| 12 Febbraio 2024

Perché è bello pedalare in Italia? Ce lo dice Daniel Oss

Il piacere di pedalare, un gioia tanto semplice quanto difficile da spiegare. Il modo migliore è provarla sulla propria pelle: saltare in sella e andare. Dalle prime pedalate dietro a casa, al viaggio con le borse al seguito per mete più remote. E l’Italia è lo scenario migliore per farlo. 

Daniel Oss è stato un corridore professionista fino a pochi mesi fa. Poi ha deciso di appendere il numero al chiodo, almeno su strada, ma non la bici. Il trentino è oggi un gravel rider, per qualche gara e per le avventure. Pensate che Daniel faceva dei viaggi persino quando era ancora un atleta professionista, immaginate che passione. Come se 30.000 chilometri l’anno tra allenamenti e gare non fossero abbastanza per lui!

Da ciclista professionista a cicloturista e corridore gravel: Daniel Oss (classe 1987) ha conosciuto l’Italia sotto diverse vesti (foto Sprint Cycling)
Da ciclista professionista a cicloturista e corridore gravel: Daniel Oss (classe 1987) ha conosciuto l’Italia sotto diverse vesti (foto Sprint Cycling)

L’Italia da girino

La domanda quindi è stata sostanzialmente una: Daniel, perché è così bello pedalare in Italia? «E’ una domanda gigantesca! E’ anche difficile trovare un punto di partenza – attacca Oss – che dire? Io ho avuto la fortuna di averla vissuta, l’Italia appunto, in modi differenti, primo dei quali è stato il Giro d’Italia. Un modo da star, quello di un uomo che va a fare il ciclista, tra il pubblico che lo acclama, i tifosi a bordo strada e negli hotel… E anche in questo contesto mi sono sempre, ma proprio sempre, sentito a casa. A me piace molto andare in un posto e scoprire dove la gente si riunisce e in Italia c’è tanta convivialità.

«E poi c’è la vastità immensa dei paesaggi italiani: mari, laghi, montagne… ».

Anche durante la corsa rosa dunque c’è modo di vivere e apprezzare la nostra Penisola, a quanto pare. Magari si è concentrati sulla corsa, ma la percezione di cosa e di chi c’è intorno non viene meno. Tanto più se si è italiani e certe nozioni geografiche e culturali sono insite in noi.

L’Italia da infiltrato

Ma come accennavamo, Oss ha visto l’Italia anche oltre il suo essere corridore. Le sue Just Ride sono state epiche… Viaggi sì, ma fatti da un professionista. Toscana, Sardegna, Lazio… borse sulla bici e pedalare in modo diverso. Per il piacere di scoprire.

«C’è poi l’Italia vista da infiltrato – prosegue Oss –  così la definisco io o da “finta star”, quando arrivavo in qualche luogo e mi riconoscevano. Ma quando non succedeva forse me la godevo ancora di più. A quel punto ero un viaggiatore normale. Un viaggiatore che andava, e va, alla ricerca di posti nuovi… alla cieca, anche se poi alla cieca vera e propria non era mai. Mi piaceva vedere i vecchi centri abitati e come si erano poi sviluppati».

La voglia di scoprire è qualcosa che è cucita dentro al viaggiatore, specie se è un ciclista. Se poi hai una certa facilità di movimento, di fare chilometri, grazie a gambe che sono da Tour de France allora tutto diventa più facile. Gli spazi e le possibilità aumentano. E se non aumentano quelli, aumenta il tempo per godersi il contorno. 

Intendiamoci, Daniel Oss nella sue Just Ride non faceva delle crono, né tantomeno badava a watt o ritmi, anzi… Era proprio il contrario il senso di quelle pedalate.

«Just Ride è viaggiare, fare esperienze, mangiare senza avere una dieta precisa. E’ spingere sui pedali quanto si vuole senza dover fare record e senza numeri», così l’aveva definita tempo fa Oss stesso. Ma è innegabile che se c’era da affrontare una salita, non era un problema per lui.

Davvero l’Italia offre tanto. Mare, montagne, città e soprattutto i borghi. E poi cucina, arte… le possibilità sono infinite. Nel centro Italia soprattutto, vista l’orografia tra colline e Appennino, sono tantissimi i borghi medioevali. Quelli che nascondo storia e storie…

Oss ha parlato della convivialità: è proprio qui che c’è ancora il bar nella piazza centrale dove tutti si riuniscono. Entrare nei discorsi quasi mai è difficile.

Oss, qui in seconda ruota, ha preso parte ai mondiali gravel. Da quest’anno sarà uno dei componenti del team gravel di Specialized (foto Sprint Cycling)
Oss ha preso parte ai mondiali gravel. Da quest’anno sarà uno dei componenti del team gravel di Specialized (foto Sprint Cycling)

L’Italia da girino

Da un punto all’altro. La bici è il filo che infila le perle, siano esse città, borghi o le vette di un valico che regala panorami unici. E questo è il mood di Oss.

Ancora Oss: «Non facevo quei viaggi tanto per vedere la Toscana o la Sardegna appunto, ma per collegare e vivere le varie mete. Un giorno mangiavo il pesce sul mare e il giorno dopo ero a gustarmi il cinghiale in Maremma. Ecco, anche la gastronomia è un motivo per cui viaggiare in bici in Italia è bello. Che poi tutto questo succede anche in Europa, ma in Italia succede di più. Tutto è esaltato. Abbiamo una biodiversità enorme, dalle palme agli abeti, dal pesce di lago al falco…».

Insomma, l’Italia è bella e non lo scopriamo certo adesso, ma farlo in bici è quel tocco in più. E’ come lo chef stellato che aggiunge la “scintilla”perla” al piatto che è già buono di suo… tanto per restare in tema culinario!

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