Il mondo del gravel cresce a dismisura: la libertà di certe rotte e l’immergersi nella natura affascina un gran numero di persone. Ma, anche per staccare la mente e pedalare senza pensieri, serve avere qualche consiglio tecnico. Quelli giusti, affinché la bici rimanga un piacevole divertimento. Uno degli argomenti più delicati riguarda i copertoni, la parte di bici che è in contatto con il terreno. Alla base di tutto serve capire e conoscere come gonfiare i copertoni. Sembra un argomento banale, ma non lo è. Questo ce lo spiega Gabriele Tosello, meccanico del team professionistico Astana Qazaqstan Team che con il gravel ha una discreta esperienza.
«Il gravel – racconta il meccanico – è nel suo momento clou. E’ una disciplina amata. La gente inizia a metterci mano e, insieme a loro, anche noi meccanici prendiamo le misure».
Pressioni più basse
Il gravel è una disciplina legata al fuoristrada, quindi si parte dal presupposto di aver a che fare con terreni sconnessi. Di conseguenza le pressioni dei copertoni vanno calibrate basandosi su queste caratteristiche.
«Vero – afferma Tosello – di base le pressioni sono più basse. In questo incide sicuramente il terreno, ma anche la tipologia di gomma, la larghezza della sezione e l’altezza del cerchio. Partiamo da quest’ultima: più il profilo del cerchio è alto, meno si avrà bisogno di gonfiare i copertoni. Questo perché il cerchio è rigido si può quindi alleggerire la ruota. Per farvi un esempio: con un profilo da 40 millimetri si possono usare copertoni gonfiati tra le 2,7 e le 3 atmosfere. Il gioco consiste nel diminuire o aumentare di 0,2-0,3 atmosfere ogni 5 millimetri di variazione nell’altezza del profilo».
Terreno e larghezza battistrada
Il gravel è iniziato come grandi traversate di strade bianche, poi piano piano si è spostato anche nel fuoristrada più “sporco”. Nelle pedalate lontani dall’asfalto, spesso, non mancano differenti terreni, allora serve attrezzarsi.
«Una cicloturistica – continua Tosello – con la classica strada bianca consente di gonfiare maggiormente i copertoni. Questo perché il terreno sul quale si pedala si avvicina tecnicamente all’asfalto. In tal caso è possibile anche diminuire la sezione del battistrada, arrivando anche a un 35 millimetri che è il minimo per il gravel. Si arriva anche a 3,5 atmosfere. Il rischio, però, è di avere una bici troppo rigida e difficile da guidare. Il consiglio è di non esagerare mai.
«Nel caso contrario, in cui il terreno risulta fangoso o comunque argilloso, allora è meglio aumentare la sezione del battistrada, arrivando anche a montare un 42 millimetri, e abbassare la pressione. Qui le atmosfere consigliate sono 2, che su terreni fangosi aumentano la tenuta. Attenzione a scendere troppo perché il rischio è di pizzicare con il cerchio e, di conseguenza, forare».
Peso
Un dato che influisce sul livello di pressione dei copertoni è il peso del ciclista. Soprattutto nel mondo del cicloturismo le differenze ci sono e serve essere attrezzati per ogni situazione.
«Chiaramente – conclude Tosello – se il cicloturista ha un peso maggiore, diciamo 80 chili, serve abbassare la pressione del copertone. Un cicloturista più pesante è meno agile, in teoria, e quindi serve avere una bici che possa rispondere bene ai cambi di direzione e alle correzioni. Non si sta parlando di velocità da competizione, ma ogni sbaglio è più gestibile se si sceglie una pressione più contenuta.
«Facciamo un esempio concreto: se un cicloturista pesa 70 chili, per un battistrada da 38 millimetri il consiglio è di usare una pressione di 2,7 atmosfere. Aumentando il peso di 10 chili (quindi 80, ndr) l’idea è di abbassare la pressione di 0,3 atmosfere, quindi gonfiare il copertone a 2,4».