| 2 Settembre 2024

Giorno due, tocca al Gavia: una dolce ascesa tra paesaggi unici

PASSO GAVIA – Oggi, nel susseguirsi degli eventi realizzati da Enjoy Stelvio Valtellina, è il giorno di chiusura al traffico del Passo Gavia. Fratello minore dello Stelvio e secondo gigante custode della Valtellina. Il blocco del traffico è previsto a Santa Caterina Valfurva, a quota 1.800 metri, circa. La vetta è posta al Rifugio Bonetta, ai 2.658 metri. Il nostro itinerario parte però da Bormio, dove abbiamo alloggiato per la seconda notte consecutiva presso l’Hotel Vallecetta. Il gestore ci segnala che per arrivare fino a Santa Caterina Valfurva è possibile percorrere il sentiero Frodolfo. Si tratta di una ciclabile che porta al paese di Sant’Antonio, da lì si prosegue sulla statale per pochi chilometri e si raggiunge l’attacco del Passo Gavia (foto Enjoy Stelvio Valtellina). 

Una ciclabile nel cuore di Bormio

La strada da Bormio sale subito, le pendenze si nascondono e fanno sembrare il tratto pianeggiante, ma basta un’occhiata al ciclocomputer e si capisce che non è così. Appena usciti dal sentiero Frodolfo si ha la sensazione di essere già sulle pendenze del Passo Gavia, viste le percentuali a doppia cifra, ma non bisogna farsi ingannare: questo è solo l’antipasto. La lenta processione di bici però è già in atto, i cicloturisti si dividono, tra chi spinge ingolosito dall’avventura e chi procede lentamente, consapevole delle difficoltà successive. 

Il Passo dello Stelvio, affrontato sabato, è una salita che fa ammirare la propria bellezza a tratti. Facendolo, però, ti ricorda la sua maestosità e difficoltà, ti costringe a guardarla negli occhi. Il Passo Gavia, invece, invita il ciclista ad alzare lo sguardo e ammirare il panorama circostante. L’asfalto sul quale si pedala è un binario grigio che conduce il ciclista, mentre al di fuori spiccano le diverse tonalità di verde: abeti, prati, pini e alberi di vario genere si alternano. La mente svaria e pensa a tutto tranne che alla fatica, così ci si trova subito con 5 dei 13 chilometri previsti alle spalle. 

Pendenze nascoste

Non bisogna farsi ingannare però, per arrivare in cima si deve comunque raggiungere quota 2.658 metri, quindi il viaggio è ancora lungo. Il siparietto più divertente lo ammiriamo nel momento in cui incontriamo una famiglia composta da madre, padre e due bambini piccoli. Uno dei due si trova seduto sulla bici elettrica della mamma e appena lei aumenta la velocità esclama: «Finalmente inizio a divertirmi!». Di risposta, la sorella, che ha deciso di pedalare, risponde «Io mi sto divertendo molto meno!».

La salita prosegue così fino ai 2.000 metri d’altitudine, con la strada gentile e accogliente. Ai bordi ci sono dei balconi naturali che raccolgono diversi ciclisti, questa volta davvero stregati dal paesaggio offerto dal Passo Gavia. Prima o poi, però, la scalata vera inizia e ad un certo punto, intorno chilometro 8 incontriamo una coppia. Neanche il tempo di raggiungerli che lui esclama: «Ora inizia il tratto al 14 per cento, dura qualche chilometro, poi torna pedalabile». Lei in tutta risposta sbuffa e appena ci affianchiamo ci chiede se sappiamo dove trovare una bici con il motore. Purtroppo la più vicina è a valle. Sentendo le parole del ragazzo ci viene in mente che a volte è meglio non sapere cosa sta per accadere, soprattutto se sono 5 chilometri di salita al 14 per cento. 

Anche il tempo per divertirsi

Usciti dal bosco la strada dunque impenna, i modi di affrontare questa fatica sono differenti. C’è chi a testa bassa si alza sui pedali e spinge, sudando e respirando affannosamente. Altri, invece, trovano il loro ritmo e continuano a mulinare con le gambe, sperando che prima o poi la strada torni a pendenze più morbide. La cima della montagna diventa sempre più vicina e nitida, ma a differenza dello Stelvio il Gavia non mostra il punto di arrivo. A tratti ci sembra un bene, mentre in altri momenti vorresti sapere fin dove vorresti arrivare. Ma si sa, il ciclista è difficile da accontentare, in particolar modo quando è stanco. 

Per affrontare gli ultimi 100 metri di dislivello ci vogliono due chilometri, le pendenze diventano dolcissime e qualcuno azzarda a mettere il rapporto più duro nella corona anteriore. L’andatura aumenta e le gambe girano veloci spinte dalla voglia di arrivare, appena girata l’ultima curva non resta altro che un piccolo rettilineo fino al Rifugio Bonetta. Impresa compiuta, la seconda del nostro fine settimana valtellinese. Anche in questo caso è il momento di festeggiare con la classica foto di rito e una birra per sciogliere i muscoli

“La strada è di tutti” è un motto che deve valere per i ciclisti stessi, serve rispetto per ogni pedalatore
“La strada è di tutti” è un motto che deve valere per i ciclisti stessi, serve rispetto per ogni pedalatore

Un ultimo appello

Il Passo Gavia è alle spalle, a differenza del giorno precedente, quando abbiamo scalato lo Stelvio, ci accorgiamo che sono presenti diversi cicloamatori. A loro ci sentiamo di rivolgere un appello: l’idea di Enjoy Stelvio Valtellina è di chiudere le strade al traffico e renderle agevoli per tutti i cicloturisti. La sicurezza viene messa al primo posto. Nello scendere bisogna ricordarsi di chi sale: famiglie, bambini, anziani, gente meno esperta. Fare una discesa a velocità sostenuta mette in pericolo tutti, perché la strada è stretta e l’afflusso di gente (per fortuna) è numeroso. I ciclisti sono il popolo che reclama le strade sicure, e questo è giusto, ma bisogna essere i primi a rendere le strade un posto sicuro.

Enjoy Stelvio Valtellina

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