| 8 Maggio 2025

Sogno Turchia: nella regione di Izmir, pedalando tra storia e sapori

IZMIR (Turchia) – Del morbidissimo pane giallo, delle olive nere e tanti altri spuntini dal sapore forte, intenso, mediterraneo. E’ così che inizia la nostra giornata in Turchia. Siamo stati nella regione di Izmir e, con la scusa di seguire il Presidential Tour of Türkiye, abbiamo potuto ammirare luoghi di una bellezza sconvolgente. Sapori genuini e siti ricchi di storia.

Ma andiamo con ordine e, prima di tutto, cerchiamo di individuare bene la zona di cui parliamo. Dicevamo di Izmir, la regione e la città. E’ uno dei porti più grandi dell’intero bacino mediterraneo, una porta da e per l’Oriente. Siamo nell’ovest della Turchia asiatica, proprio a ridosso delle isole greche di Lesbo, Chios… Una terra ricca di storia e leggende. Mare e montagne. Coltivazioni infinite di ulivi, ma anche di pesche.

Efeso, la storia

Seguendo a grandi linee le sedi di tappa della gara professionistica, il nostro viaggio parte da Efeso, oggi Selçuk.
Efeso, grande città greca. Efeso, la preferita di Alessandro Magno e la città di Artemide, dea della natura.
I suoi scavi sono patrimonio dell’Unesco solo dal 2015.
Si tratta di una vasta area che sorge ai margini della città. Colonne, teatri, vecchi camminamenti ancora intatti e soprattutto il tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo. Mille volte lo avrete visto, magari senza sapere che fosse lui, in foto, nelle cartoline. Ritrovarcisi davanti fa venire i brividi. E’ come toccare la storia con le mani. Ammirarla dal vivo.
Mentre camminavamo su quei lastroni pensavamo a chi lo aveva fatto 2.500 anni prima di noi. Mercanti, soldati, contadini, pescatori…

Storia, natura, miti, ma anche il bello della tecnologia. C’è un museo interattivo in cui in quella storia ci si può tuffare nel vero senso della parola. Si entra e, tra giochi di luci, voci, ologrammi ed effetti speciali, si viene riportati a quell’epoca e in quella città. Se ne ripercorre la storia, in tre differenti stanze, con audioguide automatiche. Incredibile.

Cesme, il mare

Si procede verso nord. Stavolta la meta ha più valenze naturalistiche: siamo nella zona di Çeşme, e di Alacatı in particolare, che in turco significa “tetti rossi”. Ce ne sono ancora molti, con i coppi simili a quelli della Toscana, per capirci. Oggi questa tradizione si è accompagnata a un forte sviluppo turistico, che però ha anche generato un bellissimo museo dove ha esposto persino Mirò.

Il mare circonda questa penisola. Un mare turchese e cristallino. E’ qui che surfisti e windsurfisti di mezzo mondo vengono a divertirsi. «Su 365 giorni l’anno, almeno 300 c’è vento», ci dice la nostra guida mentre ci porta a spasso offrendoci l’Ayran, in pratica uno yogurt un po’ più liquido che i turchi bevono sia durante la giornata sia ai pasti. Molto gradevole.
Questa zona ha vissuto un grande boom dopo l’arrivo di star del cinema e calciatori del Bayern Monaco. E a proposito di sponde: qui si può toccare la Grecia con un dito. Chios è a pochi minuti di traghetto.

E’ qui che abbiamo scovato, nel vecchio borgo di Alaçatı, la Bikehouse Alacati. In molte zone della Turchia (almeno quelle che abbiamo visto) c’è un grande recupero dei borghi antichi. Vecchie case ristrutturate e trasformate in hotel, B&B, locali commerciali. La Sanikev è una di queste ed è qui che si trova la Bikehouse Alacati. Ristrutturata con materiali tipici e soluzioni ecologiche è un vero esempio di accoglienza e genuinità.

Il padre del proprietario è un ingegnere che ha ideato un sistema di areazione naturale, sfruttando l’aria fresca dell’ombra e dei sotterranei. Sette stanze, un cortile comune, all’ombra di un fico gigantesco, dove ci sono le bici e un cancello che collega a un’altra struttura recuperata, dove si servono cocktail e c’è un lounge bar. Una vera perla!

Izmir, la gente

La terza grande meta del nostro viaggio è Izmir, Smirne. Non ci aspettavamo una città così grande. Vederla dall’alto, adagiata tra mare e montagne, è come guardare una coperta di tetti, vetrate, parabole e bandiere della Turchia, quasi tutte con il volto simbolo di questa terra: Mustafa Kemal Atatürk.

La città è attiva, piena di vita, anche la sera. D’altra parte, con un porto così grande non poteva essere altrimenti. Ci sono locali, un lungomare pressoché infinito e alcuni scorci che meritano davvero una sosta. Per esempio, la via che porta all’ascensore. Sì, avete capito bene. Una parte di Izmir si sviluppa in verticale e si raggiunge con un ascensore storico che supera un dislivello di 50 metri. Da lassù, la vista è sensazionale.

Un’altra zona imperdibile è quella di Konak. Una piazza con un bellissimo minareto: il mare da un lato e il mercato dall’altro. E poi il “bazar” di Kemeraltı. Un reticolo, quasi un labirinto, di strade e stradine, vetrine e viandanti. Colori e profumi.
L’oro giallo delle vetrine e l’odore delle spezie. E’ la Turchia più vera. Noi l’abbiamo visitato di domenica. C’erano tante famiglie a spasso e molti ragazzi seduti a gustare un caffè turco, un tè o anche una birra.

Una cosa che ci ha colpito di Izmir sono stati i negozi di abiti da cerimonia. Centinaia, forse migliaia di vetrine piene di abiti da sposa di ogni tipo.

Izmir offre poi soluzioni per dormire adatte a tutte le tasche. Alcuni bike hotel sono sensazionali. E, come vedremo in una seconda puntata su questo viaggio, stanno crescendo le strutture bike friendly. A dimostrazione della visione dei turchi.

Gli itinerari

Tutte queste località, da Selcuk, quella più a Sud, a Izmir, quella più a Nord, si possono collegare in meno di 300 chilometri seguendo la costa dell’Egeo. Va detto che le strade non sempre sono realizzate ad hoc per i ciclisti: non c’è una rete di piste ciclabili dedicate stile Nord Europa. E anche la cartellonistica dei percorsi va implementata. Questa è la prossima sfida che attende TGA (l’agenzia per lo sviluppo turistico), ma vista la preparazione e l’entusiasmo mostrati durante il nostro soggiorno, ce la faranno sicuramente. Sanno bene il patrimonio che hanno tra le mani e l’obiettivo da perseguire.

Tuttavia, nessun panico! Una direttrice, e che direttrice, c’è: la EuroVelo 8, la Ciclovia del Mediterraneo. La porzione turca di questa ciclovia di oltre 7.000 chilometri, misura circa 500 chilometri e va da Dikili a Selçuk. Non sempre segue la costa, ma la storia sì. Lascia il mare dopo Dikili per dirigersi verso Bergama, l’antica Pergamo. Chi ha fatto il liceo classico se la ricorderà sicuramente… per le pergamene e la sua celebre biblioteca.
Da lì poi si ritorna verso la costa e inanella tutte le bellezze che vi abbiamo raccontato.

Non solo, sul sito cycling.goturkiye.com/izmir, che ci è stato fornito dagli stessi ragazzi di TGA, ci sono una serie di percorsi (strada e offroad) ospitati su Bikemap.net con indicazioni, dislivelli, distanze… molto utili per pedalare in sicurezza e raggiungere i punti più belli che vi abbiamo menzionato.

Non resta dunque che mettersi in viaggio. La Turchia ci aspetta.

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