| 14 Marzo 2024

Aregai Marina, la scelta precisa di diventare un bike hotel

Chi ha buona memoria ricorda bene come la Riviera dei Fiori fosse, almeno fino alla fine del secolo scorso, un approdo confortevole e sicuro per i team professionistici di ciclismo, che sulle loro strade facevano la preparazione invernale. Poi il clima, i costi, i servizi messi a disposizione dalla Spagna hanno spostato il baricentro dell’attività, ma la Liguria resta un approdo privilegiato per le due ruote e all’Aregai Marina Hotel questo lo sanno bene.

La struttura ha ottenuto proprio di recente la certificazione di “bike hotel”, sancita da una cerimonia ufficiale. Il suo manager Liborio Lucchese ammette che quella di dedicarsi al mondo del cicloturismo è una scelta radicata nel tempo.

«L’Hotel risale ai primi anni 2000 – racconta – quando quell’onda di ciclismo professionistico andava infrangendosi, ma non la voglia di pedalare, grazie al clima accogliente anche nei mesi più rigidi. Ai cicloturisti ci si è sempre dedicati, ma io, arrivato qui da poco più di un anno, ho voluto dare un’impronta più marcata al concetto di bike hotel, allargando le proposte grazie anche a consulenti del settore».

La Riviera dei Fiori è sempre stata molto frequentata dai ciclisti grazie al clima mite tutto l’anno
La Riviera dei Fiori è sempre stata molto frequentata dai ciclisti grazie al clima mite tutto l’anno
Che cosa vi ha spinto verso questa scelta?

Ci siamo ispirati a quel che avviene in Romagna, dove il territorio pullula di strutture dedicate all’accoglienza dei cicloturisti e l’Hotel Dory è stato un vero esempio da seguire, per noi come per tanti altri. Abbiamo fatto una formazione specifica e cercato collaborazioni nel settore turistico in grado di portare gruppi a pedalare nelle nostre zone, che garantiscono tantissimo da questo punto di vista. Il nostro apprendistato ci ha portato anche a identificare un preciso target di clientela.

Qual è?

Rispetto ai primi anni ci siamo accorti che il cicloturista è cambiato. Prendiamo la parola “cicloturista”: prima si guardava soprattutto alla prima parte, ossia alla voglia di accumulare chilometri guardandosi intorno. Oggi prevale la seconda, ossia la bici è il mezzo per conoscere il territorio, quindi con un andamento diverso, più lento, prevedendo fermate. E noi dobbiamo essere all’altezza anche perché il nostro territorio racconta molto. Ecco perché le escursioni prevedono soste a oleifici (qui c’è la storica tradizione dell’Olio Carli), panifici dove mostriamo come si fa la focaccia ma anche la produzione di fagioli per la quale Badalucco è famosa in tutto il mondo e tante aziende artigianali.

L’azienda Olio Carli ha un forte legame con lo sport, in particolare atletica e ciclismo
L’azienda Olio Carli ha un forte legame con lo sport, in particolare atletica e ciclismo
Dal punto di vista dei percorsi?

Ogni ciclista può trovare la sua dimensione. Qui vicino ad esempio c’è Finale Ligure che offre un vero paradiso per la downhill e infatti molti appassionati di mountain bike vengono per divertirsi sui suoi percorsi. Il ciclista deve sentirsi a casa e dedicare il tempo che alloggia da noi a coltivare la sua passione, questo abbiamo imparato nel nostro apprendistato.

Come si diventa bike hotel?

Bisogna innanzitutto entrare un po’ in questa cultura, poi bisogna attrezzare la struttura per tutti i servizi di cui un cicloturista ha bisogno. Abbiamo riadattato parte dell’hotel creando intanto una rimessa che contiene le bici in affitto, tutte di prima qualità. Poi una zona di lavaggio proprio come avviene nelle Granfondo, una sala massaggi, ma anche la possibilità di godere di un menu specifico legato all’attività sportiva. Inoltre abbiamo rimesso mano anche alle nostre proposte cicloturistiche con guide specializzate in grado di portare i nostri ospiti in giro per il territorio spiegandoglielo e facendolo conoscere. Questo attraverso settimane ad hoc, con escursioni specifiche ogni giorno che prevedono itinerari e visite sempre diverse.

Quali sono i luoghi principali raggiungibili dalla vostra struttura?

C’è l’imbarazzo della scelta. Basti pensare alla rete ciclabile Imperia-Ospedaletti tratta dalla vecchia ferrovia: 40 chilometri a picco sul mare, un paesaggio magico che accompagna ogni colpo di pedale. Quella ferrovia che passava praticamente in mezzo alle case fra Imperia, Diano Marina, Andora, Sanremo ora è diventata un patrimonio delle due ruote. I vecchi caselli ora sono punti di ristoro, tutto il territorio è stato riqualificato tanto che le case hanno triplicato il loro valore. Poi il borgo caratteristico di Santo Stefano a Mare: tutti coloro che arrivano vogliono restarci…

Il territorio come si è mostrato verso questa virata cicloturistica?

Avere attraverso il cicloturismo una forte impronta turistica anche in bassa stagione è un beneficio per tutti. Noi siamo andati per fiere per capire l’esigenza della clientela e poi ci siamo mossi con gli artigiani locali. A quel punto abbiamo proposto pacchetti specifici ai tour operator per portare i clienti in giro per il nostro territorio. Dando soddisfazione a chi ama il ciclismo muscolare e quello a pedalata assistita, il ciclismo per allenamento ma anche per semplice escursione.

La ciclabile Imperia-Ospedaletti si snoda sul tracciato della vecchia ferrovia. Un percorso incantevole
La ciclabile Imperia-Ospedaletti si snoda sul tracciato della vecchia ferrovia. Un percorso incantevole
Riconvertirsi a bike hotel costa?

La ristrutturazione non è certo gratis. Noi abbiamo previsto spazi specifici come detto, dotandoli di tutto il necessario, dallo spazio per la riparazione di bici agli spogliatoi, prevedendo anche una lavanderia per il lavaggio degli indumenti. E’ un investimento che si ammortizza negli anni. Noi poi diamo la possibilità di portare la bici in camera, abbiamo visto che pochissime strutture lo fanno, ma per noi è importante che l’ospite si senta accolto in pieno.

Aregai Marina Hotel

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