La grande crescita degli appassionati di gravel ha fatto sì che il mondo della bici cambiasse e mutasse. Dapprima sono arrivati mezzi sempre più dedicati e pensati a questa disciplina, poi è toccato all’abbigliamento. Infine, ultimo in ordine cronologico ma non per importanza, i percorsi. Sì, perché si può avere tutto il necessario, ma se non si sa dove andare a pedalare di tutto il resto ce ne si fa davvero poco. Una delle piattaforme di maggior successo per pianificare i propri tour, di qualsiasi genere, è Komoot. Una realtà in grande sviluppo che ha dato un nuovo modo di vivere e assaporare la scoperta di un territorio. Alla sua base c’è la community, ovvero un gruppo di persone che carica percorsi e li rende disponibile per altri utenti.
«Komoot – ci spiega Andrea Girlanda, community manager dell’azienda – aveva già dei tour pensati per il gravel. Ma essendo una disciplina difficile da definire non era facile poi creare dei percorsi in linea con le esigenze dei nostri utilizzatori. Il cicloturista era costretto così a creare da zero il suo itinerario, ma con grossi dubbi sul tipo di terreno che avrebbe trovato o sulla difficoltà dell’uscita».
Consigliati
Il passo in avanti fatto da Komoot riguarda proprio questo aspetto. Ora i percorsi vengono consigliati, l’utente seleziona e filtra per le sue esigenze il percorso migliore.
«Se si va nella sezione percorsi del nostro sito o applicazione per smartphone – continua Girlanda – ti vengono consigliati degli itinerari. Il tutto in base alla lunghezza, al dislivello e al tempo di percorrenza. Basta puntare con il cursore un punto della mappa e scegliere la lunghezza e la difficoltà della vostra uscita. Ad esempio: si punta su Milano e si filtra per durata, difficoltà, superficie e tipo di percorso. Komoot trova tutti gli itinerari esistenti nell’arco di pochi chilometri».
Come mai questa risulta una grande evoluzione per voi?
Perché ci siamo resi conto che l’utente medio non vuole pianificare da zero, ma avere un punto di partenza. Un percorso pre-impostato dal quale tagliare, aggiungere, spostare, ecc.
In che modo questa nuova funzione ha preso piede?
Con il feedback degli utenti. Abbiamo un algoritmo che ha analizzato tutti percorsi caricati dai nostri utenti e che questi hanno selezionato come gravel. Al momento abbiamo 160.000 tour in tutto il mondo, ma il numero è in costante aumento.
Perché?
Per il semplice fatto che il gravel non ha una vera e propria definizione, in più come disciplina è nuova. Insomma, aspettatevi un aumento costante dei percorsi e degli itinerari.
Cos’è il gravel per voi di Komoot?
Ci sono tante definizioni. Se prendete Mattia De Marchi vi dirà che è prendere la bici e andare all’avventura con delle borse sul telaio, macinando chilometri e chilometri. Altri, invece, lo vedono come un modo per sfuggire al traffico delle strade asfaltate. E chi, per dirne un’altra, lo paragona alle Strade Bianche, la corsa dei professionisti dalla quale è nata anche una gran fondo, o a L’Eroica.
Voi come riuscite ad accontentare tutte queste esigenze?
Grazie ai nostri filtri. Selezionando il tipo di difficoltà: facile, intermedio e difficile, la nostra piattaforma fornirà i sentieri giusti. Abbiamo usato la stessa scala dei sentieri mtb anche per il gravel. Selezionando facile come difficoltà Komoot propone sentieri S0 e S1 che sono quelli giusti.
Il segreto è prendere da chi già pedala in quei posti.
Sì, l’esempio corretto è chi cerca dei percorsi anche dietro casa ma non sa come trovarli. In questo modo si scoprono diversi itinerari e strade sconosciute prima. Il tutto si basa sulla community, chi conosce e pedala in certe zone condivide con gli altri.