Nel corso di una piacevole serata ad Arcugnano (provincia di Vicenza), la B&C di Roberto Pellizzari e Daniele Barausse ha fatto il punto delle sue attività. Parliamo di un sodalizio che è diventato un riferimento particolare per tutto il territorio veneto dell’offroad, proponendo più iniziative per diffondere la pratica delle due ruote nei bellissimi angoli della provincia, a cominciare dai Monti Berici. Una serata all’insegna della collaborazione e dello sviluppo del cicloturismo, pensando a iniziative che siano il più possibile coinvolgenti.


A fare gli onori di casa è stato Roberto Pellizzari: «Noi ci occupiamo da sempre di cicloturismo, abbiamo un doppio tesseramento ACSI Ciclismo e AICS, quindi possiamo tesserare i nostri soci come agonisti, ma facciamo delle tessere associative che hanno un’assicurazione e ci permettono di fare in tranquillità questi eventi cicloturistici, quindi accompagnare le persone a visitare luoghi un po’ sconosciuti della provincia di Vicenza. Abbiamo 400 tesserati attualmente».
Quindi state cercando di radicarvi sempre di più in tutti gli angoli della provincia vicentina?
Sì, piano piano stiamo integrando nei nostri servizi altri progetti che sono progetti partner, come Berici Climbs. Matteo Mastrovita l’ha fatto partire, poi si è affidato a noi per quanto riguarda le iscrizioni al brevetto e lo stesso vale per Hubbici di Marco Canola. Noi ci siamo sempre mossi con gli enti pubblici e privati, quindi la provincia di Vicenza l’abbiamo sempre coinvolta e abbiamo il patrocinio della regione per alcuni nostri progetti.


Qual è la situazione del cicloturismo a Vicenza?
C’è tanta voglia di spingere sul cicloturismo da parte degli enti. La provincia stessa adesso ha creato una Consulta. Va detto che Vicenza non è mai stata una città turistica, è sempre stata una città legata alla produzione e soprattutto famosa come la città dell’oro. In questi anni le cose sono però cambiate molto, si è iniziato a spingere sul turismo e chiaramente il cicloturismo è cosa che interessa molto la Consulta che si sta creando. Noi abbiamo partecipato ai tre incontri che sono stati fatti dove sono state poste quattro colonne portanti e una di queste è il cicloturismo.
Tra questi progetti vediamo che c’è particolare spazio per i Colli Berici che hanno una vasta tradizione attraverso La Via dei Berici che ha una partecipazione talmente ampia da essere una delle Granfondo più frequentate dell’intero panorama italiano…
Il nostro progetto è al terzo anno, parte a marzo e finisce grosso modo a ottobre. Il primo anno è stato un po’ di prova, il secondo anno Matteo l’aveva fatto partire per conto suo, anche a livello di gestione delle salite, ma doveva fare tutto manualmente. Adesso nel terzo anno è tutto molto più semplice da gestire, attraverso l’ausilio di Strava ha potuto aprire a più iscritti. E’ tutto molto più semplice e funzionale.


Come avete strutturato la vostra iniziativa IP 365?
Parte dal progetto Into Prealps, nato dopo il Covid, che avevo creato io da solo. Erano dei percorsi per scoprire la provincia di Vicenza. L’anno scorso avevamo già molte persone che scaricavano la traccia, guardavano i video, si leggevano un po’ le descrizioni dei percorsi e poi venivano a farli. Alcuni ce lo comunicavano, ci mandavano foto. Quest’anno abbiamo deciso di cercare di capire che interesse ci fosse, per valutare di creare dei percorsi accompagnando le persone. Abbiamo iniziato a gennaio, abbiamo deciso di farne uno al mese, quindi il 365 finirà il 6 dicembre e abbiamo comunque fatto sempre sold out.
Sempre tutto esaurito?
Ci siamo dati come massimo 50 persone da accompagnare lungo questi percorsi, ma qualche volta ci siamo trovati anche una sessantina di presenti. Adesso le persone vengono sì per scoprire nuove parti del territorio, ma anche per fare gruppo, stare insieme. Poi c’è sempre un ristoro di Campagna Amica ad ogni percorso che facciamo, Tra l’altro è un progetto che si sta allargando, stiamo programmando quattro social ride nel Veronese, coinvolgendo la provincia di Verona, la Coldiretti e la Confcommercio locali e cercheremo di costruire un qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto a Vicenza.


Come partecipazione da dove vengono i ciclisti?
Per IP 365 avevamo tutto il Veneto, quindi ci sono state delle social ride con presenze che coprivano tutte e 7 le province e anche qualcuno da fuori, abbiamo avuto qualcuno da Trento, qualcuno da Ferrara, venivano anche da fuori regione.
Che cosa vi ripromettete di fare nel prossimo anno?
L’obiettivo fin da quando abbiamo fondato B&C, è quello di gestire il cicloturismo in provincia di Vicenza, cioè diventare veramente il braccio operativo degli enti pubblici che si occupano di promozione del territorio. Noi partecipiamo a molte riunioni con questi enti e ci rendiamo conto che manca qualcuno che veramente conosca chi sono i cicloturisti. C’è ancora l’idea che il cicloturista sia quello che arriva dalla Germania con i borsoni attaccati alle bici. Ma il grosso del cicloturista che abbiamo, sono soprattutto gli utenti gravel.


In che cosa cambiano?
E’ il cicloturista che noi chiamiamo sportivo, che cerca non la ciclabile in asfalto piatta, lunga decine di chilometri, ma cerca il percorso interessante che ha dei bei panorami dove farsi anche 100 chilometri al giorno e anche un bel dislivello. Cerca la sfida, la fatica. Ed è quello che è già pronto per venire a visitare le bellezze di Vicenza. C’è ancora molto da lavorare, mancano strutture, mancano noleggi, mancano i bike hotel. Quindi l’obiettivo nostro è quello di far crescere il cicloturismo, ma dall’interno, consigliando gli enti pubblici su come muoversi.







