| 2 Dicembre 2024

La social ride del Ciclocross del Brenta? Un successo a 360 gradi

Ai margini della nona edizione del Ciclocross del Brenta, gara di livello nazionale corsa domenica 24 novembre, è andata in scena una social ride. Non è più una rarità che competizioni agonistiche cerchino di far combaciare eventi di contorno al fine di avvicinare gli appassionati. E’ un modo anche per far vivere il territorio, metterlo a disposizione e farlo scoprire attraverso pedalate non competitive. Quella del Ciclocross del Brenta è un esperimento arrivato per la prima volta in questa edizione (in apertura foto Michele Corezzola). 

Il lancio di un progetto

Sabato 23 novembre, il giorno prima della gara, su un tracciato di 47 chilometri interamente disegnato tra sentieri e fango, tanti appassionati e curiosi hanno scoperto il territorio del fiume Brenta. L’evento è stato organizzato da Alessandro Bellio e dai suoi compagni di avventura di Daily Pain. Proprio da lui ci facciamo raccontare com’è nata questa collaborazione, che promette di non fermarsi qui

«Ci ha contattato Yari Cisotto, membro del Fox Team che è la società che organizza la gara – spiega Biello – lui ci conosce grazie al gravel e altri eventi di bikepacking che abbiamo fatto in passato. Noi di Daily Pain arriviamo da un ciclismo non competitivo, ma di manifestazioni ed esplorazioni. L’idea di questa prima edizione della social ride del Ciclocross del Brenta è stata portare quello che noi siamo abituati a fare da sempre. La domanda è stata: «Perché non creare un evento che potesse promuovere il territorio?».

Territorio ricco e interessante

San Pietro in Gu, il paesino che ha ospitato entrambe le manifestazioni, si trova non lontano dal fiume Brenta. Un’area dalle caratteristiche particolari e tutte da scoprire.

«Esplorare questa zona in sella a una bici – dice Alessandro Bellio – è sicuramente divertente. Personalmente ho scoperto quest’area per lavoro e mi sono appassionato alla sua formazione morfologica. Rispetto ad altre aree del Veneto ha una natura diversa e dei paesaggi unici. E’ ricca di prati stabili dove i contadini portano gli allevamenti a pascolare. Per questo il panorama è parecchio ricco di verde, cosa che lo rende diverso dalla Pianura Padana. Inoltre è una zona di risorgiva. Qui l’acqua che scende dalle montagne e scorre sotto terra trova un modo di uscire. Si creano così laghetti e aree davvero stupende e ricche dal punto di vista naturalistico».

La voce del Fox Team

Chi ha mosso il tutto e fatto in modo che i due eventi riuscissero a vivere nello stesso territorio è stato Yari Cisotti, membro della società organizzatrice. Dopo otto edizioni la gara Ciclocross del Brenta è diventata nazionale, è arrivata così anche la necessità di un’evoluzione legata al territorio.

«Da sempre siamo stati legati al territorio e al suo recupero o comunque salvaguardia – spiega Cisotti – anche perché nel 2015, anno della prima edizione, la gara non si svolgeva qui. I ragazzi venivano fatti correre al Lago di Camazzole, non lontano da San Pietro in Gu. Era un’area dove sorgeva una ex cava e un piccolo parco, noi abbiamo riqualificato il territorio e portato qualcosa di nuovo, per farlo vivere. Negli anni successivi in quell’area si è allargata ed è diventata più grande e ricca di progetti. Fin da subito abbiamo creduto nel fatto che un evento sportivo possa avere la forza e debba far conoscere il territorio in cui si svolge».

«La formula trovata insieme ai ragazzi di Daily Pain – conclude Yari Cisotti – ci ha permesso di far pedalare una quarantina di appassionati per le zone del Brenta. Come prima edizione possiamo dirci contenti del numero di adesioni e non vediamo l’ora di riproporre qualcosa di simile».

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