| 30 Luglio 2025

Pedalare in montagna: l’esempio (pratico) del preparatore

L’estate è il momento migliore per pedalare, o almeno quello che ci permette di avere più tempo da dedicare alla nostra passione. Tanti viaggiatori scelgono di passare le loro vacanze, lunghe o brevi che siano, sui pedali esplorando nuovi posti e paesaggi. Cambiare scenario e strade è un modo per far riposare la mente e godersi dei giorni di riposo. L’attività sportiva, inoltre, ci aiuta nel condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Non tutti i cicloturisti però sono abituati a passare tante ore in sella, servono quindi dei consigli da parte di un esperto. 

Ne abbiamo parlato con Giacomo Notari, preparatore dei ragazzi della formazione di sviluppo del UAE Team Emirates, squadra che milita nella massima categoria del ciclismo: il WorldTour. Per tutto l’anno Notari si occupa di realizzare tabelle e piani di allenamento per i suoi atleti, mentre per cinque giorni si è concesso una visione diversa della bici. 

«Con un gruppo di amici – racconta appena rientrato dal viaggio – ci siamo concessi cinque giorni, che poi sono diventati quattro causa maltempo, a pedalare sulle Dolomiti. Abbiamo alloggiato a Villabassa, poco fuori Dobbiaco».

Lontani da casa

Quattro giorni in bici per un totale di poco più di 400 chilometri pedalati, una media di 100 chilometri al giorno alla scoperta di posti nuovi e unici. La bici spesso puntata all’insù, verso la cima di salite iconiche del ciclismo e anche qualche novità.

«Partire in bici – continua Giacomo Notari – è un modo per staccare completamente dalla quotidianità. Poi pedalare sulle vette delle Dolomiti moltiplica le energie a disposizione, e inoltre arriva una scarica di entusiasmo irripetibile. Insomma, viene proprio voglia di mettersi in sella e pedalare all’avventura. Non partivamo, almeno io, con un alto grado di allenamento. A casa (vive a Noceto, in provincia di Parma, ndr) esco in bici spesso ma non faccio mai più di due ore, mentalmente è proprio un’altra cosa. Mi trovo sulle stesse strade e dopo un po’ quasi ci si annoia. Invece quando gli occhi vengono stregati da paesaggi incantevoli la voglia di pedalare cresce a dismisura, non fa paura nemmeno un po’ di pioggia».

Durante un’uscita in bici, soprattutto se lunga, non deve mai mancare la pausa bar per ricaricare le batterie
Durante un’uscita in bici, soprattutto se lunga, non deve mai mancare la pausa bar per ricaricare le batterie

Mangiare

Il segreto per fare così tanti chilometri senza avere alle spalle mesi di preparazione? Sicuramente la voglia di scoprire e godersi con calma luoghi diversi, ma anche la benzina nelle gambe non deve mancare. 

«Ai miei ragazzi del team UAE Emirates Gen Z – racconta ancora Notari – dico spesso di mangiare perché si deve avere la giusta energia nelle gambe. Non credevo però che il giusto apporto calorico potesse fare una differenza così grande. Nel giro più lungo che abbiamo fatto, di 195 chilometri e 4.600 metri di dislivello, sono arrivato alla fine con ancora energia in corpo».

«Alla base – prosegue – ci deve essere il giusto apporto di carboidrati anche a colazione e a cena. Non devono mancare nemmeno le proteine. Diciamo che non serve mangiare chissà cosa, basta seguire una dieta che si può ripetere anche a casa. A colazione pane e marmellata ci sta sempre bene, così come lo yogurt e le uova. Una volta saliti in bici bisogna riempire le tasche con barrette con elevata dose di carboidrati e gel. Siccome non ci corre dietro nessuno una bella pausa bar per un toast e una bevanda fresca è un bel modo per riprendere le forze».

I moderni ciclocomputer ci aiutano nella gestione degli sforzi grazie anche a nuove funzioni come il ClimbPro
I moderni ciclocomputer ci aiutano nella gestione degli sforzi grazie anche a nuove funzioni come il ClimbPro

Controllare lo sforzo

L’entusiasmo e il giusto apporto calorico non devono mai mancare, vero, tuttavia gestirsi durante una pedalata non è facile. Soprattutto se questa prevede un costante su e giù tra le montagne. Trovare il ritmo e ascoltare il proprio corpo è fondamentale, chiediamo a Giacomo Notari qualche consiglio dall’alto della sua esperienza e competenza come preparatore. 

«Su più giorni consecutivi nei quali si esce in bici – conclude – è importante considerare alcuni dati, se non si ha a disposizione il misuratore di potenza è bene usare la frequenza cardiaca. Non si deve mai superare il 75/80 per cento della frequenza massima. Consiglio di guardare ai battiti perché riusciamo ad affiancare le sensazioni sullo sforzo percepito, ovvero capire quanta fatica si sta facendo. Se rapportiamo le sensazioni ai battiti abbiamo un buon valore sul quale basarci. E’ importante non arrivare a fine giornata svuotati da ogni goccia di energia. Anche a livello psicologico si deve entrare nell’ottica che si starà fuori tutto il giorno, si deve essere pronti mentalmente».

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