Il Comune di Misano Adriatico ha ottenuto anche quest’anno la bandiera gialla di Comune Ciclabile assegnata da Fiab. Abbiamo chiesto ad Alberto Gerini, Responsabile del Settore Tecnico Ambientale del Comune di Misano, quali interventi sono stati messi in atto negli anni per arrivare a tale traguardo.
«Mi occupo di Lavori Pubblici – spiega – ed una parte della mia area di interesse è relativa alla ciclabilità. Siamo un Comune piccolo, di 15.000 abitanti, con la particolarità di avere un’ampia zona non urbanizzata e delle aree urbanizzate frazionate tra loro. L’obiettivo è di garantire i servizi in maniera omogenea su tutto il territorio e per questo la ciclabilità è un tema interessante».
Ovvero?
Abbiamo varie sfaccettature. Una parte turistica lungo la costa con la Ciclovia Adriatica. Una parte naturalistica con la ciclabile lungo il Fiume Conca lunga 7-8 chilometri. E poi le zone collinari che abbiamo raccordato con un percorso ciclabile ad anello – l’Ecovia delle Colline – che unisce i primi due, l’Ecovia del Mare con l’Ecovia del Conca.
Come è nato il brand dell’Ecovia?
Per il nostro territorio non era possibile realizzare una “bicipolitana” come quella di Pesaro o di altre città. Per cui abbiamo ipotizzato queste Ecovie che si possono declinare in base al luogo in cui si snodano. Fondo azzurro per quella del Mare, sedime stabilizzato per il percorso nell’area naturalistico lungo il Conca, sterrato per le zone rurali ed asfaltato nei pressi dell’Autodromo Santa Monica.
Nelle aree urbanizzate ci sono state critiche alla costruzione delle ciclabili?
Per evitare proteste abbiamo cercato di mantenere il doppio senso di circolazione per le auto, senza fare diventare le strade a senso unico. Per fare ciò abbiamo ridotto lo spazio della carreggiata riservata alle auto, facendole quindi andare più piano e ridistribuendo lo spazio laterale per ciclisti e pedoni.
E dove non era possibile per motivi di spazio?
In quel caso abbiamo fatto delle corsie ciclabili, quelle sorte nel periodo del Covid. Perché ora, a causa del recente decreto Salvini, non si può più realizzarne di nuove.
Vi siete concentrati solo sulle opere infrastrutturali oppure avete fatto anche campagne di sensibilizzazione per la cittadinanza?
Abbiamo fatto una campagna di comunicazione principalmente sul brand dell’Ecovia, con l’installazione della segnaletica. Poi abbiamo inserito i percorsi sul sito del Comune e fatto promozione sui social. Abbiamo inserito punti assistenza e fontanelle sulle ciclabili. Ad esempio sull’Ecovia del Mare ce ne sono 7 in 3 chilometri. In più si trovano postazioni con attrezzi per la riparazione e colonnine di ricarica per le e-bike.
Avete previsto anche un monitoraggio dell’affluenza sui percorsi?
Solo sull’Ecovia del Mare, dove in sei anni abbiamo visto numeri in continua crescita. Questo tracciato ha inoltre un’altra particolarità…
Quale?
La resina azzurra che la caratterizza ha un maggior potere riflettente della radiazione solare, rispetto al classico asfalto nero. In tal modo la temperatura superficiale diminuisce contribuendo ad un miglioramento del microclima urbano e del benessere degli utenti. I costi di installazione sono maggiori, ma vengono compensati dai benefici a lungo termine che riducono le isole di calore. Meno spese energetiche per il raffreddamento degli edifici, meno costi sanitari per le persone colpite dal caldo…
Concludiamo con il riconoscimento di Comune Ciclabile assegnato da Fiab. Come si ottiene?
Ogni Amministrazione deve fare domanda inviando una dettagliata documentazione. Fiab poi stila una classifica che tiene conto di quattro aree tematiche legate alla ciclabilità: cicloturismo, infrastrutture urbane, governance e comunicazione-promozione.
Dunque non solo chilometri di piste ciclabili ma anche iniziative collaterali?
Sì, come ad esempio le iniziative di cultura ambientale, biciclettate, piedibus in collaborazione con le scuole… Sulla base di tutto ciò vengo o assegnati da uno a cinque “smile”.
E voi quanti ne avete?
Dal 2018 al 2022 ne avevamo tre, nel 2023 e 2024 siamo passati a quattro.