Un unico grande anello ciclabile, lungo circa 1.200 chilometri (considerando anche i collegamenti con Milano), collegherà tutti i siti Unesco della Lombardia (immagine in apertura), dando vita a un itinerario culturale e paesaggistico pensato per unire mobilità lenta, patrimonio e intermodalità. E’ il Grand Tour Unesco della Lombardia, progetto realizzato dal Politecnico di Milano per Regione Lombardia nell’ambito dell’iniziativa “Viaggio nel patrimonio Unesco lombardo”.
L’itinerario sarà pubblicato sul portale InLombardia.it e rappresenterà un nuovo modo di attraversare la regione, mettendo in rete città d’arte, paesaggi agricoli, borghi, riserve naturali e infrastrutture storiche come navigli e percorsi d’argine.


Il lavoro del professor Rolando
Alla guida del progetto c’è il professor Andrea Rolando del Dipartimento DAStU del Politecnico di Milano, appassionato ciclista, che racconta come l’idea sia nata da un lavoro pluriennale sulla relazione tra reti di mobilità e territori, tramite l’Osservatorio E-Scapes promosso dal suo Dipartimento.
«Il nostro tema di ricerca è la compatibilità tra diverse reti – spiega – e quindi il modo in cui treno, bicicletta, canali e strade secondarie possono dialogare. Ci interessa ciò che accade negli spazi intermedi tra le grandi città, luoghi dove la mobilità è meno strutturata, ma dove il cicloturismo può generare nuove forme di connessione».
Il Grand Tour Unesco nasce infatti come percorso totalmente intermodale: ogni sito è raggiungibile sia pedalando sia utilizzando il trasporto ferroviario regionale. «Abbiamo lavorato concretamente sulle stazioni – continua Rolando – verificando come si esce da ciascun binario e come si raggiunge il sito Unesco più vicino. L’obiettivo è permettere a chiunque di fare il tour anche a tappe giornaliere, usando la bici gravel e salendo sul treno quando serve».
L’anello, che attraversa l’intera regione, ruota attorno al capoluogo meneghino e mette in relazione luoghi iconici come il Sacro Monte di Varese, le palafitte del Lago di Varese, il Monastero di Torba, Como, Tirano (con il Trenino rosso del Bernina), la Val Camonica con i suoi siti rupestri, Brescia, Mantova, Sabbioneta, Crespi d’Adda e Pavia con il Parco del Ticino, oltre a numerosi beni diffusi che costituiscono il tessuto culturale della Lombardia.


Privilegiati i tratti sterrati
Uno degli elementi di forza del progetto è la scelta di percorsi prevalentemente su strade bianche, argini e tracciati ciclabili esistenti. «Abbiamo privilegiato tratti sterrati e infrastrutture leggere, adatte alle gravel – specifica Rolando -. Il percorso è ampio ma accessibile: l’unica salita impegnativa è quella del Passo dell’Aprica, tra Tirano e la Val Camonica, facilmente affrontabile con una e-bike».
L’idea è valorizzare non solo i siti Unesco, ma anche tutto ciò che li unisce: campagne, filari, sistemi idrici storici e piccoli centri spesso trascurati dai flussi turistici tradizionali. Si utilizzano tratti ciclabili già segnalati da altri itinerari, come quello della ciclovia VenTo che sta portando avanti il prof. Paolo Pileri, anch’egli del Politecnico di Milano.


L’impegno della Regione Lombardia
Il progetto risponde così alla visione della Regione Lombardia, che vede nel Grand Tour Unesco un’opportunità di sviluppo culturale e turistico. «Vogliamo far conoscere in modo ancora più capillare le bellezze del nostro territorio – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso – e i siti Unesco rappresentano alcune delle eccellenze più significative. Questo itinerario ciclabile li valorizza in un’ottica contemporanea, sostenibile e inclusiva» .
L’assessore Caruso ha presenziato ai primi test ufficiali sul percorso che si sono tenuti lo scorso mese di settembre, quando un gruppo di ciclisti (tra cui lo stesso prof. Rolando) hanno pedalato tra il Sacro Monte di Varese, l’Isolino Virginia ed il Monastero di Torba per verificare la percorribilità e la completezza delle tappe. Si è trattato di un momento chiave per definire il profilo finale del Grand Tour, che verrà poi messo a disposizione del pubblico con tracce GPX e contenuti narrativi dedicati.
Il progetto ha un costo complessivo di 220.000 euro, di cui 164.000 finanziati dai fondi del Ministero della Cultura. Il resto dalla Regione Lombardia (40.000 euro), Comune di Bergamo, Abbonamento Musei e lo stesso Politecnico di Milano.


Oltre l’aspetto cicloturistico
Per Rolando, il valore del progetto va oltre l’aspetto turistico: «Il cicloturismo è un modo per ripensare la relazione tra luoghi e persone e può aiutare anche il trasporto pubblico. Oggi cinque cicloturisti su un treno possono creare problemi: questo dimostra la necessità di progettare servizi più adatti all’intermodalità». L’auspicio è che il Grand Tour Unesco diventi un modello replicabile, capace di ispirare altre regioni italiane e di rafforzare il dialogo tra mobilità sostenibile, paesaggio e patrimonio culturale.
Il Grand Tour Unesco della Lombardia sarà dunque un viaggio lento tra storia, natura e identità territoriali, un percorso che unisce siti celebri e luoghi meno noti e che invita a riscoprire la regione pedalando, un chilometro dopo l’altro, in un grande itinerario circolare pronto a diventare uno dei più significativi d’Italia.







