioni sono più larghe di base, rispetto ad una bici di 15 anni fa. Raramente si va sotto i 25 millimetri. Ma se si ha la possibilità di montare una gomma magari da 28 millimetri e ben scanalata non è male. Anche assicurarsi che la catena sia ben oliata è ben più importante che d’estate.
«Personalmente uso i tubeless che sono molto comodi e con pressioni abbastanza basse, 5,5 bar al massimo. Hanno un’ottima tenuta e anche sul bagnato sono abbastanza sicuri. Semmai, se dovesse essere una giornata brutta, si potrebbero montare quei parafanghi leggeri, specie dietro la sella per evitare qualche schizzo.
«Una cosa da controllare non solo d’inverno è lo stato della batteria del cambio elettromeccanico. Qualche giorno fa anche io sono rimasto senza batteria e così sul computerino ho impostato la funzione che mi indica il livello di carica».
5 – L’allenamento
Cassani prima ha parlato di base invernale. Non forzare troppo, come di fatto fanno i professionisti, dai quali c’è sempre da imparare pur facendo le debite proporzioni. Ma l’inverno anche la corsa piedi può aiutare tra un’uscita e un’altra.
Ecco l’esperienza di Davide: «Quando ho solo un’ora a disposizione vado a correre a piedi. Mi piace, mi fa stare bene. E soprattutto noto che in bici per andare a 130-140 pulsazioni devo fare un certo sforzo, correndo a piedi quelle pulsazioni le raggiungo molto facilmente. Questo tipo di allenamento, così come una pedalata sui rulli, mi permette di stare al meglio. Senza contare che la corsa si può fare anche se la strada dovesse essere un po’ bagnata. In quel caso uscire in bici è meno piacevole, specie con certe temperature».
C’è poi il gruppo locale. A tutti, anche ai novellini, è capitato di finire nel gruppone della zona e lì si va sempre veloci.
«Qualche “sgasatina” ogni tanto va bene, anche una mezz’oretta nel mezzo del plotone va bene, ma che sia ogni tanto e non la prassi. E’ inverno e non dobbiamo sfinirci, specie se abbiamo degli obiettivi più o meno agonistici per l’estate».