Un paio di anni fa, la giornalista milanese Monica Nanetti, appassionata di cicloturismo e autrice del blog secelhofattaio.it ha deciso di regalarsi un viaggio particolare in giro per l’Europa, al compimento dei suoi sessant’anni. Avendo scoperto che il famoso pass Interrail non è solo una prerogativa dei più giovani si è dotata di una bici pieghevole Brompton e ha girovagato per due mesi per il nostro continente. Tutta l’avventura è finita in un libro edito da Terre di Mezzo e intitolato “Io e Lady B”, dove la B sta appunto per questa particolare tipologia di bici nata nel Regno Unito.
«Conoscevo già le Brompton – ricorda – ma per me era sempre stata la classica bicicletta un po’ “fighettina” di chi ci va in ufficio. Poi, però, quando ho deciso di fare questo viaggio, poiché avevo già avuto ampie esperienze di trasporto della bici in treno, mi sono ricordate delle problematiche passate. Non solo in Italia, anche nei paesi più “evoluti” c’è sempre un’incognita per caricare la bici sui treni. Per cui, avendo ambizioni turistiche ma non di performance e di velocità, ho pensato che una bici pieghevole potesse andare bene, perché accettata ovunque».
E come è andata?
E’ stata una bella rivelazione perché io pensavo che fosse una “graziella” un po’ più evoluta, ma in realtà è tutt’altro. Perché ha uno sviluppo metrico ed una velocità che non sono tanto inferiori rispetto ad una bici normale. Un pochino sì, ma niente che ti condizioni un viaggio.
Non c’è qualche limite rispetto alle classiche bici con ruote da 26 o 29 pollici?
Ovviamente si, bisogna stare un po’ più attenti sullo sterrato, non è certo una mtb ammortizzata. Tuttavia ci ho fatto sterrati anche abbastanza “ruvidi”, ciclovie con tratti di salite e discese e si è comportata molto bene.
E come capacità di carico? Come ti sei organizzata con le borse?
Sono stata via 60 giorni ed ho sempre pernottato in strutture, b&b e ostelli… All’anteriore avevo una borsa specifica dello stesso marchio Brompton, con capacità di 25 litri. Ad essa ho aggiunto una saddle-bag da bikepacking da 14 litri.
E con i rapporti per le salite?
La mia è una Brompton C-Line Explore, con 6 marce e e non ho avuto problemi. Tra l’altro adesso è uscito un modello con 12 marce ed un altro più specifico per gravel, con ruote leggermente più grandi.
Com’è girare a zonzo per l’Europa un po’ in bici e un po’ in treno?
Secondo me è straordinario come formula di viaggio. Chiaro che è un po’ diverso dal solito, però estremamente versatile. Per quanto mi riguarda non è stata una soluzione presa per risparmiare tempo, dato che sono stata via due mesi… Il vantaggio è che ti permette di cambiare rapidamente i programmi. Ad esempio una volta non trovavo da dormire lungo la “Avenue Vert” Parigi-Londra. Allora ho preso il treno, sono andata ad Amiens che era a 70 chilometri da dove mi trovavo, ho dormito lì, ho visitato la città e il giorno dopo sono tornata indietro e ho ripreso la strada da dove mi ero fermata. In più puoi prendere traghetti, autobus… aumenta la possibilità di girare.
Che incontri che hai avuto? Hai destato curiosità?
Bè, la Brompton è un catalizzatore di curiosità, anche perché oggettivamente fa un po’ ridere con queste ruotine. Sembri un po’ l’orso Yoghi su questa biciclettina (ride, ndr). La gente, vedendola carica con le borse, percepiva i vantaggi di questa formula di viaggio.
Che ti chiedevano?
Come si piega, come si carica. Ha un meccanismo che si impara velocemente ed a volte mi sono ritrovata a fare dimostrazioni pubbliche a chi me lo chiedeva!
Hai fatto anche da promoter… Hai incontrato altre Brompton in viaggio?
Solo alcuni amici che in alcuni tratti mi hanno accompagnato. Loro l’hanno noleggiata per non viaggiare… sfasati. Nelle città diversi commuters ce l’avevano. Soprattutto a Londra, del resto l’Inghilterra è la patria di queste bici. Ma ho saputo di persone che ci hanno fatto i passi di montagna del Marocco…
Bisogna avere qualche accortezza tecnica particolare?
Diciamo che è preferibile portarsi dietro qualche pezzo di ricambio apposito (qualche raggio, una catenella per il cambio che è al mozzo), cioè cose che se vai da un meccanico ciclista rischi di non trovare. Io mi ero fatta fare un kit di sopravvivenza dal negozio Brompton di Milano.
Abbiamo parlato poco del viaggio, del resto in due mesi hai percorso 1.600 km in bici e 4.700 km in treno e già è tutto nel tuo libro. Dicci almeno quei due-tre ricordi che ti porti nel cuore: panorami, persone…
Ce ne sono tantissimi. A me piacciono i panorami del Nord Europa e lungo il Vallo di Adriano sei proprio nell’Inghilterra più vera, con quella campagna che vedi nelle cartoline. O le dune di sabbia nella costa settentrionale dell’Olanda. Lì non è mai piatto piatto, stai un po’ come sull’ottovolante in mezzo a queste dune sferzate dal vento. Molto divertente. E poi è stato molto bello rientrare in Italia dal Tarvisio attraverso la ciclabile dell’Alpe Adria. Se all’estero ti guardano strano in sella ad una Brompton, dai noi ancora di più.