| 4 Ottobre 2025

Bike sharing per un anno. L’esperienza (proficua) di Giovanni Scotti

Un giovane di una trentina d’anni, in una grande metropoli come Milano. La decisione di non utilizzare l’auto, come scelta, per muoversi in città e soprattutto collegare casa e lavoro. L’idea di affidarsi al bike sharing, ma di farlo traendone anche indicazioni per uno studio approfondito di quel che significa muoversi in maniera alternativa in una grande città. Dall’esperienza di Giovanni Scotti, il giovane in questione, è nato un approfondito documento che sottolinea vantaggi e svantaggi derivati da questa iniziativa. Che a modo suo gli ha cambiato la vita.

Giovanni Scotti ha fatto una scelta ecologica per spostarsi da casa al lavoro, sviluppandoci sopra uno studio comparato
Giovanni Scotti ha fatto una scelta ecologica per spostarsi da casa al lavoro, sviluppandoci sopra uno studio comparato

La ricerca del risparmio del tempo

I dati emersi sono molteplici ed è bene proporli a poco a poco, parlando con il diretto interessato partendo dal perché di una simile scelta: «Io avevo un problema basilare da risolvere, cioè andare da casa al lavoro con tempi abbastanza regolari. Prima prendevo i mezzi pubblici e a Milano, per quanto funzionino bene,  si possono verificare dei normali disagi. Ma non volevo nemmeno accollarmi il costo sia economico ma anche ambientale e di stress di una macchina e quindi ho cercato di trovare altre soluzioni. La bicicletta mi sembrava la soluzione migliore, ma non potevo garantire la sicurezza del suo possesso. Con il bike sharing potevo automaticamente eliminare tutti questi piccoli fattori di disagio».

Nella sua scelta, Giovanni aveva anche un metro di paragone con la compagna, che aveva fatto una scelta simile, acquistando però una bici usata e muovendosi con quella: «Abitiamo in un condominio che ha un piccolo spazio dedicato alle biciclette, non è grandissimo ed è facile che si intasi, la mattina se si ha fretta è un po’ difficile tirare fuori la bicicletta. Si sono verificati dei furti, ma se la bicicletta è legata anche con una semplice catena, il problema non si è posto».

Tantissime e-bike a noleggio e numerose stazioni sparse in città. Questo è BikeMi
Tantissime e-bike a noleggio e numerose stazioni sparse in città. Questo è BikeMi

Tante stazioni per lasciare la bici

Quali dati sono emersi principalmente? «Partiamo innanzitutto da alcuni riferimenti spaziali: la distanza tra casa e ufficio è di 7 chilometri circa. Per muovermi io mi sono appoggiato al servizio comunale BikeMi, del quale ci sono 4 stazioni lungo il percorso, per prendere e lasciare la bici. Io mi sono orientato sull’e-bike trovandomi molto bene, tanto che ho dovuto chiamare l’assistenza solamente tre volte in un anno trovando anche risposte celeri e soluzioni soddisfacenti, poco impattanti sul tempo.

«A proposito di tempi, andare al lavoro con i mezzi mi richiedeva 45 minuti in media. Con le-bike ho impiegato una media di 27 minuti, un vantaggio di tempo enorme se si considera il lungo periodo».

Milano ha un efficiente trasporto pubblico, ma con la bici si risparmia oltre il 40 per cento del tempo (foto Tumminello)
Milano ha un efficiente trasporto pubblico, ma con la bici si risparmia oltre il 40 per cento del tempo (foto Tumminello)

La spesa annuale? 106,25 euro…

E per quel che riguarda i costi? «Qui il vantaggio è enorme. Io ho speso in totale, considerando l’abbonamento annuale e tutte le corse svolte durante l’anno, la cifra di 106,25 euro. Io ho scelto l’abbonamento annuale, del costo di 24 euro, che mi consentiva di ridurre al minimo la spesa giornaliera per l’affitto: i mesi più costosi, anche se la parola sembra anacronistica vista la spesa sono stati giugno e luglio, gli unici dove ho speso mensilmente più di 10 euro. Ho fatto un raffronto con qualsiasi altra forma di trasporto e i vantaggi sono clamorosi. Molti mi hanno chiesto quanto si sarebbe speso con l’auto: affittandola si parte da un costo annuale di 1.500 euro, con un motorino sarebbe stato di almeno 800 euro».

Con l’auto privata? «Ho provato a farmi un’idea anche attraverso studi di siti specializzati come facile.it oppure anche attraverso l’IA, ma tagliando tagliando siamo sempre sopra i 5.000 euro…».

Un grande problema resta la sicurezza sulle strade, ma a Milano il traffico è giocoforza rallentato
Un grande problema resta la sicurezza sulle strade, ma a Milano il traffico è giocoforza rallentato

La scarsità di piste ciclabili

Tu hai potuto verificare con mano il comportamento degli automobilisti nel corso dell’anno, che cosa ti è rimasto? «In generale gli automobilisti a Milano non mi sembrano che corrano troppo, perché non c’è proprio lo spazio fisico per farlo. Io comunque ho sempre girato in ambiente cittadino, raramente ho preso viali a scorrimento rapido e anche se fossero presenti, c’era comunque troppo traffico per poter andare più velocemente di 20-30 chilometri all’ora. Il problema è la tipologia di strade: su 7 chilometri, solamente 1,5 sono su corsia ciclabile, quindi neanche protetta. Non posso dire di aver rischiato, ma capisco anche chi sia un po’ renitente perché certamente strade completamente dedicate al traffico motorizzato non sono un invito».

Su 7 chilometri di tragitto casa-lavoro, solo 1.500 metri hanno una corsia riservata alle biciclette
Su 7 chilometri di tragitto casa-lavoro, solo 1.500 metri hanno una corsia riservata alle biciclette

I vantaggi in termini di benessere

Tornando al discorso del risparmio, sono valori che cambiano da città a città? «Secondo me sono valori nazionali, ma bisogna considerare che consideriamo l’auto privata, ma anche il motorino privato quando sono nuovi, quando hanno ancora un valore di mercato, quindi possono essere rivenduti recuperando un po’ di spesa e l’assicurazione è ancora relativamente bassa. Io credo che 5.000 euro all’anno di media per una macchina sia corretto per i primi 5 anni. Poi possiamo stare sui 2.500-3.000 euro. Ma ci sono anche altre particolarità, ad esempio i trasporti pubblici a Milano non sono quelli di Roma… Poi c’è anche un fattore di stress che va considerato, di benessere fisico, tutti elementi che costituiscono un vantaggio considerando la mia scelta».

In conclusione, continui a utilizzare il bike sharing? «Ho continuato a utilizzarlo fino a inizio settembre, quando mi sono comprato una bicicletta. Ma questo non significa che non utilizzerò più il bike sharing, utilissimo come piano B, ad esempio se devo andare in stazione per partire e quindi lasciare un mezzo lì che poi posso recuperare magari dopo qualche giorno».

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