| 14 Luglio 2024

Roma in bici non sarà più un sogno. Santilli ci spiega perché

Taxi introvabili e sempre più cari. Ore imbottigliati nel traffico prima di raggiungere l’ufficio ad orari impensabili. Roma è quanto di più lontano si possa immaginare da una smart city. Chi vive e lavora nella Città Eterna ogni giorno deve fare i conti con lo stress degli spostamenti – spesso molto brevi – e quello dei parcheggi – introvabili.

Tra questi, l’avvocato Santilli – organizzatore della Gran Fondo Roma e presidente dell’Osservatorio sulla Bikeconomy – che una mattina si è alzato e ha detto basta. Non importa se la Capitale è nella lista nera nell’elenco delle città più virtuose. Lui è convinto – e non si tratta di eccentricità – che il cambiamento sia davvero possibile. Anche perché Roma sta andando in una direzione quasi obbligata, per garantire uno sviluppo concreto come sta già avvenendo nelle altre capitali europee.

Roma può mettere paura al ciclista, ma è vero che dispone di “rotte” al di fuori del grande traffico (depositphotos.com)
Roma può mettere paura al ciclista, ma è vero che dispone di “rotte” al di fuori del grande traffico (depositphotos.com)

La bicicletta per cambiare vita

«Sono un ciclista e uno sportivo – esordisce Santilli – e come tale ero totalmente terrorizzato solo al pensiero di andare in bici a Roma. Prima mi spostavo con una piccola automobile, ma lo stress che mi procurava era veramente insostenibile. Quasi sei anni fa, per pura curiosità, ho provato un’e-bike e i risultati sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. In sintesi: non volevo più scendere».

L’avvocato ci tiene a precisare che le problematiche che la città comporta, in termini di spostamenti su due ruote, sono profondamente complicate. Una prima strategia dunque arriva dalla conoscenza dell’urbanistica per poter pianificare dei tragitti punto a punto più facili e sereni.

«Roma è la città dei parchi – spiega – sono molti e tutti attraversabili con strade in asfalto. Ho cominciato a tagliare dei tragitti passando nel verde e dalle piste ciclabili che, pur essendo promiscue, permettono di svoltare gli spostamenti. Non nego che ci siano delle difficoltà, ma la mia vita è cambiata in meglio. Sono più efficiente, la salute fisica e mentale ne ha guadagnato».

Il centro storico è una delle aree più agevoli, anche se si tratta di un’isola nel mezzo di un mare di auto (foto BikeSquare)
Il centro storico è una delle aree più agevoli, anche se si tratta di un’isola nel mezzo di un mare di auto (foto BikeSquare)

In bici a Roma

Guardarsi attorno è la prima regola per chi vuole cominciare questa avventura. Per Santilli è una questione anche di esperienza personale. La valutazione comincia dalle mappe e dai tragitti. Si stima infatti che il 50 per cento dei romani percorre una tratta di massimo sei chilometri. Quindi almeno la metà dei cittadini, in teoria, potrebbe muoversi in bici o addirittura a piedi.

«La scusa del freddo o del maltempo – scherza l’avvocato – non è facile da usare a Roma. Per assurdo, è meno complicato muoversi lungo le strade più trafficate – non in tangenziale, chiaramente – ma per lo meno dove le auto sono molto lente. Evitando ogni tipo di rischio, come ho già detto, ci sono i parchi come Villa Ada, Villa Borghese o Villa Pamphili. Scenari straordinari che sicuramente possono fare bene prima di una intensa giornata lavorativa. E a proposito di grande bellezza… tra le piste ciclabili più suggestive c’è l’asse sotto il Lungotevere dove Paolo Sorrentino ha girato il suo capolavoro».

Gianluca Santilli: la bici è mezzo di trasporto e anche di evasione
Gianluca Santilli: la bici è mezzo di trasporto e anche di evasione

Testaccio come Covent Garden

Ma questa rivoluzione dell’andare in bicicletta a Roma non è qualcosa che porta beneficio solo al singolo individuo. Anzi, è proprio Santilli che sottolinea come sia fondamentale la consapevolezza della capacità della Bike Economy nell’accrescimento del valore di una città. La riqualificazione dell’ex Mattatoio di Testaccio ne è un fulgido esempio. Quella che sarà la nuova Covent Garden della Capitale è un’area pedonale completamente riqualificata che si presenta come un modello replicabile poi per altre città.

«Con l’Osservatorio Bikeconomy – spiega Santillli – abbiamo proposto alla Fondazione Roma di coinvolgere i progettisti e pensare a una soluzione per un collegamento per le biciclette. La zona della riqualifica è densamente popolata, ma è anche vicina al Tevere dove c’è già una ciclabile. La Fondazione ha sposato questa idea e ha interamente finanziato il progetto».

L’opera è stata autorizzata dalla giunta Gualtieri lo scorso 7 giugno. Prevede la realizzazione di un tratto di 800 metri che collegherà il tracciato attualmente esistente sul Lungotevere degli Artigiani con il MACRO Testaccio, all’interno dell’ex Mattatoio. Prima dell’estate 2025 dunque – in pieno Giubileo – si potrà dunque percorrere il Lungotevere tramite una ciclabile illuminata, per visitare mostre e partecipare alle diverse iniziative.

La riqualificazione del quartiere Testaccio nell’area dell’ex Mattatoio può creare grandi opportunità (foto RC)
La riqualificazione del quartiere Testaccio nell’area dell’ex Mattatoio può creare grandi opportunità (foto RC)

Il valore della Bike Economy

«Il concetto di smart city – spiega Santilli – non può esistere senza la smart mobility. Più gli spostamenti sono complicati, meno sarà il potere attrattivo. Gli utenti sono più invogliati a fare shopping all’interno di un’isola pedonale piuttosto che in un contesto trafficato dove, molto probabilmente risulta difficile parcheggiare la macchina. Vogliamo mettere la tranquillità di entrare in un negozio senza lo stress dell’auto in doppia fila? Noi non siamo fanatici del ciclismo, semplicemente abbiamo la consapevolezza di come le altre città siano cresciute economicamente grazie alla famosa mobilità sostenibile».

E’ da ricordare che la bike economy in Europa vale 500 miliardi. In Spagna le città sono rinate, in sette anni Parigi ha costruito una rete di 1.000 piste ciclabili che permettono di girare comodamente in centro e il Portogallo è diventato un vero e proprio paradiso slow.

«Le ciclabili – sottolinea Santilli – costano molto meno che le infrastrutture autostradali. Sono sostenibili e portano anche un valore economico. Se guardiamo all’aspetto del business e del consenso politico, i vantaggi sono oramai più che oggettivi».

Gli esempi arrivano anche dall’America dove i commercianti si sono ricreduti sulla pedonalizzazione di Times Square a New York che ha portato un fatturato annuale del 40% in più: «Una città come Roma – puntualizza – non può permettersi di rimanere indietro su questi temi».

Sono passati circa sei anni da quando Santilli scoprì l’e-bike come modo per vivere Roma
Sono passati circa sei anni da quando Santilli scoprì l’e-bike come modo per vivere Roma

Il traguardo della smart city

Al contrario di quanto si pensi, Roma può migliorare molto sotto gli aspetti della mobilità. Ci sono progetti molto interessanti ma la vera fatica non è quella di condividerli, piuttosto quella di spiegare l’importanza della bike economy.

«Ci sono molti presupposti interessanti – prosegue l’avvocato – più di quanto si creda. Oggi ci sono interlocutori molto giovani del mondo della finanza che comprendono le potenzialità della bicicletta e si appassionano in modo autentico. Roma non può essere solo una città del passato, deve prendere in considerazione anche questi aspetti per stare al passo con i tempi e andare oltre. Una città a misura di persone non di oggetti, ecco quello che serve per proiettarsi nel futuro».

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE