| 2 Luglio 2024

La Casartelli, gran fondo che parla al cuore

I ciclisti hanno tanti pregi e ovviamente qualche difetto: fra i primi c’è che non dimenticano mai i fratelli che li lasciano lungo la strada. Così è nel caso di Fabio Casartelli, campione olimpico di Barcellona 1992, scomparso il 18 luglio 1995 sulle strade del Tour de France. Da quel giorno non è passato anno senza che gli amici facessero qualcosa per ricordarlo. Dal pellegrinaggio in Francia fino al monumento sul Portet d’Aspet, fino alla creazione di una Fondazione che porta il suo nome. E dopo anni di una gran fondo poi diventata randonnée, quest’anno la moglie Annalisa e il figlio Marco hanno deciso di organizzare una gran fondo in suo nome a Forlì, la loro città, in cui Fabio passò parecchio del suo tempo prima di sposarsi.

La Casartelli si svolgerà nel prossimo weekend, poco dopo i giorni del Tour in Romagna, con tre percorsi che sono ottimamente consultabili sul sito dedicato. E prima, il venerdì sera al Grand Hotel di Forlì, si svolgerà una serata in onore di Fabio, dove a ricordarlo sono stati chiamati coloro che lo hanno vissuto.

A Barcellona, Annalisa e Fabio poco dopo la vittoria alle Olimpiadi: il corononamento di un sogno comune
A Barcellona, Annalisa e Fabio poco dopo la vittoria alle Olimpiadi: il corononamento di un sogno comune

Un passo indietro

Quello che ci preme ricordare oggi è Fabio Casartelli e la vita delle persone che lo hanno amato e continuano ad amarlo ancora. Per questo abbiamo chiamato Annalisa, ma prima di farvi parlare con lei, ci sentiamo di fare una premessa, passando eccezionalmente alla prima persona.

Casartelli fu il primo corridore che intervistai a marzo del 1992, uno di quelli che ebbi la presunzione di sentire amici, come si può esserlo con ragazzi coetanei che lottano al tuo fianco per realizzare i loro sogni. Il suo: quello di diventare un campione. Il mio: diventare un giornalista. Per cui quando Fabio se ne andò sentii di aver perso un pezzo della mia vita. Niente a che vedere con il dolore dei familiari e dei veri amici, ma qualcosa di forte che mi scosse nel profondo.

Fabio Casartelli divenne campione olimpico a Barcellona il 2 agosto del 1992
Fabio Casartelli divenne campione olimpico a Barcellona il 2 agosto del 1992
Ciao Annalisa, come mai l’idea di organizzare una gran fondo a Forlì?

Perché io e Marco abitiamo a Forlì e perché a Forlì c’era l’idea di organizzare qualcosa. Volevo farlo già da tanti anni, ma non riuscivo, come dice Ligabue, a spostare il piede, a partire. E’ stato Marco a darmi l’input, a dire: «Dai mamma, proviamo!». E’ venuto giù il nostro amico Roberto Maggioni (ex atleta olimpico e amico di Casartelli, ndr), ha preso carta e penna, ha tirato giù un po’ di punti e mi ha detto: «Adesso parti!». La mia fortuna è che ho delle amiche molto vicine che mi hanno aiutato. Una è Milva Rossi, vicepresidentessa del CONI Emilia Romagna. L’altra è Barbara Bovelacci, che è nella Polizia Municipale. E’ lei che ha disegnato le tappe della Coppi e Bartali dei professionisti, i percorsi li ha fatti lei. Mi ha presentato il suo superiore, il vicecomandante Andrea Gualtieri. Abbiamo fatto prima una piccola riunione fra noi e siamo partiti.

Qual è lo scopo di questo evento?

L’idea è portare Fabio in Romagna, ma ho scoperto che c’è già. Tutti quelli a cui ho chiesto una sponsorizzazione o aiuto per i volontari, avevano un bel ricordo di lui. La mia idea di sempre è che venga ricordato perché ha vinto le Olimpiadi e non per l’incidente al Tour, perché purtroppo spesso viene associato a quello e a me non piace. L’idea è di fare una festa per ricordare soprattutto il ragazzo al di fuori del campione, al di fuori dell’atleta. Mi piace che venga ricordata la sua voglia di scherzare sempre. Anche chi sarà ai ristori ha ricevuto precise indicazioni…

La stele che commemora Casartelli si trova sui Pirenei. Qui 10 anni dopo, il Tour si fermò per ricordarlo
La stele che commemora Casartelli si trova sui Pirenei. Qui 10 anni dopo, il Tour si fermò per ricordarlo
Su cosa?

Gli ho detto: «L’importante è che vi divertiate. Avete il vostro compito, però voglio che vi divertiate». Spero che riesca a farlo anche chi sarà al pasta party, ho voglia di tenere Fabio con noi…

Hai disegnato tu il percorso?

No, ho lasciato carta bianca, io il Barbotto non l’ho mai fatto e mai lo farò. Lo hanno inserito nel lungo, ma sono 125 chilometri, non è così duro. Invece il corto sono 47 chilometri e l’hanno definito il percorso gourmet. Se andate nel sito c’è tutto: lacasartelli.it. I percorsi sono divisi per colori: rosso, blu e verde.

La città di Forlì nel 2016 ha dedicato a Fabio una pista ciclabile
La città di Forlì nel 2016 ha dedicato a Fabio una pista ciclabile
Marco, vostro figlio, non ha mai conosciuto suo padre. Come lo hai visto in questa organizzazione?

Per fortuna c’è lui, altrimenti non saprei come fare. L’ho visto molto sul pezzo, ho visto che gli piace, che è interessato, che sta seguendo. Io mi perdo i pezzi, sono più emotiva. Lui forse riesce ad essere più distaccato, però lo vedo contento anche quando andiamo in giro a ritirare i vari premi degli sponsor. Anche quando ci ha risposto Enervit era felicissimo.

In fondo sono i suoi primi contatti con il padre e non con il suo ricordo…

Abbiamo passato in digitale delle cassette VHS, hanno mandato i file direttamente a lui i file e se li è visti tutti. Avevo messo anche la cassetta di quando lui aveva 13 giorni ed eravamo andati a Livigno prima del Tour. Me ne ha mandato un pezzetto, l’ha tagliato e mi ha detto: «Mamma, se vuoi questo lo facciamo vedere». Io ho qualche dubbio, ma forse per lui davanti ai suoi amici è il modo di far vedere il padre come non lo hanno mai visto. Per cui se vuole, per me va bene.

Marco, Ligabue e Annalisa, la cui storia è stata raccontata nel film Niente Paura
Marco, Ligabue e Annalisa, la cui storia è stata raccontata nel film Niente Paura
Dalla Lombardia verrà giù qualcuno?

Vengono di sicuro i miei suoceri, nonna Rosa e nonno Sergio: i genitori di Fabio. Viene Molteni, presidente del Museo del Ghisallo, che poi è anche un membro della Fondazione e forse anche altri…

Domenica sera, a cose fatte, sarai contenta se?

Io sono già contenta. Non so come spiegarvi, l’importante è essere partiti. E’ la prima, non so come posso andare. C’è la serata di venerdì, sembra brutto dirlo ma forse tengo più a quella. Dobbiamo fare la spesa, ma non so quanta gente verrà: mi dicono che si iscriveranno tutti all’ultimo, non è semplice. Stiamo lavorando. Le due amiche di cui abbiamo parlato prima sono state mie compagne di scuola, è la mia città che mi sta aiutando. Manca solo che venga Ligabue e poi saremmo al completo…

Non manca solo Ligabue, mancate anche voi. I ciclisti non dimenticano e nell’anno delle Olimpiadi di Parigi, saremo tutti lì per ricordare quel nostro fratello riccioluto, sorridente e simpatico. Andate sul sito e iscrivetevi, non c’è motivo per non farlo.

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