Dieci giorni fa, venerdì 14 novembre, è iniziata la quarta stagione di Ciclò, la rassegna di racconti di viaggio (e non solo) organizzato dalla ciclofficina La Mente Comune di Padova.
Gli incontri saranno quattro, uno al mese da qui a febbraio. In quest’edizione si parlerà di Sudamerica, doping e sporwashing, ciclostaffette e cambiamento climatico. Abbiamo contattato i ragazzi dell’associazione padovana per farci raccontare più nel dettaglio le serate di questo inverno, e com’è nata questa iniziativa, ormai tra anni fa.


La prima edizione
«La prima edizione c’è stata a cavallo tra il 2022 e il 2023, e ora è appena iniziata la quarta. Volevamo portare all’interno dei nostri spazi un tipo di contenuto che c’era già stato sporadicamente, però in maniera più strutturata. Conoscevamo molte persone che avevano fatto esperienza simili e così abbiamo deciso di iniziare da lì. Il nome Ciclò riprende il “filò”, la tradizione veneta di raccontare e ascoltare storie in un luogo piccolo e caldo durante l’inverno. Praticamente fin da subito si è evoluto dal solo racconto orale, anche con contenuti video e immagini. Quasi ogni volta c’è stata la presentazione di un libro, un video, un podcast, tutti i possibili modi di raccontare. Anche per questo ogni serata è stata differente, pur nel filo rosso del viaggio».
Anche oltre la bici
«C’è stata una coppia che ha fatto un viaggio in Sudamerica a piedi e con i mezzi, ma il centro resta la bici. Alcuni hanno fatto imprese più sportive, ma più che altro si tratta di persone che hanno usato la bicicletta come pretesto di un racconto. Per esempio l’anno scorso è venuto un ragazzo bresciano che ha percorso la rotta balcanica in bici per farci un podcast. Durante il tragitto ha intervistato migranti, operatori e volontari, per raccontare quella storia. Un’altra volta è venuta Croma, un’artista romana che ha presentato la sua graphic novel Jepi Jora. Parla di una ragazza albanese che abita in Italia e che tramite un viaggio in bici va a riscoprire le sue radici».


Il primo incontro
«Abbiamo iniziato con due nostri soci, Amedeo ed Anna, che ci hanno portato l’esperienza di un viaggio in bici che hanno fatto tra Sudamerica, Portogallo Spagna e Italia. Hanno dovuto cambiare programma in corsa, come spesso accade a chi viaggia in bici, ma sono comunque riusciti a reinventarsi un tragitto che alla fine li ha portati ad ampliare ancora di più il loro raggio d’azione».
Il prossimo appuntamento
«Il secondo appuntamento ci sarà venerdì 12 dicembre, e presenteremo il libro “Pedali e catene: Una storia di doping”. L’ha scritto Alessio Clinker, un ex ciclista, poeta e autore che con questo libro ha deciso di raccontare il mondo del doping non solo come abuso di sostanze, ma anche come dipendenza emotiva, economica, politica e sociale. In questo caso sarà un viaggio metaforico, insieme a lui pedaleremo all’indietro, nei ricordi e nei traumi di un bambino e viaggeremo in avanti, facendo un salto nello sportwashing e in tanti altri temi scomodi come una sella regolata male. Il terzo sarà invece il 30 gennaio».


La COP30 Bike Ride
«Verranno da noi alcune persone che hanno partecipato alla COP30 Bike Ride, la staffetta ciclistica internazionale che è partita il 14 maggio 2025 per raggiungere Belém, in Brasile, dove si è appena svolta la 30ª Conferenza ONU sul Clima. Durante il loro passaggio a Padova li abbiamo ospitati e quella sera alcuni di loro torneranno a raccontarci quell’esperienza. Con loro affronteremo la questione del clima e cosa di concreto possiamo fare, e prima vedremo assieme un documentario sulla COP29. Poi faremo anche un’ultima serata a febbraio, che però è ancora in via di definizione.
«La risposta è stata molto buona, la prima volta c’era già un pienone. Poi ci siamo stabilizzati e ora viaggiamo tra le 40 e le 60 persone a serata. Anche perché il nostro spazio è limitato e tanti di più non ne può contenere, quindi quello è il numero perfetto.


Il vantaggio di Padova
«Conta molto il fatto di trovarci a Padova e di avere tanti universitari e un uso diffuso della bicicletta, in generale per la ciclofficina. Molte persone tornano a Ciclò di volta in volta, altre tramite queste serate si avvicinano a noi per la prima volta. E’ un modo per uscire dai nostri soliti giri, anche grazie alle altre attività culturali che organizziamo, come il Filolab, il nostro laboratorio di filosofia, o i reading. In generale alla fine delle nostre serate c’è sempre un momento conviviale, che nel caso di Ciclò si ispira al viaggio che raccontiamo. E’ una parte molto importante per noi, che infatti dura almeno come la presentazione, dove si chiacchiera, ci si conosce, si sta insieme. Proprio come accadeva nel vecchio filò veneto, ma con al centro la bicicletta».







