La situazione delle strade in Romagna e Marche, dopo il difficile inverno che è ormai agli sgoccioli, è decisamente precaria: buche profonde, asfalto dissestato, avvallamenti pericolosi. Un quadro decisamente critico che, alle porte dell’apertura della stagione turistica, ha portato gli albergatori del territorio a lanciare un allarme rivolto a tutte le autorità, per non compromettere quanto di buono è stato fatto in tempi recenti, soprattutto con l’arrivo nella passata stagione della carovana del Tour de France che ha avuto un grande ricasco turistico del quale ora bisogna raccogliere i frutti.

Una lettera a tutti gli enti interessati
Per questo il Consorzio Terrabici, che mette insieme tutte le associazioni di strutture logistiche dedicate al cicloturismo della Romagna, ha rivolto un appello non solo attraverso i media, ma indirizzando una PEC ufficiale a 89 enti tra Comuni, Province e Regioni per segnalare la gravità della situazione e richiedere interventi urgenti. Un appello che ha avuto vasta eco, ma per il quale ora si attendono risposte.
Il primo segnale d’allarme, che ha profondamente toccato i vari titolari è venuto dagli stessi clienti, come spiega il presidente del Consorzio Cesenatico Bellavita – GiroHotels Giuseppe Ricci: «E’ da loro che abbiamo sentito, non solo io come titolare di una struttura ma anche tanti altri colleghi, che alla bellezza e al fascino dei nostri territori e soprattutto delle nostre proposte di servizi non si lega una situazione stradale all’altezza. Troppi pericoli d’incidenti, che rendono la vacanza meno piacevole di quanto potrebbe essere. Ecco perché poi molti dirottano le loro bici verso la Spagna: sarà anche meno attraente, ma le sue strade sono dei veri biliardi…».
La sicurezza di chi pedala ogni giorno
L’inverno è stato brutto, ma i problemi non sono certamente recenti: «Molto è stato fatto per l’approdo delle grandi corse a tappe come Giro e Tour – prosegue Ricci – si è anche provveduto ad asfaltare alcuni pezzi delle colline, ma non basta. Non è solo una questione legata al turismo, ma qui parliamo della sicurezza di chi pedala, anche degli stessi abitanti che utilizzano la bici 365 giorni l’anno. Ci sono tanti bambini e ragazzi che pedalano sulle nostre strade, abbiamo tanti giovani che nutrono la loro passione ciclistica nelle tante società della zona, bisogna tutelarli».
Ricci sottolinea come gli interventi debbano essere mirati: «Il territorio in questione è vastissimo e si dipana attraverso un dedalo di strade pressoché infinito, non è possibile intervenire dappertutto. Noi abbiamo proposto di collaborare nella ricerca e nella segnalazione delle strade che più di altre necessitano di interventi perché più frequentate dalle due ruote. Lavorando di concerto si ridurrebbero le spese ottenendo al contempo risultati importanti».
I grandi introiti derivanti dal cicloturismo
Il cicloturismo è un comparto che dà al territorio introiti molto importanti. Le ultime stime dicono che nel 2024, tra Emilia Romagna e Marche ci sono state più di 50 milioni di presenze cicloturistiche, con un incremento del 6,7 per centro in Emilia Romagna e del 2,9 nelle Marche, per un impatto economico di 45 milioni di euro. Un comparto su cui quindi conviene continuare a investire, ma bisogna farlo garantendo l’incolumità dei tantissimi cicloturisti, molti dei quali provenienti dall’estero.
«Non dobbiamo dimenticare – riprende Ricci – che il nostro territorio è stato vittima di due terrificanti alluvioni e grandi problemi climatici che hanno reso ancora più difficile la situazione. Pensando però a quanti vengono nelle nostre strutture e portano denaro fresco a tutta la nostra economia, bisogna intendere un quadro complessivo di lavori come una forma di adeguato investimento.
Territorio mappato, una risorsa da usare
«Noi come consorzio Terrabici abbiamo già fatto negli anni scorsi una mappatura del territorio, quindi possiamo con molta semplicità segnalare tutte le zone e tutte le strade che più di altre necessitano di interventi, considerando proprio le rotte cicloturistiche più battute. E’ importante però agire in fretta perché dopo il grande entusiasmo scatenato dal Tour de France, rischiamo un boomerang».
Chi è però depositario dell’autorità per intervenire sulle strade? «Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere anche perché, da quando le Province sono state demansionate, non c’è un’autorità specifica. Noi però abbiamo scelto di rivolgerci a tutti gli enti, anche perché riteniamo che il problema sia generale e necessiterebbe di un confronto collettivo per trovare le giuste soluzioni. E’ interesse dei comuni stessi poter procedere, poter garantire un’adeguata sicurezza a tutti coloro che vanno su due ruote, per evitare incidenti che possono avere conseguenze drammatiche. In questo tra l’altro siamo fortemente appoggiati dall’Apt proprio perché il cicloturism0o è una risorsa. Noi abbiamo gettato il sasso nello stagno, vedremo quali risposte arriveranno…».