| 20 Maggio 2024

Dal Marocco a Capo Nord, il pazzo viaggio di Alessio Padula

Dieci mesi in giro per il mondo, solo con la propria bici. Un’avventura completa quella vissuta da Alessio Padula, che un giorno ha lasciato tutti, amici e parenti nella sua Acqui Terme e si è messo in cammino. «Ma dove vai?» gli chiedevano insistentemente. «Dove mi porterà la bici» rispondeva il trentenne piemontese e quella bici gli ha fatto attraversare 22 Paesi, prima andando a sud, oltre il Mediterraneo, attraversando i monti dell’Atlante in Marocco fino a toccare il Sahara. Poi sempre più verso Nord, anzi Capo Nord per poi intraprendere – ma con calma… – il cammino verso casa.

In totale almeno 20 mila chilometri e un carico di ricordi ed esperienze che è davvero difficile immagazzinare nella mente. Alessio a questo viaggio ci è arrivato quasi per forza di cose: «Io sono sempre stato uno sportivo, ma facevo atletica, mezzofondo veloce. Sono anche arrivato secondo ai campionati italiani sugli 800 metri. La passione per la bici l’ho sempre avuta, ma in quel caso non c’era un fine sportivo, quanto invece la voglia di viaggiare perché ho sempre avuto l’inestinguibile sete di sapere, di conoscere».

Il dettaglio del viaggio di Alessio Padula, attraverso 22 Paesi fra Europa e Africa
Il dettaglio del viaggio di Alessio Padula, attraverso 22 Paesi fra Europa e Africa
La prima cosa che incuriosisce venendo a conoscenza della tua storia è sapere come hai fatto a isolarti dal mondo, dalla quotidianità per un tempo così lungo…

Lo avevo progettato da tempo e mi ero messo da parte un po’ di risparmi per soddisfare il mio desiderio. Lavoravo in un team di edilizia acrobatica, avevo un buono stipendio così ho avuto presto quanto mi serviva. Volevo un viaggio spartano ma non troppo, affidandomi alle sensazioni, con 10 euro da spendere al giorno, ma spesso neanche pensavo al mangiare, tanto ero pieno e sazio delle esperienze che stavo vivendo.

Avevi progettato di andare a sud?

La mia idea di base era quella, volevo visitare il Marocco dov’ero già stato, ma volevo girarlo in bici. Sono passato per Francia e Spagna dormendo sotto le stelle a -9° e infatti ho rimediato una bella sinusite che mi ha costretto a qualche giorno di sosta. Poi ho attraversato il mare e iniziato il mio viaggio in Marocco. La cosa che mi ha colpito di più è l’aver trovato persone tanto ospitali, che facevano a gara per avermi con loro, chi a cena, chi a dormire.

Sui Monti dell’Atlante, dove Padula ha sperimentato l’ospitalità della popolazione locale
Sui Monti dell’Atlante, dove Padula ha sperimentato l’ospitalità della popolazione locale
Il deserto ti ha fatto paura?

Al contrario, ho vissuto sensazioni profondissime. Come quando mi è letteralmente arrivata addosso una bomba di sabbia, la vedevo venirmi incontro, non avevo un grande riparo, ma era esaltante. La notte poi era talmente magico che mi sono messo in tenda a guardare le stelle e non mi preoccupavo neanche se avevo poco cibo. Sono rimasto fermo ad ammirare il cielo.

E poi?

Poi sono ripartito e ho deciso di viaggiare sempre verso nord. In Portogallo ho visto tramonti meravigliosi, in Francia ho attraversato pinete di una tranquillità sconcertante, costeggiando sempre l’Atlantico. Poi Belgio, Olanda, Germania imbarcandomi su un traghetto verso Malmoe che costava meno di quello verso la Danimarca. Da lì su per Svezia e Norvegia, dove ho trovato posti incantevoli, soprattutto le Isole Lofoten con le montagne innevate a picco sul mare, un connubio davvero sublime e inaspettato. Fino a Capo Nord, meta sicuramente molto turistica e commerciale, ma che ha sempre un suo fascino.

La classica foto di arrivo a Capo Nord. Nel suo caso il viaggio era ancora lontano dall’essere concluso…
La classica foto di arrivo a Capo Nord. Nel suo caso il viaggio era ancora lontano dall’essere concluso…
Tornando indietro hai scelto la stessa strada?

No, ho preferito dirigermi verso Est passando per le Repubbliche Baltiche, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Croazia fino all’Albania, poi sono tornato verso casa prendendo il traghetto per Bari.

Come ti sei gestito durante il viaggio?

Mi ero ripromesso di risparmiare, un panino magari a pranzo e una cena cucinata, facendo sempre per conto mio, ma come detto ogni tanto capitava di essere invitato. Un incontro particolare l’ho avuto scendendo dal Nord, in Polonia, dove non nascondo di aver un po’ temuto…

Con soli 10 euro di spesa media al giorno, il cibo è stato rigorosamente limitato
Con soli 10 euro di spesa media al giorno, il cibo è stato rigorosamente limitato
Che cosa era successo?

Un signore polacco mi aveva invitato a seguirlo per avere un rifugio. Non parlava una parola d’inglese, ma alla fine a gesti ci capivamo. Mi fa entrare in un mega casermone e mi fa vedere dove lavora la terra, i fiori. Comincio a temere. Passiamo per un laghetto, in mezzo a un bosco, dentro di me penso che questo ha brutte intenzioni e mi preparo psicologicamente. Mi porta in una baracca: “Ecco…” penso, invece si apre e ci sono i suoi genitori che stanno lavorando il miele. Mi regalano un barattolo e anche una bottiglia di liquore fermentato dal miele. Buonissimo…

Che cosa hanno detto al tuo ritorno?

Non dimenticherò mai la cagnetta impazzita nel vedermi tornare a casa. Appena entrato mi sono seduto per terra e in famiglia mi guardavano strano, ma ormai era quella la mia abitudine dopo mesi. E’ stato bello tornare, ma anche dopo ero ancora più convinto della mia scelta.

La bici e la tenda, sue compagne di viaggio per 10 lunghi mesi. Un’esperienza che vuole ripetere
La bici e la tenda, sue compagne di viaggio per 10 lunghi mesi. Un’esperienza che vuole ripetere
Dopo tanto tempo come hai fatto con il lavoro?

Mi sono messo a cercare, ma io non mi sono mai tirato indietro, quel che si trova faccio, non è quella la mia priorità. Ora lavoro la terra e intanto ho alcuni appuntamenti in cantiere. Intanto però mi preparo psicologicamente per il mio prossimo viaggio: questa volta voglio fare il giro del mondo, tutto in bicicletta. Ma per farlo ho intenzione di cercarmi qualche sponsor… Anzi, se qualcuno è interessato…

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