Viaggio Italiano è un progetto del Ministero del Turismo finalizzato alla ri-scoperta dell’Italia meno nota. “Scopri l’Italia che non sapevi” è lo slogan sul portale istituzionale. Esso si è declinato in varie attività outdoor e “Le Vie del Bike” è quella che riguarda il cicloturismo.
A curare l’aspetto delle due ruote è stato chiamato Mauro Fumagalli di NoiMarche BikeLife che, all’imminente Italian Bike Festival di Misano, presenterà il suo (enorme) lavoro alla presenza delle istituzioni. L’incarico è stato affidato dalla Regione Marche, capofila del progetto, alla Miconi srl, società che insieme a Fumagalli detiene il 50 % di NoiMarche BikeLife. Noi lo abbiamo contattato per chiedergli qualche anteprima.
Mauro, in questi mesi sul tuo profilo Facebook abbiamo visto che eri sempre in bici per Viaggio Italiano. Cosa hai dovuto fare?
In sintesi, da marzo fino a pochi giorni fa siamo andati in ciascuna delle 20 regioni italiane per pedalare su tre ciclovie o ciclabili che ogni regione ci indicava. Noi dovevamo geomapparle e produrre una scheda tecnica e dei contenuti foto e video ciascuna.
Chi c’era con te?
Donato Bianco, un videomaker e fotografo professionista che mi ha accompagnato per tutto il viaggio.
Avete tracciato anche ciclovie interregionali o solo itinerari interni ad ogni regione?
Premesso che questo che presenteremo ad IBF è la prima parte di un progetto che avrà sviluppi futuri, ci siamo limitati alle ciclovie interne ad ogni regione. L’unico percorso interregionale, per dire così, è stato quello della Via Francigena del Sud. Infatti più regioni si sono accordate per promuovere il tratto di loro competenza. In quel caso sono andato in bici da Roma fino a Brindisi.
Hai fatto un post in cui snocciolavi qualche numero di questa incredibile avventura lungo tutta la Penisola. Ci ricordi qualche dato?
In questi 6 mesi ho pedalato per circa 9.700 km e 57.750 metri di dislivello e quasi 10.000 km di trasferimento in auto. Poi 52 tra hotel e agriturismi, 82 trattorie e osterie, 10 forature, 2 copertoni cambiati, 3 barattoli di sali minerali, 250 borracce, circa 150 birre medie…
Si può dire che oggi in Italia sono in pochi ad avere una tale conoscenza sul campo. Che idea ti sei fatto del nostro potenziale cicloturistico?
Abbiamo attraversato territori veramente fantastici e incredibili. Persino il Molise, di cui si scherza nel dire che “non esiste”, ho scoperto in realtà essere un paradiso per i cicloturisti, con posti bellissimi e strade eccezionali. Il Veneto, con le ciclabili ben curate, e lo stesso il Friuli. La Valtellina, con il sentiero che da Bormio va fino a Colico. La Toscana, col borgo di Peccioli che ha un’avveniristica discarica con le sculture dei giganti che attraggono turisti da tutta Europa (foto di apertura, ndr). L’Emilia con le sue esperienze culinarie. La Ciclovia dei Parchi in Calabria, dove a volte sembra di stare nelle Foreste del Canada…
Non saranno mancati degli incontri…
Abbiamo incontrato l’artigianalità autentica che resiste, la cucina… Insomma, le cose che alla fine il cicloturista vuole trovare. Un giorno, ad Udine, il titolare di una vecchia osteria ci ha visti con l’attrezzatura e ci ha chiesto cosa stessimo facendo. Dopo averglielo spiegato ci è scappato di chiedere: «Cosa si mangia di buono qui?». E lui ci ha risposto: «Friulàn» come a dire: roba tipica. Ebbene, finito il nostro giro di riprese in bici siamo tornati a mangiare lì e lui ci ha preparato il frico friulano (una sorta di torta a base di formaggi e patate, ndr). E lo ha fatto nello stesso modo in cui lo preparavano 55 anni prima i suoi nonni quando avevano iniziato l’attività.
Di tutto il materiale raccolto quale sarà il prodotto finale che presenterete a Misano?
Sul portale Italia.it ci saranno tutte le schede delle 60 ciclovie con le altimetrie, i dettagli tecnici ed anche le indicazioni su cosa visitare nei dintorni. Tutte le tracce da me percorse saranno scaricabili gratuitamente con l’app Komoot. E non mancherà una guida cartacea.
A chi è rivolto tutto questo lavoro? Qual è l’identikit del ciclista-tipo?
Ogni itinerario va dai 100 ai 170 chilometri ed abbiamo avuto modo di vedere percorsi variegati. Ad esempio quelli in Valle d’Aosta sono più per “gambe buone”, visti i dislivelli. Però c’è da dire che con l’ausilio delle e-bike a tutti è concesso di andare in lungo e in largo e di entrare nella vera anima dell’Italia. Anzi, “le” vere anime, dato che ogni regione ha una sua tradizione. Ogni anno uno si potrebbe fare una vacanza in una regione diversa: venti anni di vacanze in bici!