PRAGA (Repubblica Ceca) – Un weekend di evasione ci ha portato nell’odierna capitale della Repubblica Ceca, ma già capitale effettiva del Sacro Romano Impero nel XIV secolo. Fu infatti Carlo IV di Lussemburgo, che visse lì in quel periodo, a darle il primo grande impulso urbanistico, con la costruzione della Cattedrale di San Vito all’interno del Castello che domina la città dall’alto, della Città Nuova (Nové Mesto) e dell’iconico Ponte Carlo che con i suoi 500 metri di lunghezza collega la Città Vecchia (Staré Mesto) al quartiere di Malá Strana, sull’altra sponda del Fiume Moldava.
Si parte dalla Torre dell’Orologio
Pur non essendo una delle capitali più ciclabili d’Europa, al pari di Amsterdam e Copenhagen per intenderci, l’atmosfera da fiaba e le strade acciottolate del centro storico sono perfette per essere percorse in bici. Noi ne abbiamo preso a noleggio una da Praha Bike, a due passi dalla Piazza della Città Vecchia dove campeggia la statua del predicatore Jan Hus, precursore della Riforma protestante. Luis, un ragazzo portoghese, ha il punto noleggio in un cortile interno di un palazzo, diviso in tre piccoli ambienti. Sbuca dalla ciclofficina per passare al magazzino da dove ci prende la city bike che ci accompagnerà per le strade della capitale boema.
Con i primi colpi di pedale torniamo verso la piazza, facendo lo slalom tra i turisti che si sono radunati sotto la Torre dell’Orologio, in attesa dello scoccare dell’ora per assistere al meccanismo del celebre Orologio Astronomico che mette in movimento le figure dei dodici apostoli. Alle nostre spalle campeggia l’imponente Chiesa di Santa Maria di Tyn, la cui facciata è parzialmente coperta dalle case circostanti (foto in apertura).
Sulle note de La Moldava
Allontanandoci dalla folla in direzione nord percorriamo una delle cosiddette vie del lusso. Ma ben presto, sollevata la bici per scendere delle scalette, ci ritroviamo a pedalare per il quartiere ebraico, superando varie sinagoghe costruite in epoche diverse e costeggiando il muro del vecchio cimitero. Proprio in una di queste stradine veniamo rapiti dal forte odore dolciastro di un forno che prepara i trdelník, detti anche manicotti di Boemia. Si tratta in realtà di un dolce proveniente dalla tradizione ungherese e slovacca, ma le vie di Praga ne sono pieni. L’impasto viene arrotolato su un bastone metallico e cosparso da zucchero e cannella. Quindi viene fatto girare per la cottura in una specie di spiedo. Tolto il bastone, rimane un cilindro cavo che si può riempire di ogni bontà.
Lasciato il quartiere ebraico siamo sulla sponda della Moldava dove dalle imbarcazioni ormeggiate giungono le note dell’omonimo poema sinfonico di Bedřich Smetana, composto nella seconda metà dell’Ottocento. Si può pedalare lungo l’argine fino a raggiungere Ponte Carlo ma, se volete ammirarlo senza la folla dei turisti, soprattutto se siete in bicicletta, consigliamo di attraversarlo al mattino presto o all’imbrunire.
E ci sono anche le colline…
In effetti, condizioni climatiche permettendo e con un po’ di sacrificio, si può iniziare la giornata in sella alla propria bicicletta all’alba, quando le strade sono ancora silenziose e la luce del mattino accarezza le guglie gotiche e le cupole barocche. Sulla nostra guida c’è scritto che è un’esperienza quasi magica e non stentiamo a crederci. Ma per ora le temperature invernali prossime allo zero ci consigliano di limitare il nostro tour cicloturistico alle ore centrali della giornata.
Per il pranzo optiamo per la Havelská Koruna nella Città Vecchia, una vera e propria mensa per tutti in cui, turisti e praghesi, si mescolano in coda per il self-service di cibo locale, buono e a prezzo irrisorio, dalle zuppe al maiale in umido. Sempre accompagnato dalle birre della zona.
Visitare Praga in bicicletta richiede un po’ di pianificazione. La città, pur essendo relativamente piatta, ha alcune salite che possono mettere alla prova i ciclisti meno allenati. Sono quelle delle colline circostanti da cui si possono ammirare dall’alto i suoi tipici tetti rossi. Come la collina di Petrin, oggi ancora coperta di neve. Oppure quella di Hradčany, dove sorge il Castello con all’interno la gotica Cattedrale di San Vito, ma anche dove si trova l’Hotel Loreta che abbiamo scelto per la nostra permanenza. Si tratta di una zona tranquilla ma comunque non priva di attrazioni turistiche come testimonia il Convento di Loreto, in cui si trova una copia della Santa Casa di Loreto che abbiamo in provincia di Ancona.
Tra Kafka e… il gulasch
Laddove non ci sono ciclabili protette occorre fare attenzione al traffico ed in particolare ai binari del tram. Invece, per chi ama la natura, Praga offre anche numerose opportunità per escursioni in bicicletta appena fuori dal centro cittadino. Il parco di Divoká Šárka, situato nella periferia nord-ovest della capitale, è un’oasi di tranquillità con sentieri che si snodano tra boschi, ruscelli e formazioni rocciose. E’ il luogo ideale per una gita a pedali lontano dal caos urbano, pur rimanendo a pochi chilometri dal centro. Allo stesso modo, il percorso lungo la Moldava può essere esteso oltre i confini della città, permettendo di esplorare la campagna circostante e i pittoreschi villaggi che costeggiano il fiume.
E non si può parlare di Praga senza menzionare Kafka, lo scrittore de “Le Metamorfosi” presente nei musei, nella sua casa natale, nelle installazioni moderne fino ai più classici souvenir.
La nostra visita però volge al termine. Al tramonto, riconsegniamo a Luis la nostra bici presa a noleggio e ci prepariamo per la scelta del ristorante dove cenare. U Pravdu e U Bulínu, sono le nostre opzioni di questi due giorni. Entrambi appena fuori dalla ressa del centro storico, entrambi frequentati dagli stessi abitanti di Praga, come piace a noi. Ed entrambi con un gulasch da non perdere…